Federico Novella per ''la Verità''
briatore
Finalmente abbiamo un accordo definitivo con l' Unione europea sulla manovra finanziaria. Qual è il verdetto di Flavio Briatore?
«Mi pare che la manovra alla fine l' abbiano scritta a Bruxelles. Si era detto che sul deficit saremmo rimasti al 2,4%, cascasse il mondo. E invece siamo scesi quasi al 2».
Bisognava evitare la procedura d' infrazione, e poi lo spread
«Tanto valeva partire direttamente dal 2».
La politica è l' arte della trattativa. Si spara alto per poi trovare un compromesso.
«Sì ma non è il gioco delle tre carte. Chiedere 100 per portare a casa 70 è una roba da venditori di tappeti».
briatore
Per usare un termine motoristico, visti i trascorsi del personaggio, l' Italia è ancora ferma ai box. L' acceleratore della crescita è ancora inceppato, dice Flavio Briatore. Lo intercettiamo a Montecarlo, uno dei tre poli del suo business legato alla ristorazione di lusso, diviso tra Principato, Gran Bretagna e Dubai.
Un giro d' affari in crescita, il suo, che supera i 60 milioni di euro. Con un occhio disincantato alla terra natìa, alle prese con la tormentata legge di bilancio.
È ancora contrario al reddito di cittadinanza?
«Una follia. Per carità, bisogna dare una mano a chi è in difficoltà. Ma un ragazzo che al Sud cerca un lavoro da 1.000 euro e ne può ricevere 800 dallo Stato, cosa vuole che faccia? Se ne sta a casa sul divano».
Ancora con la storia che al Sud non hanno voglia di lavorare?
«Ma no, io ho tanti dipendenti che arrivano dal Sud, e sono fenomenali. Però quando dovevamo aprire il Twiga in Puglia, cercavo 90 persone in zona: al Meridione non le ho mica trovate. Insomma diciamo che quelli volenterosi se ne vanno al Nord o all' estero. Al Sud rimangono quelli che non ci provano neanche».
briatore
Chi non cerca lavoro, non riceverà il reddito di cittadinanza.
«Guardi, piuttosto avrei dato soldi a chi fa un figlio. O avrei detassato i salari dei ragazzi al primo lavoro. Questa sembra elemosina di Stato che alimenta il lavoro nero. Non erano i 5 stelle il partito della moralità?».
Cioè?
«In campagna elettorale Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista erano considerati i fustigatori della morale. Però a quanto pare vale solo per la morale degli altri. Ora scopriamo che anche le persone più vicine ai leader pagavano i lavoratori in nero e avevano problemi con i fornitori».
Insomma, intravede scheletri nell' armadio?
«Ma l' armadio non è abbastanza grande. Non li contiene tutti».
Non era lei a dire: «Mettiamoli alla prova»?
«Sì, ma adesso è già da un po' che provano. E vedo molta incompetenza. Voglio dire, c' è gente che fa il ministro come primo lavoro».
flavio briatore al twiga
Forse preferiva la seconda Repubblica?
«Questo no, era comunque giusto cambiare. Questo che stiamo vivendo è il piano B, vale a dire raccogliere i voti di protesta. Adesso però non vedo il piano C. E quindi forse torneremo al piano A».
Alle ultime elezioni per chi ha votato?
«Alle ultime non ho votato. La volta precedente ho scelto Silvio Berlusconi. L' ho sentito qualche tempo fa, è in superforma. Dicono che sta ancora cercando il delfino, ma come dice lui stesso trova solo sardine».
È cambiato il suo giudizio su Matteo Salvini?
«Salvini sta cercando di mettere a posto le cose. Ma non esiste l' One man band. Serve un team efficace».
Mandi un messaggio al leader della Lega.
gp di montecarlo briatore
«Matteo, ricordati della flat tax: è fondamentale. Ricordati di parlare con gli imprenditori, che sono quelli che si prendono i rischi e danno lavoro alla gente. E ricordati del cuneo fiscale, che in Italia è una roba enorme: se ho un dipendente che costa 1.500 euro ma all' azienda ne costa tremila e rotti, non saremo mai competitivi. I francesi sul turismo hanno abbassato l' Iva, e noi ci inventiamo le tasse sulle auto di lusso?».
Si riferisce all' ecotassa sulle auto inquinanti?
«È il vecchio vizio di criminalizzare la ricchezza. Ma dietro le auto di lusso, dietro alla Ferrari, alla Maserati, alla Lamborghini, ci sono centinaia di migliaia di brave persone che lavorano per fabbricarle. A loro chi ci pensa?».
di maio briatore
Almeno sul taglio delle pensioni d' oro sarà d' accordo.
«Chi ha versato i contributi in proporzione dello stipendio che aveva, ha assolutamente diritto di avere la pensione, perché se l' è pagata. Ma ci sono miliardi di sprechi enormi su cui bisognerebbe intervenire».
Per esempio?
«Vedo molta gente inutile alla Camera e al Senato. Io mi terrei solo il 20% dei parlamentari, gli altri fuori. Poi quelli che restano puoi anche pagarli bene, se è gente valida».
briatore
Accetterebbe di fare il sottosegretario al Turismo?
