oris johnson davanti alla commissione sul partygate 1
Estratto dell’articolo di Sabrina Provenzani per il “Fatto quotidiano”
Le dimissioni di Boris Johnson […] Sono arrivate venerdì sera in polemica con un rapporto parlamentare che ha concluso che l’ex primo ministro ha deliberatamente mentito al Parlamento, negando le sue responsabilità sul Partygate, lo scandalo dei festini a Downing Street in violazione delle restrizioni Covid durante la sua premiership.
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[…] L’obiettivo, a giudicare da alcuni segnali, è un ritorno al potere di Johnson imbastendo una guerra fratricida, in campo politico aperto, all’interno del partito conservatore. Le dimissioni di Boris aprono la strada a elezioni suppletive nella sua circoscrizione elettorale, da sempre roccaforte conservatrice ma ora a rischio […]
La perdita quasi certa di questi tre seggi serve da spauracchio per la base conservatrice, che teme un trionfo laburista alle prossime Politiche, e fa da sfondo alle minacce nella lettera di dimissioni.
oris johnson davanti alla commissione sul partygate 2
Che Johnson ha usato per lanciare una narrazione alternativa di chiara ispirazione trumpiana: la commissione parlamentare che lo ha sanzionato è “una Corte illegale”, che si è accanita contro di lui per liberarsene “con metodi antidemocratici” e “senza uno straccio di prove”: è lui l’unico leader in grado di realizzare una piattaforma autenticamente conservatrice, che Sunak avrebbe tradito alzando le tasse, e far funzionare la Brexit, che Sunak sta annacquando.
boris johnson fa jogging
Attacco e delegittimazione delle istituzioni; travisamento della realtà; vittimismo; auto-esaltazione; auto-elevazione a campione dal popolo. […] È possibile che per ora quella di Johnson sia la reazione narcisista di colui […] contro la definitiva umiliazione politica.
Ma non si può escludere che vagheggi un ritorno nel 2024, stavolta con un partito personale: con sospetto tempismo, proprio nelle ore in cui si è dimesso, la commissione elettorale ha ricevuto la richiesta di costituzione di una nuova formazione politica, un “National Conservatism party” che, già dal nome, allude a una rifondazione dei valori conservatori in senso nazionalista. Sinonimo di un movimento che si è affermato negli ultimi mesi, spinto dall’intellettuale conservatore Matt Goodwin, che sulle dimissioni ha twittato: “Non credo affatto che Boris Johnson sia la risposta alla crescente lista di problemi del Paese.
addio a downing street di boris johnson
Ma sarebbe il più grande vaffanculo ai suoi critici e a buona parte dell’establishment se dichiarasse che Westminster è completamente fallito, il sistema è marcio, i Tories sono persi, il Labour vuole fare marcia indietro sulla Brexit. […]
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