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    BORSA ITALIANA O FRANCESE? - PIAZZA AFFARI FA PARTE DEL CIRCUITO “EURONEXT” E SI VEDE: A FINE MARZO, ALL’EVENTO DI PROMOZIONE DEL SEGMENTO “STAR” DEL LISTINO, C’ERANO 17 AZIENDE. SOLO CINQUE ERANO ITALIANE, LE ALTRE TUTTE STRANIERE. UNA PORTOGHESE, DUE IRLANDESI,  DUE TEDESCHE, LE RIMANENTI (CA VA SANS DIRE) FRANCESI. ALLA FACCIA DEGLI ALLARMI DEL COPASIR… - LA PRECISAZIONE DI "BORSA ITALIANA": "NEL CORSO DELLA STAR CONFERENCE 61 SOCIETÀ ITALIANE HANNO INCONTRATO OLTRE 170 INVESTITORI"


     
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    1 - LA PRECISAZIONE DI "BORSA ITALIANA"
    Riceviamo e pubblichiamo:
     
    Spettabile Redazione di Dagospia,
     
    Inoltro la rettifica inviata e pubblicata oggi dal quotidiano La Verità, in merito all'articolo da voi ripreso https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/borsa-italiana-francese-nbsp-piazza-affari-fa-parte-circuito-307596.htm

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    Con riferimento all’articolo “Piazza Affari spinge i gruppi francesi e lascia in panchina le nostre Aziende”, Borsa Italiana precisa che nel corso della STAR Conference tenutasi a Milano dal 22 al 25 Marzo 2022, 61 società STAR italiane hanno incontrato oltre 170 investitori in rappresentanza di 100 case di investimento e più di 70 analisti. Gli incontri organizzati sono stati oltre 1500.

     

    Non corrisponde dunque al vero, come riportato nell’articolo, che “sono state invitate a partecipare 17 aziende di cui solo cinque italiane”.

     

    Per la prima volta dal 2001, anno di nascita del segmento STAR, sono state invitate a partecipare 12 società internazionali quotate sui mercati Euronext di Bruxelles, Dublino, Lisbona e Parigi, allo scopo di condividere e ampliare a livello europeo la significativa esperienza italiana nella valorizzazione delle Small&Mid Cap eccellenti.

     

    L’iniziativa è volta a cogliere le opportunità di ulteriore sviluppo internazionale offerte dall’ingresso di Borsa Italiana nel gruppo pan-europeo Euronext.

     

    Andrea Monzani

    Responsabile Comunicazione

    Borsa Italiana

     

    Maisons du monde Maisons du monde

    2 - PIAZZA AFFARI SPINGE I GRUPPI FRANCESI E LASCIA IN PANCHINA LE NOSTRE AZIENDE

    Claudio Antonelli e Camilla Conti per “La Verità”

     

    Sono lontani i tempi dei road show in giro per le piazze finanziarie a presentare le eccellenze del segmento Star di Borsa italiana. Singapore o Hong Kong, l'occasione per Piazza Affari era quella di far conoscere i nomi del made in Italy e mettere in contatto fondi esteri con quelli nostrani. Pubblicità e marketing mirato a lanciare anche le imprese più piccole e portare capitali per le quotate a Milano.

     

    Borsa adesso non è più controllata da Londra. Ferale per noi è stata la Brexit ma soprattutto il passaggio di proprietà sostenuto e sponsorizzato dal precedente governo. Adesso Piazza Affari fa parte del circuito francese di Euronext e la differenza è diventata palpabile. A fine marzo, tra il 22 e il 25, si è tenuto infatti l'evento di promozione del segmento Star. Dalle slide visionate da La Verità sono state invitate a partecipare 17 aziende. Solo cinque italiane, Biesse, Bb biotech, Cembre, Cementir holding e D'amico shipping.

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    Le altre tutte straniere. Una portoghese, due irlandesi, due tedesche e le rimanenti - inutile dirlo - francesi. A spiccare Bonduelle, Maisons du monde, Chargeurs e Wavestone. In comune le imprese hanno il fatto di essere tutte quotate su listini Euronext. E quindi per la casa madre hanno il diritto di essere ospiti a eventi milanesi.

     

    D'altronde lo scorso anno, il 17 novembre, l'ad di Euronext, Stéphane Boujnah, è stato sentito in Aula dalla commissione Finanze e senza troppi giri di parole ha rivendicato il cambio di passo europeista, o meglio sarebbe dire francese.

