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    BORIS FATTO A PEZZI - IL RAPPORTO SUL PARTY GATE INCHIODA IL PREMIER BRITANNICO JOHNSON, PARLANDO DI "ECCESSIVO CONSUMO DI ALCOL NON APPROPRIATO A UN LUOGO DI LAVORO", "INCONTRI DIFFICILI DA GIUSTIFICARE" E "POCA ATTENZIONE A QUELLO CHE STAVA ACCADENDO NEL PAESE" - LUI SI È SCUSATO E DICE DI VOLER DI ASPETTARE LA FINE DELL'INCHIESTA DI SCOTLAND YARD, MA NON HA NESSUNA INTENZIONE DI DIMETTERSI - SE DOVESSE APRIRSI UNA MOZIONE DI SFIDUCIA, SARÀ IL VOTO SEGRETO A DECIDERE IL SUO DESTINO… - VIDEO


     
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    Chiara Bruschi per "Il Messaggero"

     

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    «Fallimenti seri nella leadership e nel giudizio», «eccessivo consumo di alcol non appropriato a un luogo di lavoro», «incontri difficili da giustificare» e altri «che non sarebbero mai dovuti avvenire».

     

    E ancora: «Troppo poca attenzione a quello che stava accadendo nel Paese, considerando i rischi per la salute pubblica di alcuni di questi incontri e come sarebbero potuti apparire agli occhi della popolazione». E poi: N10 non è stato «all'altezza degli standard che il popolo britannico si aspetta e che merita».

     

    sue gray e boris johnson sue gray e boris johnson

    Il rapporto conclusivo dell'indagine sul partygate condotta da Sue Gray, seppur reso pubblico in minima parte per volere di Scotland Yard, che ha aperto un'inchiesta a sua volta, è impietoso.

     

    L'atteso documento è stato recapitato a Boris Johnson nella mattinata di ieri e il primo ministro si è presentato nella Camera dei Comuni nel pomeriggio per rispondere alle accuse che il dossier ha inevitabilmente sollevato.

     

    GLI EVENTI

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    Nell'estratto, la funzionaria ha confermato di aver analizzato sedici eventi organizzati negli uffici governativi durante i lockdown degli ultimi due anni, dodici dei quali sono al momento sotto la lente di ingrandimento della Metropolitan Police, a dimostrazione del fatto che in tutte quelle occasioni potrebbe esserci stata una seria violazione delle limitazioni anti-Covid allora in vigore.

     

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    Tre di questi coinvolgono Boris Johnson in prima persona: il famigerato garden party organizzato dal suo segretario Martin Reynolds, la festa di compleanno allestita a sorpresa dalla moglie Carrie nella Cabinet Room e un altro ritrovo risalente al 13 novembre 2020, questa volta non negli uffici di Downing Street, ma al primo piano, nell'appartamento privato del primo ministro e della sua famiglia.

     

    Una data che non è casuale: in quel giorno Dominic Cummings - diventato il nemico numero uno di Johnson - si era dimesso puntando il dito contro il primo ministro, e secondo le voci di corridoio la festa era stata organizzata proprio per celebrare la sua rocambolesca uscita di scena.

     

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    Nel frattempo la Met ha reso noto di aver ricevuto da Sue Gray oltre 300 foto di feste organizzate a Downing Street. Ci sono poi le versioni di oltre settanta persone intervistate, numerose email, messaggi WhatsApp e documenti che provano gli ingressi e le uscite dagli uffici.

     

    Una situazione non certo facile per Johnson, che ha dribblato le richieste di dimissioni arrivate dall'opposizione, rimandando la decisione alla pubblicazione completa del rapporto e alle conclusioni dell'inchiesta di Scotland Yard.

     

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    LE CRITICHE

    Il leader laburista Keir Starmer ha citato Margaret Thatcher nel sottolineare come «il primo dovere di un governo sia quello di rispettare la legge» e ha criticato Johnson per la sua «mancanza di onestà, integrità e autorità morale».

     

    Uno degli attacchi più duri è arrivato da Theresa May, collega di partito ed ex capo del governo: «Il primo ministro non stava osservando le regole che aveva imposto al resto del popolo. Non le aveva lette o non le aveva capite? Oppure pensava che non valessero per lui?».

     

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    Aaron Bell, sempre dai banchi dei Tory, ha ricordato il funerale della nonna, in cui potevano partecipare solo dieci persone e durante il quale non aveva potuto «abbracciare i parenti». «Pensa quindi che sia uno stupido?» per aver rispettato le regole, ha concluso.

     

    «Voglio scusarmi - ha detto Johnson, che non ha alcuna intenzione di dimettersi - per quello che abbiamo sbagliato e per il modo in cui la situazione è stata gestita. Questa pandemia è stata dura per chiunque e capisco la rabbia delle persone», ha aggiunto, per poi precisare: «Ho capito la situazione e metterò le cose a posto».

     

    boris johnson boris johnson

    E per farlo ha annunciato alcuni cambiamenti strutturali all'intento del suo staff: ha detto che creerà un Ufficio del primo ministro, metterà mano al codice di condotta per i dipendenti e introdurrà nuove misure per migliorare il lavoro del governo.

     

    Misure che Johnson si augura possano bastare a convincere gli scettici del suo partito. Per la mozione di sfiducia nei suoi confronti servono 54 richieste e fino ad alcune settimane fa erano, pare, una ventina. Se dovesse aprirsi una mozione di no-confidence, sarà il voto segreto a decidere il suo destino.

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