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    “OGGI È DIFFICILE ESSERE PERSONE DI BUON SENSO, È UN'EPOCA DI ISTERIA MORALIZZATRICE” – LO SCRITTORE BRET EASTON ELLIS: “C'È LA TENDENZA A VEDERE TUTTO BIANCO O NERO, SI ZITTISCONO LE SFUMATURE. PARTE DEL PROBLEMA È CAUSATO DALLA CORRUZIONE ALL'INTERNO DEL BLACK LIVES MATTER. NEL METOO SI È SCOPERTO CHE MOLTE ACCUSE ERANO INFONDATE O CREATE APPOSTA PER CAVALCARE L'ONDA, E QUESTO HA VANIFICATO IL REALE SPIRITO FEMMINISTA DEL MOVIMENTO - GIORNI FA STUDENTI LGBTQ+ SVENTOLANDO LA BANDIERA DELLA PALESTINA DICEVANO…’”


     
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    Estratto dell’articolo di Miriam Massone per “la Stampa”

     

    […] Bret Easton Ellis […] Con Le Schegge (Einaudi), […] torna al romanzo dopo 13 anni. […] L'ex enfant prodige della letteratura americana ora ha 59 anni, […]

     

    Quale personaggio ha bussato alla sua porta (creativa) per farle scrivere Le Schegge?

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    «Matt Kellner. Il nome è fiction ma nella realtà è stato il primo ragazzo con cui ho fatto sesso. Durante il lockdown ho ripensato ai momenti di gioiosa gioventù, vissuti insieme a 16 anni. E sono tornato a chiedermi che fine avesse fatto».

     

    Non lo sa?

    «No, è un mistero. Nel 1981, l'anno in cui è ambientato il romanzo e frequentavamo la Buckley, lui sparì. Un giorno non venne più a scuola e da allora non ne ho mai più saputo nulla. Per questo già nel 1982 iniziai a imbastire Le Schegge».

     

    Cosa direbbe oggi al Bret adolescente?

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    «L'importante è vivere, anche il dolore, l'imbarazzo, inciampare, imparare dagli errori per diventare più empatici. L'unica cosa che gli direi, citando Gore Vidal, è: "Fai più sesso e appari di più in televisione"».

     

    […] «Non scrivo per i lettori né per l'editore, ma per me. […] Scrivo perché ho una questione da risolvere, un amore non ricambiato, un problema con mio padre […] quando lo faccio, arriva il sollievo».

     

    «[…] Ho avuto paura della celebrità: il primo grande successo, con Meno di zero, è stato fantastico, ero un golden boy, dopo due anni la gente ha cominciato a prendermi in giro, parlare male di me, e ho pensato che il mondo mi vedesse davvero così. Ora temo il cancro, di non avere abbastanza soldi, di perdere mia madre o il mio compagno, ad agosto è morta mia sorella in un incidente ed è stato uno choc. E mi fa paura il contesto in cui viviamo, sempre più "fake"».

    BRET EASTON ELLIS COVER BRET EASTON ELLIS COVER

     

    Tuteliamo le minoranze e la libertà, al tempo stesso il "politicamente corretto" a tratti sfocia in una censura castrante per la stessa libertà (vedi il sensitivity reader nella narrativa): come vive questa contraddizione?

    «Malissimo. Non siamo affatto liberi, c'è confusione su questo. Giorni fa studenti Lgbtq+ sventolando la bandiera della Palestina dicevano: "Siamo a favore di voi fratelli musulmani". Quando hanno capito che in quei Paesi gli omosessuali sono puniti con 30 anni di prigione, allora hanno corretto il tiro: "Ah ok, ora sappiamo come stanno le cose, ma siamo ancora con voi"».

     

    manifestazione black lives matter al lincoln memorial 28 agosto 2020 manifestazione black lives matter al lincoln memorial 28 agosto 2020

    Giusto o sbagliato annullare il premio alla scrittrice palestinese Adania Shibli, alla Fiera del libro di Francoforte?

    «Assurdo. Detesto l'atteggiamento di chi si sente in diritto di decidere chi può parlare e chi no, chi ha ragione e chi torto».

     

    Lei è stato considerato a lungo lo scrittore più scomodo d'America. Ci vuole coraggio ad esprimere un'opinione?

    «Oggi è più difficile essere persone di buon senso, c'è la tendenza a vedere tutto bianco o nero, si zittiscono sfumature e contraddizioni. Ed è sempre peggio».

    metoo 3 metoo 3

     

    Perché?

    «Parte del problema è causato da alcune esagerazioni, dal comportamento delle case farmaceutiche, ad esempio, ma anche dalla corruzione all'interno del Black lives matter.

    Nel MeToo si è scoperto che molte accuse erano infondate o create apposta per cavalcare l'onda, e questo ha vanificato il reale spirito femminista del movimento. Penso a Armie Hammer o Kevin Spacey, risultati poi innocenti. È un'epoca di isteria moralizzatrice».

     

    Come ne usciamo?

    BLACK LIVES MATTER BLACK LIVES MATTER

    «Quello che conta è restare sé stessi».

     

    Lei ci riesce?

    «Per me è più facile: non sono sposato, non ho figli, per chi ha una famiglia da mantenere è più complicato non badare alle conseguenze di aver detto qualcosa fuori dal coro».

     

    Chi sono i più "moralizzatori"?

    «È un'attitudine più tipica della sinistra, preoccupata di dover essere politicamente e moralmente corretta: chi si discosta rischia di essere emarginato. Conosco molti liberali di alta caratura intellettuale che sono stati messi da parte per essersi espressi, da un punto di vista biologico, sui transgender. […]».

     

    donald trump a detroit donald trump a detroit

    «[…] Vincerà di nuovo Trump? Non lo so. Anni fa mi sono trovato a una cena di milionari, a un certo punto qualcuno ha chiesto: chi di voi pensa che le elezioni siano state rubate? In 13 hanno alzato la mano e l'ho alzata pure io perché avevo paura di essere buttato fuori».

     

    Ha definito i Millennial la «generazione degli inetti». Sono maturati?

    «Oggi ho tanti amici ventenni, la Gen Z. E noto che anche loro hanno in antipatia i ragazzi della generazione precedente: pensano che siano tutti piagnoni, eccessivamente sensibili, li ritengono - attenzione perché dirò una parola assolutamente scorretta - un gruppo di ritardati».

     

    Almeno la Gen Z le dà speranza?

    «Nessuno mi dà speranza, ma mi rincuora la loro critica verso i lamentosi Millennial».

     

    Gli Anni 80 stanno tornando. Lei ne è il cantore: cosa avevano di speciale?

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    «La musica: era migliore. Ma soprattutto la libertà. Nessuno è mai stato più così libero. Noi potevamo offendere e sentirci offesi, non eravamo schiavi di un'ideologia. Oggi i ragazzi se dicono qualcosa di sconveniente vengono allontanati dalla scuola e il tasso di suicidi è schizzato: all'epoca non ho mai sentito di ragazzi medicalizzati per disturbi psichici e non c'erano sparatorie».

     

    La (vostra) Generazione X ha poi virato su posizioni più conservatrici…

    «Vero, proprio perché ci siamo goduti quella libertà, linguistica, culturale, che poi ci è stata portata via, alimentando il risentimento. Ormai si cammina sulle uova, bisogna stare attenti a mandare un messaggio a una ragazza con la quale vorresti uscire perché potrebbe interpretarlo come una molestia sessuale».

     

    Nessuna ombra in quel periodo?

    «Certo, c'erano superficialità, materialismo e la piaga dell'Aids». […]

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