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    BOLLORÉ PREPARA LA FUGA DALL'AFRICA: I SUOI GUAI GIUDIZIARI ACCELERANO LA RITIRATA - NEL CONTINENTE, IL MAGNATE BRETONE POSSIEDE SEDICI CONCESSIONI PORTUARIE E TRE FERROVIARIE CHE HANNO FRUTTATO 2,1 MILIARDI DI EURO DI FATTURATO NEL 2020 - BOLLORE’, CHE E’ STATO RINVIATO A GIUDIZIO IN FRANCIA, ACCUSATO DI CORRUZIONE PROPRIO IN TOGO E GUINEA, DOVE AVREBBE FINANZIATO LE CAMPAGNE ELETTORALI DEI RISPETTIVI PRESIDENTI PER OTTENERE LE CONCESSIONI DEI PORTI, HA CHIESTO A MORGAN STANLEY DI CERCARE POTENZIALI ACQUIRENTI…


     
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    Leonardo Martinelli per “la Stampa”

     

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    È stata per anni la sua gallina dalle uova d'oro. A lungo Vincent Bolloré, in Italia azionista di maggioranza di Tim e socio rilevante di Mediaset, ha attinto ai generosi profitti realizzati dal suo gruppo in Africa per finanziare i raid finanziari. Le cose vanno ancora alla grande per la controllata Bolloré Africa Logistics (2,1 miliardi di euro di fatturato nel 2020: possiede sedici concessioni portuarie e tre ferroviarie), ma, secondo Le Monde, il magnate francese vorrebbe vendere quegli asset al miglior offerente.

     

    Bollore? Africa Logistics Bollore? Africa Logistics

    Il gruppo Bolloré ha chiesto alla «banca d'affari Morgan Stanley - scrive il quotidiano - di sondare discretamente l'interesse di acquirenti potenziali, in particolare i grandi nomi del trasporto marittimo». A Parigi gira già qualche nome, come il francese Cma Cgm, il danese Maersk o il cinese Cosco Shipping, che gestisce il porto del Pireo in Grecia. La valorizzazione di quella filiale di Bolloré è stimata trai due e tre miliardi di euro. Fu nel lontano 1986, quando mise le mani sulla francese Scac, allora privatizzata, che sbarcò nel continente. Ma perché vendere?

     

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    Tanto più che infrastrutture e porti africani, in questa fase effervescente di post-pandemia e di corsa alle materie prime, sono utilizzati al massimo delle capacità. Però, Monsieur Bolloré sa bene che bisogna comprare quando le cose vanno male e vendere quando vanno bene, ci ha costruito la sua fortuna Senza contare che l'imprenditore è stato rinviato a giudizio in Francia, accusato di corruzione proprio in Togo e Guinea, dove avrebbe finanziato le campagne elettorali dei rispettivi presidenti per ottenere le concessioni dei porti di Lomé e Conakry. Certe società già oggi si rifiutano di lavorare nell'area con il gruppo a causa dello scandalo.

     

    Poi Bolloré potrebbe utilizzare il nuovo cash per un'Opa da lanciare sull'intero capitale di Vivendi, che attualmente controlla, ma con una quota di appena il 27%. E Vivendi, ormai risanata, è la sua nuova gallina dalle uova d'oro.

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