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    TE LA DO IO L’ALLEANZA CON LE PEN: È CAOS TRA I "REPUBLICAINS" DOPO LA CACCIATA DEL PRESIDENTE CIOTTI - LA CRISI E' SCOPPIATA DOPO L’ANNUNCIO DEL SOSTEGNO AL "RASSEMBLEMENT NATIONAL" DELLA LE PEN ALLE ELEZIONI ANTICIPATE: L’UFFICIO POLITICO DEL PARTITO SI E' RIBELLATO A CIOTTI E LO HA SILURATO MA LUI SI E' OPPOSTO (“SONO E RESTO IL PRESIDENTE”) - LE ACCUSE DI TRADIMENTO AL POLITICO GOLLISTA FINITO NEL MIRINO PURE DI MACRON: “CIOTTI HA VOLTATO LE SPALLE ALL’EREDITÀ DEL GENERALE DE GAULLE. HA FATTO UN PATTO COL DIAVOLO”


     
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    Estratti da open.online

     

    ERIC CIOTTI ERIC CIOTTI

    Aveva annunciato il sostegno al Rassemblement National, la formazione di estrema destra fondata da Jean-Marie Le Pen ed “ereditata” dalla figlia Marine fino al passaggio di consegne all’attuale presidente e astro nasceste della destra nazionalista francese, Jordan Bardella.

     

    Ma non aveva fatto i conti con il suo partito. O meglio, non l’aveva proprio consultato. E così in 24 ore i Republicains, che raccolgono il timone della tradizione gollista, lo hanno estromesso dalla guida del partito.

     

    Eric Ciotti, che ne era presidente, è stato espulso su decisione dell’ufficio politico, costretto a riunirsi a 500 metri dalla propria sede. In un’ultima disperata mossa, Ciotti aveva infatti imposto i sigilli all’edificio, per evitare la destituzione. L’espulsione è stata votata all’unanimità durante l’incontro al Museo Sociale, e nel frattempo la guida del movimento – erede dei gollisti e fondato dall’ex presidente Nicolas Sarkozy nel 2015 – è stata affidata ad interim alla segretaria generale Annie Genevard e al capolista alle europee, François-Xavier.

    marine le pen vota per le elezioni europee 2024 marine le pen vota per le elezioni europee 2024

     

    (...) Dopo aver deciso sostenuto che il partito avrebbe appoggiato RN alle elezioni anticipate decise da Macron come conseguenza del voto alle Europee, e dopo aver tentato di evitare l’espulsione mettendo un lucchetto alla sede, Ciotti ha rifiutato l’esito della decisione dell’ufficio politico. «Io sono e resto il presidente della nostra formazione politica, eletto dagli iscritti», ha annunciato, «la riunione di oggi pomeriggio è si è svolta in violazione flagrante del nostro statuto, nessuna delle decisioni prese in questa riunione comporta conseguenze legali. Ma può avere conseguenze penali».

     

    ERIC CIOTTI ERIC CIOTTI

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    «Non c’è più niente di normale», spiegava l’agguerrito deputato Aurélien Pradié, «abbiamo fino a domenica per la commissione di investitura, chiameremo tutti un’ambulanza, anche Jordan Bardella, per farlo uscire da quell’ufficio». E parole più dure arrivavano da la presidente della regione Ile-de-France, Valérie Pecresse: «Non c’è posto per i traditori, per i golpisti», mentre le faceva eco Xavier Bertrand, presidente della regione dell’Alta Francia: «Ciotti non ha il senso dell’onore, ma quello del tradimento. E abbiamo capito che non ha neppure il senso del coraggio».

    macron macron

     

    Il presidente espulso era stato oggetto anche di un attacco diretto da parte del presidente Macron, nel suo discorso già da campagna elettorale per il voto previsto a fine giugno: «La destra repubblicana, o almeno il suo leader, ha voltato le spalle all’eredità del generale de Gaulle, di Jacques Chirac e di Nicolas Sarkozy. Ciotti ha fatto un patto col diavolo».

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