DAGOREPORT
CONTE M5S
(LaPresse) - Ennesima lunga giornata di incontri in via di Campo Marzio per fare il punto della situazione e decidere come arrivare all`appuntamento di mercoledì, quando il premier Mario Draghi si presenterà alla Camere dopo aver visto respinte le dimissioni dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Movimento 5 Stelle prende tempo, si riunisce nuovamente in un Consiglio nazionale notturno, discute, anche animatamente sul da farsi.
Le fibrillazioni all`interno dei pentastellati d`altronde non mancano, falchi e colombe si fronteggiano dopo il non-voto sulla fiducia al Senato sul dl Aiuti che di fatto ha innescato la crisi di governo. "In campo ci sono tutte le ipotesi", ammette la capogruppo al Senato Mariolina Castellone, senza escludere perciò quella del ritiro della delegazione M5s dal governo.
D INCA CONTE
Possibilità emersa ieri nel corso di una riunione notturna tra il presidente Giuseppe Conte e lo Stato maggiore del Movimento, e tornata sul tavolo in mattinata quando a presentarsi in via di Campo Marzio sono proprio i tre ministri grillini Stefano Patuanelli, Fabiana Dadone e Federico D`Incà. Ed è proprio quest`ultimo, secondo quanto si apprende, ad esprimere contrarietà rispetto al possibile ritiro della delegazione, e contro un possibile no alla fiducia. Il titolare dei Rapporti con il Parlamento avrebbe espresso "forte preoccupazione" per la situazione in cui si trova il Paese e avrebbe fatto riferimento allo "spread test atteso per giovedì: senza Draghi alla guida del Paese - la linea espressa dal ministro secondo quanto riferiscono alcuni presenti alla riunione - metterebbe in difficoltà anche le altre cancellerie europee".Fonti M5s smentiscono che sia stato Conte a chiedere le dimissioni, ma l`avvocato pugliese finisce ancora nel mirino di Luigi Di Maio. "Se Conte ritira i ministri di fatto si va allo scioglimento delle Camere, non ci sarà nessuna possibilità di mandare avanti il governo. Io lo voglio dire ai cittadini molto chiaramente: questa crisi avrà effetti pesanti".
GIUSEPPE CONTE
Poi ecco l`affondo: "Il Movimento come lo avevamo creato non esiste più, adesso è il partito di Conte - le parole del titolare della Farnesina -. Questo Movimento era nato per portare nelle istituzioni e al governo delle istanze, fare le riforme, stabilizzare il paese. Adesso colpisce il governo. Meraviglia che questo venga da un ex premier, forse per vendetta personale contro qualcuno, ma non possono essere i cittadini a pagare il prezzo di tutto questo".
Allo stato attuale comunque non è stata presa ancora alcuna decisione nel Movimento, ma il bivio si avvicina sempre di più col passare delle ore: uscire dal governo o rinnovargli la fiducia nel caso in cui Draghi mercoledì dovesse chiedere una verifica della maggioranza in Parlamento? Difficile immaginare un terzo scenario percorribile, che però per alcuni porterebbe direttamente agli attivisti.
GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI MEME
Ci sarebbe infatti l`ipotesi di ricorrere a un voto dell`assemblea degli iscritti M5S, per decidere quale linea tenere nei confronti del governo Draghi. È un`idea su cui si continua a riflettere ai piani alti del Movimento, a quanto viene riferito da diverse fonti parlamentari: "In Consiglio nazionale se n`è parlato, e del resto il M5S su scelte importanti ha sempre coinvolto gli iscritti". Inoltre, fa notare un deputato, "così come abbiamo chiesto alla base se entrare nel governo Draghi, dovremmo consultarla per decidere se uscire o meno".
giuseppe conte all assemblea congiunta dei parlamentari m5s
In attesa dello showdown domani il capogruppo alla Camera, Davide Crippa, riunirà i deputati grillini per analizzare lo stato dell`arte e sondare l`umore della truppa di Montecitorio. E l`occasione potrebbe trasformarsi in una vera e propria `conta` tra coloro che sostengono la linea dura nei confronti dell`esecutivo e i governisti che vorrebbero far rientrare la crisi votando la fiducia. L`assemblea, che si terrà alle 15 in videoconferenza, sarebbe stata convocata all`insaputa di Conte e dei vertici M5S. "Non credo che i parlamentari abbiano bisogno del permesso per riunirsi, anche perché la faccia sulle decisioni ce la mettiamo noi e mi pare che discutere sia il fondamento della democrazia", conferma a LaPresse un deputato, spiegando che "diversi miei colleghi hanno chiesto un'assemblea e mi sembra doveroso fare un passaggio come gruppo per parlare della situazione".
Davide Crippa M5s
È questa la motivazione ufficiale dell'incontro, che però potrebbe essere l'occasione per contarsi. Se infatti al Senato il gruppo pentastellato appare più compatto su una linea dura, a Montecitorio potrebbero esserci sorprese. "La maggioranza dei deputati è per votare la fiducia al governo, almeno a livello di opinione - assicura a LaPresse uno degli onorevoli pentastellati - ma poi bisogna vedere se questa opinione prevalente regge al momento del voto, qualora i vertici decidano invece di rompere con Draghi. In ogni caso le defezioni in Aula potrebbero essere abbastanza numerose". Defezioni che aprirebbero al rischio di una nuova scissione del gruppo.
giuseppe conte all assemblea congiunta dei parlamentari m5s 4 giuseppe conte all assemblea congiunta dei parlamentari m5s