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    PAPÀ, MI FAI UN SAFFO! - BRENDA BIYA, FIGLIA DEL PRESIDENTE DEL CAMERUN, FA COMING OUT: LA 26ENNE HA PUBBLICATO UNA FOTO SU INSTAGRAM IN CUI BACIA LA MODELLA BRASILIANA LAYYONS VALENÇA, CON LA SCRITTA: "SONO PAZZA DI TE E VOGLIO CHE IL MONDO LO SAPPIA" - UN GESTO VISTO COME "RIVOLUZIONARIO" NEL SUO PAESE D'ORIGINE, VISTO CHE LO STATO AFRICANO È UNO DEI 59 PAESI NEL MONDO CHE PUNISCE L'OMOSESSUALITÀ CON IL CARCERE...


     
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    Estratto dell'articolo di Chiara Nardinocchi per "la Repubblica"

     

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    Un bacio a fior di labbra e la dedica: «Sono pazza di te e voglio che tutto il mondo lo sappia». Detto fatto. Se non tutto il mondo, a notare questa foto è stato gran parte del Camerun perché a baciare la modella brasiliana Layyons Valença altri non è che Brenda Biya, figlia del presidente dello stato africano che assieme ad altri 59 paesi nel mondo guarda all'omosessualità come a un reato da punire e un male da estirpare. Così, quello che ad un primo sguardo poteva sembrare la dichiarazione d'amore di una giovane rapper (King Nasty, questo il nome d'arte ) alla sua ragazza, in poche ore è diventato un caso che sta mettendo in discussione uno dei capisaldi del governo di Biya padre. […]

     

    Un gesto d'amore e di rottura con la linea politica imposta dal padre che dal 1982 presiede il paese africano ed è stato forte sostenitore della revisione costituzionale che nel 2016 ha inasprito le pene contro coloro che hanno relazioni con persone dello stesso sesso. Secondo l'articolo 347-1 del codice penale l'omosessualità è punibile con la reclusione da sei mesi a cinque anni e sono sanzionabilii anche solo gli approcci online.

     

    paul biya paul biya

    […] Le reazioni non si sono fatte attendere. «In un paese in cui le persone vengono arrestate in base alla loro identità sessuale percepita o giudicate colpevoli di "tentata omosessualità" e condannate a cinque anni di carcere sarà interessante vedere quale impatto avrà la visibilità di Brenda Biya sui diritti LGBT+».

     

     A parlare è Kiki Bandy, blogger e attivista Lgbtqia+ camerunense che dopo il suo coming out è finita al centro di una vera e propria campagna d'odio sfociata in minacce di morte e di stupro tra cui quella del celebre produttore Agbor Gilbert Ebot che sui social disse che l'avrebbe stuprata «per bene, così il demone del lesbismo abbandonerà il tuo corpo».

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    Bandy si unisce al coro di associazioni, attivisti ma anche molti cittadini comuni che guardano a "Bree" come ad un potente detonatore capace in qualche modo di scalfire il muro di pregiudizio che schiaccia il paese, muro costruito anche grazie alle misure draconiane emanate dall'anziano padre. Per fare davvero la differenza, è necessario quindi che da presa di posizione personale, quella della figlia ribelle del presidente diventi una battaglia collettiva

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