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    “I MANESKIN? SONO LA PIÙ GRANDE ROCK BAND AL MONDO” - MICK JAGGER DIMOSTRA CHE LE DROGHE A LUNGO ANDARE TOLGONO LUCIDITA', INCORONANDO I QUATTRO RAGAZZETTI ROMANI: “L’ITALIA HA UNA TRADIZIONE MUSICALE FANTASTICA, MA NON È CERTO CONOSCIUTA PER LE ROCK BAND. TUTTI CI ASPETTEREMMO IN QUEL POSTO UN GRUPPO INGLESE O AMERICANO. NON SO SE IL ROCK COME FORMA DI MUSICA ABBIA UN FUTURO, SE DURERÀ ANCORA A LUNGO O SE VIVRÀ IN UNA FORMA FOSSILIZZATA” - VIDEO


     
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    Estratto dell'articolo di Andrea Laffranchi per www.corriere.it

     

    mick jagger keith richards copia mick jagger keith richards copia

    «Pensi che la festa sia finita/ quando è appena cominciata». Immaginatevi con queste parole in bocca a ottant’anni. Mmmmh... A Mick Jagger, che il traguardo lo ha passato quest’estate, invece stanno ancora benissimo. Quella è una strofa presa da Whole Wide World , una delle canzoni di Hackney Diamonds, il nuovo album dei Rolling Stones. Esce il 20 ottobre e arriva a 18 anni dal precedente A Bigger Bang e aggiunge un capitolo a una storia fondata sulla mitologia maledetta del sesso, droga e rock and roll e su una musica che partendo dal blues ha portato il rock a definire più di una generazione. 

    mick jagger sul wall street journal 1 mick jagger sul wall street journal 1

     

    «La mossa giusta è stata quella di non essere pigri», confessa Mick Jagger, con il suo inconfondibile accento cockney in collegamento audio da Londra. «Siamo addirittura a un buon punto di partenza per un altro disco: abbiamo registrato tanto materiale» aggiunge il frontman. «Spero che l’anno prossimo lo pubblicheremo e torneremo on the road anche se dettagli, date e scaletta non sono ancora definiti».

     

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    «Il fatto che andassimo in tour senza bisogno di un disco» spiega Mick «è il motivo per cui in passato non ci siamo molto adoperati per registrane uno nuovo. Se scrivi canzoni, però, a un certo punto vuoi dimostrare che sei ancora creativo in quel campo. Perché essere una band non vuol dire solo andare in giro a suonare sempre le solite vecchie canzoni: ne vuoi di nuove».

     

    Fra il mese di dicembre dello scorso anno e San Valentino ne sono arrivate più di venti: undici, più la cover di quella Rollin’ Stone di Muddy Waters da cui hanno preso il loro nome («Non l’avevamo mai suonata: è la chiusura perfetta del disco»), sono finite su Hackney Diamonds. [...] «Un sabato notte a Hackney, il finestrino di una macchina che va in frantumi e le schegge sul marciapiede».

     

    i maneskin aprono il concerto dei rolling stones 8 i maneskin aprono il concerto dei rolling stones 8

    [...] La morte di Watts avrebbe potuto essere la scusa perfetta per dire basta, dopo 60 anni in cima al rock’n’roll: «Dopo un po’, invece, abbiamo sentito ancora la voglia di proseguire. Non volevamo mollare. Avremmo anche potuto farlo, ma c’era un tour ed eravamo tutti pronti. Charlie stesso avrebbe voluto che lo facessimo, era stato lui a suggerirci Steve come suo sostituto. Siamo andati avanti, è stato difficile, ma nonostante tutto ci siamo divertiti». [...]

     

    fra gli ospiti del disco Paul McCartney: suona il basso in Byte My Head Off . «In fondo Paul aveva cantato con noi un paio di volte già negli Anni 60. E io ho suonato molto con John Lennon, ci divertivamo a cazzeggiare insieme con la chitarra. Paul era in studio a Los Angeles e aveva dei giorni di lavoro con il nostro stesso produttore, Andy Watt. Lo abbiamo coinvolto, gli abbiamo fatto sentire dei pezzi e lui ha suonato questo, molto tirato: è un gran bassista».

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    per il video di Angry  gli Stones prendono vita ed escono dai cartelloni pubblicitari di Los Angeles che li ritraggono in momenti iconici della loro carriera. Sembra che il Jagger di allora stia cantando proprio le parole della nuova canzone (lui non capisce che lei è arrabbiata, giura di non aver fatto nulla, ci sarà da crederci?) e gli altri stiano suonando a tempo.

     

    È tutto un lavoro d’archivio del regista François Rousselet: una ricerca certosina di esibizioni che usavano gesti simili e parole per far sembrare vero il labiale. «Non so se il rock come forma di musica abbia un futuro, se durerà ancora a lungo o se vivrà in una forma fossilizzata» racconta Mick. «Ma ci sono ancora dei ragazzi che prendono in mano una chitarra o suonano la batteria. Alla gente piacerà sempre suonare degli strumenti dal vivo, è più divertente rispetto a fare musica creata da macchine, e lo dico io che mi sono interessato a quei suoni studiando il lavoro fatto da Stockhausen nel dopoguerra, o con un’intelligenza artificiale che canta al tuo posto. E se usi chitarra farai di sicuro qualcosa che sarà un qualche tipo di rock. Che poi possa essere ancora superpopolare come una volta non lo so. Ce lo dirà il tempo. Certo, oggi mi stupisce che la più grande rockband nel mondo sia italiana».

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    Quei Måneskin che aprirono un concerto del loro tour a Las Vegas due anni fa: «È strano, no? L’Italia ha una tradizione musicale fantastica, ma non è certo conosciuta per le rock band. Abbiamo fatto uno show con loro, hanno avuto una risposta meravigliosa dal pubblico e sono andati benissimo. Sono la band dei ventenni di oggi e tutti ci aspetteremmo che in quel posto ci sia un gruppo inglese o americano».

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    In Italia c’è sempre più spesso lui, a giudicare dalle foto postate sul suo profilo Instagram. Turista a Catania fra vicoli e ostelli, fra gli scavi archeologici di Siracusa, a raccogliere arance in campagna. La leggenda metropolitana, lui si ritrae dal commentare l’operazione immobiliare, vuole che abbia comprato casa a Portopalo, estrema punta sud della Sicilia, dopo che l’isola ha preso il posto nel suo cuore che per anni è stato di Bolgheri e della Toscana. «Tutti amano l’Italia... In Sicilia ci ho passato molto tempo durante il lockdown e mi è piaciuta molto. Per questo torno spesso in visita» [...]

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