«Sottosegretario? No, io «sotto» a qualcuno non ci voglio stare. Non mi piace proprio la parola».
Viceministro?
«Il problema è un altro. La burocrazia mi consentirebbe di lavorare seriamente? In Italia la burocrazia è una roba spaventosa, che ostacola i tanti italiani che si rimboccano le maniche ogni mattina. Ci vorrebbe una dittatura democratica, come negli Stati Uniti, per cui chi vince comanda davvero, fino a nuove elezioni».
Sogna l' Italia come una colonia americana?
«Beh no, siamo fisicamente troppo lontani. Però».
A proposito di Stati Uniti: sente ancora il suo amico Donald Trump?
«Ci siamo sentiti al telefono due mesi fa. Come stai, come non stai. Mi ha detto che sta portando avanti il lavoro più difficile della sua vita».
FLAVIO BRIATORE
E dell' Italia, cosa dice?
«L' Italia? Secondo me non sa neanche dov' è. Lui lavora per il bene degli americani. In generale l' Europa conta come il due di picche all' estero: esistono solo gli Usa, la Cina e la Russia».
C' è chi ammira il sistema russo: è tra questi?
«Dico solo che le sanzioni alla Russia sono allucinanti. Era l' unico Paese che ci portava denaro».
L' Europa reggerà?
«Ci pesa il fatto che l' euro per l' Italia è una valuta straniera.
Non possiamo stampare moneta come fanno gli americani. E poi anche in Europa troppa burocrazia, troppi Paesi».
Troppi Paesi?
santanche briatore
«L' Europa per come la vedo io dovrebbe essere composta da sette, otto Paesi al massimo.
Invece ci siamo presi la Grecia, che ha creato solo problemi.
Dovrebbero restar dentro soltanto Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito...».
In realtà gli inglesi se ne vogliono andare.
«Hanno fatto una gran cazzata e adesso se ne stanno rendendo conto. Basti vedere il crollo della sterlina. Ora nemmeno loro sanno come uscirne».
Ma insomma, come la raccontano all' estero l' Italia della terza Repubblica?
«Come sempre. Un magnifico posto di vacanza. Gli italiani nel food and beverage sono i migliori al mondo, e sanno come trattare i turisti».
Lei è contro il «turismo in ciabatte», cioè le invasioni di massa.
«L' Italia dovrebbe essere la Florida d' Europa. Abbiamo il dovere di essere competitivi e di scegliere il turismo che porta quattrini. Io non le posso vedere, queste grandi navi che arrivano a Venezia: i turisti scendono, risalgono, e non ti lasciano una lira. Una roba oscena. Fosse per me farei pagare il biglietto per entrare nelle città d' arte».
L' ha detto al ministro Gian Marco Centinaio?
BRIATORE BERLUSCONI E MARTIN BOUYGUES
«Sono andato a trovarlo, mi sembra una persona competente. Però vi sembra logico che il ministero del Turismo in Italia non abbia neanche una sede? Io son venuto a parlare di turismo e mi sono ritrovato al ministero dell' Agricoltura».
In effetti sono due competenze che fanno capo allo stesso ministro.
«Facciamola semplice. Di turismo se ne dovrebbe occupare direttamente il premier. Sul suo biglietto da visita dovrebbe essere stampato il Colosseo. Anzi, sa una cosa? Il Colosseo lo metterei direttamente sul tricolore».
Tornerà mai a vivere in Italia?
BERLUSCONI BRIATORE BOUYGUES
«No, mai. L' ho lasciata 30 anni fa, ora mi divido tra Montecarlo, Londra e Dubai. Sia chiaro, sono orgoglioso di essere italiano. Nel mio gruppo abbiamo 1.200 dipendenti e l' 80% sono italiani. Io aiuto l' Italia, ma restandone fuori. Da dentro è più complicato: mancano regole certe per chi fa business.
All' estero le cose o sono bianche o sono nere: in Italia abbiamo cinquanta sfumature di grigio».
Quando sceglie i suoi dipendenti è severo come nel talent show The Apprentice?
«Anche di più. Ma sono anche generoso. Chi lavora bene deve avere il salario giusto, che gli consenta di pagare il mutuo e mandare i figli a scuola».
E suo figlio Nathan Falco?
«Ha otto anni e conosce tre lingue: inglese, francese e italiano. Anche se l' italiano scritto lo sta ancora migliorando. Spero che a 18 anni inizi a lavorare, senza andare all' università. Voglio vedere subito se sarà in grado di portare avanti quello che gli lascerà papà».
briatore alonso
Altrimenti?
«Ci penseranno i manager».
briatore schumi flavio briatore e heidi klum 3
vacchi e briatore al twiga di pietrasanta flavio briatore e heidi klum 1 NATHAN FALCO E FLAVIO BRIATORE TOM BARRACK E BRIATORE ELISABETTA GREGORACI FLAVIO BRIATORE briatore-alonso briatore gregoraci nathan ELISABETTA GREGORACI FLAVIO BRIATORE FLAVIO BRIATORE DAL BARBIERE flavio briatore e heidi klum 4