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    Boujnah di fronte ai Parlamentari ha affrontato le tematiche relative alle strategie di consolidamento del gruppo in seguito all'acquisizione del nostro mercato finanziario. Ha di fatto confermato, tra le righe e rispondendo a una domanda della Lega, che l'Italia e gli interessi del sistema Paese saranno di fatto messi in secondo piano per rendere grande Euronext.

     

    Anche perché ha sottolineato che «Borsa italiana rappresenta un terzo dei ricavi del gruppo e che Milano contribuisce con una crescita dei ricavi pari al +10%». Ma «ora che i volumi medi quotidiani si avvicinano ai 12 miliardi, sarà sempre più importante avere una sola testa europea». Se all'epoca il discorso sembrava un po' astratto adesso, dopo l'evento, i dettagli diventano illuminanti.

    bonduelle spinaci bonduelle spinaci

     

    Basti pensare a Bonduelle. Multinazionale francese del fresco e della distribuzione delle verdure, ha in Italia una delle numerose filiali. Nel complesso fattura 3 miliardi di euro scarsi e si muove come una corazzata.

     

    In Italia abbiamo Bonifiche ferraresi che cresce nel settore del fresco. Ed è made in Italy al 100%. Ma anche i mobilieri della Brianza saranno contenti nel sapere che a Palazzo Mezzanotte si sponsorizza Maisons du monde che, nonostante sia ben più piccola della precedente società, ha filiali sparse e può attingere a notevoli economie di scala.

     

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    L'elenco prosegue. Chargeurs è un leader nel settore tessile, ma ha avuto anche voce in capitolo nel settore televisivo e nelle operazioni di acquisizione a Londra da parte di Rupert Murdoch. Insomma, è chiaro che fa scalpore la notizia di un possibile addio dello storico Palazzo Mezzanotte. La Borsa vi alberga da 90 anni.

     

    Nel 2023 scadrà l'affitto e la proprietà, la Camera di commercio, metterà a gara l'immobile. Il rischio che Euronext non voglia spendere più di 6 milioni all'anno è alto. Sarebbe uno smacco. Ma nulla di fronte a quella che molti operatori e investor relator già definiscono una costante deprivazione di Piazza Affari.

     

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    Un progressivo atto di prosciugamento di quello che resta l'alternativa al debito bancario. I puntini non sono difficili da unire. Figure chiave che abbandonano, servizi decentrati e scarsa attenzione al territorio. A febbraio è uscito di scena Nunzio Visciano, dopo 23 anni da capo dell'equity market listing. Ex Consob, aveva l'ultima parola sulle quotazioni nei mercati azionari. Un ruolo strategico per la qualità delle aziende quotate: al suo posto è atteso un manager francese scelto da Euronext.

     

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    Del resto il dossier Borsa italiana, nel quale la Cdp di Fabrizio Palermo e Intesa hanno investito più di 1 miliardo, è l'esempio emblematico di come gli ultimi governi abbiano affrontato i dossier più importanti supportando di fatto aziende straniere che stanno facendo shopping nel nostro Paese.

     

     I francesi, come scritto anche nella relazione del Copasir, sono i più attivi. Così proseguono le uscite: dopo Raffaele Jerusalmi anche Pietro Poletto, già nel board di Mts e ora in Etf e fixed income markets. Poletto per anni è stato uno dei protagonisti delle emissioni del debito pubblico italiano. Come lui in Piazza Affari non c'è più anche Nicolas Bertrand, per quasi undici anni a capo della divisione derivati e commodities di Borsa e prima del London stock exchange. Il solo a sbandierare la vicinanza a Boujinah in queste settimane è Roberto Gualtieri, neo sindaco di Roma e regista della cessione ai francesi.

     

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    A gennaio il primo cittadino ha sbandierato l'idea di investire nella Cassa di compensazione e garanzia del gruppo. Una mera attività di marketing per il sindaco che non sposta però di un centimetro la situazione. Gli allarmi del Copasir e del senatore di Fdi Adolfo Urso non sembrano essere stati ascoltati. Se sommiamo l'assalto degli ultimi giorni alle ricche polizze di Banco Bpm e al 9% dell'istituto da parte di Crédit agricole, si comprende la morsa transalpina sul credito e sul debito bancario e non.

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