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    “GAREGGERO’ NEI 100 RANA ALLE PARALIMPIADI DI PARIGI. ME LO CHIEDEVANO TUTTI MA LO FACCIO SOLO PER ME” – MANUEL BORTUZZO, RIMASTO SEMIPARALIZZATO NEL 2019 IN SEGUITO A UNA SPARATORIA DI CUI È STATO VITTIMA PER ERRORE, SI CONFESSA A "OGGI"– “IL GRANDE FRATELLO VIP? MI HA LASCIATO LA CONSAPEVOLEZZA DI QUALI COMPROMESSI SONO DISPOSTO A FARE E QUALI NO”. ARCHIVIATA LA STORIA CON LULÙ SELASSIÉ, MANUEL DICE: “VORREI AVERE ACCANTO UNA DONNA CON CUI…”


     
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    Anticipazione da Oggi - www.oggi.it

     

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    La notte tra il 2 e il 3 febbraio del 2019 la vita di Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto italiano, è cambiata per sempre: è rimasto paralizzato dalla vita in giù. Quest’anno, il 2 settembre, gareggerà nei 100 rana alle Paralimpiadi di Parigi e sul settimanale OGGI, in edicola da domani, racconta il percorso che l’ha riportato al nuoto: «Dopo l’incidente, sentivo molto la pressione esterna perché provassi a tornare a gareggiare.

     

    Lo capisco, io ero una bella storia da raccontare; ma dovevo fare i conti con nodi interiori che nulla c’entravano con la possibilità di nuotare di nuovo. Più me lo chiedevano, meno mi andava. Quindi ho fatto mille altre cose, finché non sono stato io a sentire la voglia di nuotare, per me e non per dimostrare qualcosa o accontentare qualcuno».

     

    Tra le cose che ha fatto c’è stata anche la partecipazione al Grande Fratello Vip: «Mi ha insegnato che ci sono tanti mondi e mi ha lasciato la consapevolezza di ciò che voglio davvero, quali compromessi sono disposto a fare e quali no».

     

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    Nel programma aveva anche avuto una breve relazione sentimentale con Lulù Selassié, archiviata da tempo. E ora Manuel dice: «Vorrei avere accanto una donna con cui condividere la vita, con cui essere soli insieme. Mi manca svegliarmi con un abbraccio, al mattino. Ho voglia di amare, della sicurezza che dà l’amore. E di avere dei figli».

     

    Il 25 giugno esce anche il suo libro «Soli nella tempesta»: «Scrivere è una specie di autoanalisi, lo faccio per fare ordine». E a chi lo leggerà si augura che resti «che siamo sempre tutti soli, ma che con quella solitudine si può fare molto. E che si può riuscire a fare i conti anche con cose molto difficili senza avere intorno mille persone».

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