• Dagospia

    “TOGLIAMO LE OPERE D’ARTE DALLE CANTINE E METTIAMOLE NELLE HALL DEGLI ALBERGHI” – BRIATORE RINCARA LA DOSE DOPO L’INVETTIVA PIENA DI PAROLACCE A ATREJU, OSPITE DELL’AMICA SANTANCHE’, CONTRO I RISTORATORI ITALIANI ACCUSATI DI ESSERE TRUFFATORI – “IO ATTACCATO DAI ROSICONI. IN ITALIA LA BUROCRAZIA È UNA FOLLIA. TRA COMMISSIONI, DIVIETI E VINCOLI, TUTTO DIVENTA DIFFICILISSIMO. E QUESTO STA AMMAZZANDO IL TURISMO. DOBBIAMO FARE COME SI FA A DUBAI O IN PAESI CHE SONO MOLTO AVANTI…” - VIDEO


     
    Guarda la fotogallery

     

     

    Riccardo Bruno per corriere.it - Estratti

     

     

    FLAVIO BRIATORE - DANIELA SANTANCHE - ATREJU FLAVIO BRIATORE - DANIELA SANTANCHE - ATREJU

    Flavio Briatore, ci dica la verità: la sua amica Santanchè si è arrabbiata per quello che ha detto?

    «Assolutamente no. Ho detto quello che penso, la realtà è questa. In Italia la burocrazia è insormontabile, è una follia. Tra commissioni, divieti e vincoli, tutto diventa difficilissimo. E questo sta ammazzando il turismo».

     

    In realtà, lei all’incontro di Fratelli d’Italia ad Atreju ha detto anche che noi italiani tendiamo a «fregare» il turista. Non è molto in sintonia con l’immagine dell’Italia terra di accoglienza.

    «O ci raccontiamo delle storie o siamo realisti. In questo momento nel turismo l’Italia è quinta o sesta, la Turchia è più o meno come noi, la Grecia ci ha superato. Ci sarà un motivo? Avete mai sentito dire a qualcuno che va in vacanza in Germania? Eppure anche loro sono al nostro livello. I numeri sono questi, l’Italia è il Paese dove la gente si ferma di meno».

     

    (...)

    I comunisti hanno remato contro il suo nuovo locale a Cortina?

    FLAVIO BRIATORE - DANIELA SANTANCHE - ATREJU FLAVIO BRIATORE - DANIELA SANTANCHE - ATREJU

    «È stato il solito chiacchiericcio dei rosiconi e dei gelosi. Poi abbiamo aperto ed è stato un grande successo. Il prodotto è piaciuto, abbiamo dato qualcosa in più e adesso sono tutti contenti. Cortina è un posto dove da vent’anni non si fa nulla. Per fortuna adesso stanno ristrutturando dei buoni alberghi, ma arrivarci è molto difficile. L’ideale sarebbe avere un aeroporto a 30-40 minuti, poi però trovi sempre qualcuno che si oppone, in Italia c’è sempre la guerra dei no».

     

    Qualche giorno fa sempre a Cortina, un noto marchio ha fatto proiettare uno squalo sulle Cinque Torri. Non è piaciuto a tanti.

    «Che fastidio dava. La verità è che c’è gente che non vuol cambiare nulla, pensa di avere il controllo di una località e questo per loro significa meno fai e meglio è. Ma se noi vogliamo ri-modernizzarci, dobbiamo avviare nuove iniziative. L’ho detto a Daniela (la ministra Santanchè, ndr), e lei è d’accordissimo. E dobbiamo avere a disposizione personale preparato, dobbiamo partire dalle elementari, insegnare la materia del turismo, educare i giovani, avere scuole alberghiere, istruire manager, maître e camerieri».

    Elisabetta Fabri, fabio briatore, daniela santanche, gianmarco mazzi e arrigo cipriani ad atreju Elisabetta Fabri, fabio briatore, daniela santanche, gianmarco mazzi e arrigo cipriani ad atreju

     

    Ha anche proposto di accogliere chi arriva sulle nostre coste con il cartello «Welcome».

    «Quando arrivo in Italia vorrei vedere un cartello con scritto “Welcome to Italy”, vorrei vedere gli aeroporti senza file interminabili, non aspettare 4 ore un taxi quando si arriva a Roma. Dobbiamo fare come si fa a Dubai o in Paesi che sono molto avanti».

     

    Dobbiamo copiare da Dubai?

    «Lì è stata fatta una grandissima operazione di real state e food and beverage. Ci sono 160 alberghi a 5 stelle, vent’anni fa non c’era niente. Operare lì molto semplice, è tutto bianco o nero, presenti un progetto, te lo approvano e parti. Io opero in tanti posti, il Paese più complicato è proprio l’Italia, il mio».

     

    In Italia abbiamo un patrimonio culturale un po’ più ricco. Qualche vincolo bisogna mantenerlo?

    flavio briatore atreju flavio briatore atreju

    «Sì, ma le opere d’arte restano nelle cantine. Su 5 milioni ne sono esposte appena 400 mila. Apriamo più musei e per esempio mettiamo delle corsie preferenziali: una per i ragazzi che possono aspettare e pagano di meno, e una per chi non ha tempo, non può passare mezza giornata in coda e paga di più per entrare subito. E i quadri, invece di tenerli in cantina, facciamoli vedere, mettiamoli per esempio nelle hall degli alberghi dove c’è passaggio. Facciamo delle cose che diano del valore aggiunto al nostro Paese».

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport