Enrico Franceschini per la Repubblica
un jumbo della british airways
Era una delle linee aree preferite d'Europa, non a caso co-proprietaria del Concorde, il più avveniristico e veloce jet per passeggeri della storia. Adesso rischia di fare la fine dell'Alitalia. La British Airways, dopo tre giorni di caos, centinaia di voli cancellati in tutto il mondo e i due maggiori aeroporti londinesi paralizzati, vacilla. Dovrà pagare 150 milioni di sterline (180 milioni di euro) di danni e biglietti da rimborsare. Il suo titolo ha perso il 25 per cento del valore in Borsa, che significa 500 milioni di sterline volatilizzati.
E 75 mila viaggiatori furibondi, tra cui molti suoi fedelissimi clienti, giurano di non volare mai più sui suoi aerei. C'è anche la vaga minaccia di una "class action", come si dice in gergo legale anglosassone, una causa collettiva per una sorta di estorsione: il sovraprezzo fatto pagare a chi si è prenotato su altri voli o altri aerei per tornare a casa. "La Ba ha due settimane di tempo per riparare la sua reputazione", scrive il Times di Londra. Altrimenti, tutto è possibile.
caos British Airways
Uno che potrebbe presto essere chiamato a pagare per i disagi dei giorni scorsi è Alex Cruz, l'amministratore delegato dell'azienda. "Non mi dimetto, non è stata colpa mia", ha detto in un primo momento, smentendo le voci che il guasto ai computer e al sito della British sia stato la conseguenza di tagli nel bilancio e della delocalizzazione del dipartimento informatico in India, come accusano i sindacati di categoria. Ora, tuttavia, si moltiplicano gli appelli al licenziamento di Cruz da parte di azionisti e consumatori.
Alex Cruz
Willie Walsh, il Chief Executive Officer supremo, alla guida dell'International Airlines Group che controlla la Ba e altre linee aeree, per il momento tace. Ma la perdita di un quarto del valore della società in borsa non gli è certo sfuggita e potrebbe a sua volta premere per l'estromissione di Cruz, facendone il capro espiatorio al fine di salvare la propria poltrona.
La ragione ufficiale citata fino ad ora per l'incidente è un black out elettrico che avrebbe mandato in tilt tutte le comunicazioni. Ma è il sesto problema di questo tipo verificatosi alla Ba nell'ultimo anno e, sebbene sia stato più grave dei precedenti, segnala che la compagnia avrebbe dovuto fare di più per eliminare simili rischi. A peggiorare le cose, tuttavia, è stato il trattamento dei passeggeri. Nessuna informazione per ore.
caos british airways1
Famiglie chiuse negli aerei sulla pista o costrette a bivaccare negli aeroporti, ricevendo al massimo l'offerta di bottigliette d'acqua minerale, talvolta costrette a pagare anche per queste. E poi, le "estorsioni": alcuni passeggeri sono stati costretti a pagare 800 sterline a testa per avere accesso a posti sui primi voli in partenza. Altri non sono stati rimborsati, pur avendo dovuto pagare fino a 1600 sterline l'uno per viaggiare, in alternativa, con altre compagnie. E quelli che chiamavano il centralino dal proprio smart phone per sporgere reclamo e ottenere un rimborso si sono sentiti annunciare da un nastro registrato che la chiamata sarebbe costata loro 55 penny al minuto: oltre al danno, per così dire, la beffa.
Willie Walsh
Di critiche, l'ad Cruz ne aveva ricevute anche prima. La British ha ridotto lo spazio fra le poltrone di classe economica, ha abolito cibo e drinks gratuiti sui voli a corto raggio, ha cominciato a fare pagare per prenotare in anticipo i posti migliori a bordo. L'obiettivo era ovviamente quello di risparmiare, nella competizione con le linee a basso costo come Ryanair e Easyjet, mantenendo però l'immagine di un servizio migliore.
Dopo il caos di questi giorni, coinciso per di più con un lungo weekend festivo e una settimana di vacanza scolastica che hanno acuito il disagio, molti si chiedono se non sia meglio viaggiare con le low cost. E la mitica British Airways, l'azienda del Concorde, la compagnia preferita d'Europa, di colpo rischia il declino.