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Estratto dell'articolo di Rosarianna Romano per www.corriere.it
Rocco ha quasi 23 anni, viene da Conversano, in provincia di Bari, e studia Antropologia a Torino. È da qui che, lo scorso anno, è partito per […] fare la vendemmia in Francia. È bastata poco più di una settimana di lavoro nei vigneti della Borgogna per poi chiedere (e ottenere) la disoccupazione, una volta rientrato in Puglia. E, anche in questo inizio di autunno, sono centinaia i ragazzi che […] tornano in Italia e iniziano l’iter per ottenere la disoccupazione da rimpatrio.
«MEGLIO VENDEMMIARE ALL'ESTERO»
Molti di loro hanno meno di trent’anni e sono studenti e studentesse fuorisede. […] attratti anche dalla possibilità di ottenere qualche migliaia di euro al rientro, decidono di dedicarsi al lavoro nei campi. Mestiere che il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida vorrebbe incentivare con il servizio civile agricolo […] con un rimborso di 507 euro al mese da parte dello Stato.
Ma, al momento (e forse anche in futuro), i giovani tra i 18 e i 28 anni (lo stesso range di età che coinvolge la fase sperimentale del progetto del servizio civile agricolo), preferiscono vendemmiare fuori dall’Italia. […]
GRUPPI SOCIAL E PASSAPAROLA
[…] Esistono diversi modi per trovare queste occasioni di lavoro. Al primo posto ci sono i gruppi Facebook; uno fra tutti: «Les saisonniers agricoles». E poi, in generale, a prevalere nello scambio di informazioni è il passaparola.
[…] LA PAGA
«Sette ore di lavoro in totale, con molte pause», dice Rocco. Che spiega: «Facevamo massimo due ore e mezza di fila di lavoro. A qualcuno di noi hanno chiesto di lavorare un po’ di più, ma quelle ore sono state pagate come straordinario. In Francia - precisa - c’è il minimo salariale, cioè più di 11 euro lordi all’ora. A noi pagavano 12,50 euro lordi, quindi circa 10,20 euro netti».
PERCHÉ LA FRANCIA
Perché i ragazzi scelgono la Francia e non l’Italia? «Innanzitutto perché in Francia c’è un salario minimo – spiega -. Io, in Italia, per fare il cosiddetto “acinino” prendevo 35 euro al giorno, sempre per lavorare 7 ore, senza fermarmi mai. Nelle campagne pugliesi ci portavano solo un caffè, ma lo bevevamo mentre lavoravamo. In Francia, per la stessa giornata di lavoro, con due pause in mezzo, ho guadagnato più del doppio».
L'INDENNITÀ DA RIMPATRIO
«Ma il motivo principale della scelta di andare a vendemmiare all'estero - spiega Rocco - è la disoccupazione da rimpatrio: noi, per dieci giorni di lavoro, abbiamo preso circa 580 euro al mese per sei mesi. In totale, quindi, abbiamo ricevuto tra i 2500 e i 3500 euro». La disoccupazione da rimpatrio si può chiedere soltanto una volta nella vita e prevede ha un lungo iter. […]
CHI PARTE
Il target di persone che parte per fare questa esperienza è rappresentato soprattutto da studenti fuorisede delle città del Nord. […] Ad agevolare le operazioni, c’è lo scambio di informazioni tra chi ha già fatto il viaggio e chi deve partire. C’è un file, in particolare, che, inoltrato su WhatsApp, è su tutti i telefoni di chi ha fatto questa esperienza e che contiene tutte le informazioni utili a richiedere la disoccupazione da rimpatrio. Nome del documento: «Fuck the system. Come richiedere la disoccupazione da rimpatrio».
QUALCHE OMBRA ANCHE IN FRANCIA
In ogni caso, Rocco tiene a specificare che ogni esperienza è diversa e che anche in Francia può non essere tutto oro quel che luccica: «Noi siamo stati fortunati da ogni punto di vista. Perché, parlando con altra gente che ha lavorato in altre aziende, non tutti facevano pausa ogni due ore e mezza, non tutti hanno avuto una paga più alta del minimo salariale – dice -. E a non tutti gli straordinari sono stati messi in busta paga. Quindi anche la Francia ha le sue storture, ma chiaramente è un sistema che funziona».
E il nuovo progetto italiano presentato dal ministro Lollobrigida al G7 Agricoltura a Siracusa? «Non è il massimo – conclude -. Perché, da quello che so, il servizio civile copre 25 ore settimanali. Quindi, se la paga è di 507 euro al mese, facendo un calcolo i ragazzi sarebbero pagati 5 euro all’ora. Praticamente la metà di quello che ho preso in Francia».
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