Maria Luisa Agnese per “Sette - Corriere della Sera”
boncompagni non è la rai
«Era una trasmissione molto carina, ingenua, innocua. Quando la mattina vedevamo entrare quelle duecento ragazzine al centro di produzione del Palatino, fra colonne romane, pini, colli, sole, ci dicevamo: “Il paradiso deve essere cosi”».
Gianni Boncompagni aveva smitizzato, proprio su 7, parlando con Claudio Sabelli Fioretti in occasione dei suoi 70 anni, tutte le polemiche sorte intorno a quella sua invenzione tv, Non e la Rai, un programma che creava scandalo: trasmissione innocua e fresca per alcuni, la madre di tutte le “innocenti” per- versioni dello spettacolo per altri.
carra boncompagni 11
Sconcertavano tutte quelle minorenni date in pasto all’obiettivo, anche se lui con la gioia del vecchio che si abbevera all’energia giovane difendeva la loro gioventu senza malizia e continuava a inventare personaggi di talento come Ambra Angiolini, Lucia Ocone, Laura Freddi, Claudia Gerini; con fiuto feroce per quelle ragazzine che presto scopriva e altrettanto presto e misteriosamente spesso faceva innamorare con la forza della sua conversazione: «Tendo a farmi corteggiare, a volte ci riesco. Non sono un corteggiatore. L’unica mia arma e la chiacchiera, le stordisco parlando».
Eppure, quel gran cinico che era Boncompagni ha intuito e rappresentato l’essenza della tv per molti anni. «La tv e come il chewing-gum. La mastichi un po’, senti il sapore, poi la butti». Aveva cominciato in radio con una trasmissione di culto per la generazione dei baby boomer: Bandiera gialla, condotta a due con Renzo Arbore, e rigorosamente vietata ai maggiori di 18 anni. Loro li avevano superati abbondantemente i 18 (Boncompagni ne aveva 33 e Arbore 28) ma erano due furbacchioni simpatici che coi giovani ci sa- pevano fare e avevano inventato la prevalenza dei giovani in tv.
ambra boncompagni
Lui, Gianni, era appena tornato dalla Svezia dove era andato proprio a 18 anni con un amico, fuggendo dalla sua Arezzo troppo cattocomunista. La ha fatto molti mestieri, compreso l’interprete a un’asta di pellicce.
«Spesso facevo lo chaperon agli italiani importanti che arrivavano in Svezia. Quando Quasimodo venne per il Nobel lo accompagnai dovunque: musei, gallerie... Alla fine, distrutto, mi disse: “Ma qua non si fotte?”».
Tornato in Italia, con le tre figlie avute la da un’aristocratica e delle quali aveva ottenuto la patria potesta dopo il divorzio, primo ragazzo padre di qualche fama, ha ricominciato scrivendo canzoni: Il mondo, Ragazzo triste e poi Tuca tuca, A far l’amore comincia tu.
CLAUDIA GERINI GIANNI BONCOMPAGNI
Dopo Bandiera Gialla e arrivato Alto gradimento, sempre con Arbore piu Bracardi e Marenco, palestra di tormentoni e nonsense, e i successi con Raffaella Carra, a lungo sua compagna e punto di riferimento per le figlie di lui. Una cavalcata in quella tv leggera, a suo avviso molto piu difficile da azzeccare di quella pesante.
Prima della morte, il 16 aprile 2017, fece da Pronto, Raffaella? a Domenica in con relativo Cruciverbone, a Macao fino a Chiambretti c’e, sempre con l’alter ego dell’autrice Irene Ghergo. Alla fine dell’intervista per i 70 anni, Sabelli gli propose il Gioco della Torre. Una sola scelta secca, prendere o lasciare: «Renzo Arbore o Raffaella Carra? ». E lo sventurato rispose: «Salvo Renzo. Tra uomini ci capiamo di piu».
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