SÌ DEL PARLAMENTO EUROPEO A CHIEDERE IL RINVIO DELLA BREXIT
Antonello Guerrera per www.repubblica.it
theresa may
È il terzo giorno del giudizio per Theresa May e per la Brexit, in una settimana segnata da drammatici voti in Parlamento. Dopo l'ennesima umiliazione di ieri, oggi la premier britannica presenterà la mozione della disperazione: secondo il testo il suo bistrattato accordo sulla Brexit deve essere approvato entro il 20 marzo e, se anche questo dovesse accadere, May chiederebbe dunque all'Europa un'estensione fino a giugno per far passare tutta la nuova legislazione a Westminster e chiudere questa prima estenuante fase della Brexit.
THERESA MAY ALLA CAMERA DEI COMUNI
E intanto, com'era atteso, la Camera dei Comuni ha dato il via libera, con 412 "sì" e 202 "no", a una mozione che dà mandato a Theresa May di chiedere all'Ue un rinvio "breve" della Brexit, dal 29 marzo al 30 giugno. Mentre è stata bocciata l'idea di tenere un secondo referendum sulla Brexit (334 contrari e 85 favorevoli). L'emendamento, presentato dalla ex Tory poi confluita nel Gruppo Indipendente, Sarah Wollaston, proponeva di estendere l'articolo 50 del trattato di Lisbona per concedere tempo per una seconda consultazione popolare.
la camera dei comuni boccia per la seconda volta l'accordo sulla brexit
L'Ue le farebbe la concessione senza dubbio nell'ambito del prossimo consiglio europeo del 21-22 marzo e lo psicodramma Brexit verrà sopito per circa due anni, cioè il cosiddetto periodo di transizione nel quale verrebbero affinati i futuri rapporti tra i due blocchi.
Ma che cosa succederebbe se il suo accordo dovesse essere bocciato per la terza volta la prossima settimana? A quel punto May ha promesso (ed è scritto nella mozione) che chiederà allo stesso consiglio europeo un rinvio lunghissimo della Brexit, circa di un anno.
manifestazioni contro la brexit 1
Più che una resa, questa è l'ennesima minaccia della premier ai suoi parlamentari conservatori ribelli ed euroscettici e agli unionisti nordirlandesi per convincerli a votare prima la mozione di oggi e poi il suo piano entro il 20 marzo. Perché l'ipotesi di estensione annuale della scadenza del 29 marzo (oltre la quale c'è il No Deal, cioè l'uscita senza accordo di Londra dall'Ue, pericolosissima per l'economia), spaventa moltissimo i "brexiters" in quanto oramai viene considerata l'espediente supremo per far deragliare la Brexit, attraverso nuove possibili elezioni generali o, peggio, un secondo referendum. Non a caso, l'estensione lunga pare essere la strada preferita dalle autorità europee, come ha fatto intendere oggi il Presidente del consiglio europeo Donald Tusk.
theresa may alla camera dei comuni
Ma May sul suo accordo Brexit ha perso di 149 voti martedì sera e, se oggi passa la sua mozione, servirà un'impresa per far approvare dal Parlamento il suo piano concordato con l'Ue lo scorso novembre. Se invece la mozione oggi non venisse approvata dalla Camera dei Comuni, allora potrebbe davvero succedere di tutto: un accordo in extremis con Corbyn, il Parlamento che prende il potere e decide una Brexit soft (o un secondo referendum) o magari il burrone del No Deal.
la camera dei comuni boccia l'accordo sulla brexit 1
Che ieri è sì stato indicativamente rifiutato dalla maggioranza dei deputati britannici ma che allo stesso tempo resta l'automatica conseguenza qualora entro il 29 marzo lo stallo permanesse e il Parlamento non trovasse una qualsiasi quadra. Insomma, il disastro per il Regno Unito è sempre più vicino e, come ha detto oggi un anonimo negoziatore europeo, "Londra oggi è come un Titanic che pretende che l'iceberg si scansi".
BREXIT: BARNIER, PREPARARSI A NO DEAL
(ANSA) - Di fronte a questa "situazione di incertezza, se siamo lucidi e responsabili ci dobbiamo preparare ad una Brexit senza accordo, perché il 29 marzo è vicino". L'estensione sarà al voto stasera, "non mi permetto di intervenire su questo, ma voglio dire che la situazione è grave e che bisogna prepararsi" allo scenario di un 'no deal'. "Siamo pronti, ma raccomando di non sottostimare le conseguenze". Così il capo negoziatore dell'Ue per la Brexit Michel Barnier.
BARNIER michel barnier la camera dei comuni boccia l'accordo sulla brexit