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    “CON FITCH CHE DOPO 20 ANNI MIGLIORA IL RATING DELL'ITALIA FACCIAMO CADERE IL GOVERNO? SUVVIA SIAMO SERI!" - IL MINISTRO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE RENATO BRUNETTA: “CON IL SUPER GREEN PASS BOOM DI IMMUNIZZATI. L’OBBLIGO VACCINALE? ADESSO NON SERVE - VALUTIAMO ANCHE L’OBBLIGO DI MASCHERINA ALL’APERTO, PER ORA DECIDONO I SINDACI. RINNOVARE LO STATO DI EMERGENZA È SBAGLIATO”


     
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    Monica Guerzoni per il Corriere.it

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    «Il green pass è una storia di successo».

     

    Vero, ministro Renato Brunetta. Ma è anche una storia di critiche e polemiche politiche.

    «Quali critiche? Il green pass rafforzato è la nostra sicurezza. La stragrande maggioranza degli italiani ha scelto di vaccinarsi e gli ultimi giapponesi rimasti a manifestare in qualche angolo di piazza italiana, sono inseguiti dal vituperio delle genti, dal freddo e dalla solitudine».

     

    Non esagera?

    «No. Il green pass è un successo dovuto al senso di responsabilità e disciplina degli italiani. Sembra quasi una bestemmia, ma è la realtà».

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    Non è una bestemmia, lo ha detto anche Merkel.

    «Merkel ha detto “mi sentirei meglio se fossimo in una situazione come quella dell’Italia”. Se siamo messi così è merito degli italiani e del governo Draghi, che ha fatto la scelta del green pass in estate, del green pass obbligatorio per il lavoro a metà ottobre e poi del super green pass, che entra in vigore il 6 dicembre».

     

    Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo decreto?

    «Ricacciare l’indice di contagio Rt sotto l’1, perché sopra l’1 la situazione si fa via via sempre più preoccupante. La strategia è andare sopra il 90% di vaccinati con due dosi, limitare il più possibile il numero dei non vaccinati e, per chi non si immunizza, introdurre le restrizioni del nuovo decreto. E ancora non basta, perché le mascherine si sono rivelate fondamentali».

     

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    Tornerà l’obbligo di indossarle all’aperto anche in zona bianca?

    «Per ora la decisione è lasciata alla sensibilità dei sindaci e dei governatori e sta funzionando. Come sta funzionando il green pass rafforzato. Solo grazie all’effetto-annuncio molti no vax si sono convinti. È più che raddoppiata la propensione alle prime dosi, nell’ultima settimana sono cresciute del 44%. Il secondo effetto è la riapertura di tanti hub vaccinali che erano stati chiusi. Il terzo è il boom di terze dosi. Abbiamo superato le 400 mila e raggiunto poco meno di un milione di immunodepressi».

     

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    Risolverete il problema degli studenti sopra i 12 anni costretti a pagarsi i tamponi per andare a scuola?

    «Per i più giovani si sta studiando il tampone gratuito. Ma intanto aver introdotto l’obbligo di green pass per il trasporto pubblico locale, completando la catena della sicurezza senza interrompere la mobilità, è un fatto importante. Una strategia responsabile che rivendico».

     

    Anche se fare i controlli è quasi impossibile?

    «I controlli si stanno organizzando, sia a terra sia negli autobus, a campione. Ed è un elemento di fortissima induzione al comportamento responsabile».

     

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    Non è meglio l’obbligo vaccinale per tutti, come suggerito da Von der Leyen?

    «Noi, senza l’obbligo, siamo copiati e invidiati a livello internazionale, è un merito o un demerito?».

     

    Draghi sta valutando l’obbligo, oppure no?

    «Col solo effetto annuncio del decreto abbiamo raggiunto questo trend di vaccini e un Rt invidiatoci da Merkel. Tutto questo con il massimo delle aperture, piste da sci comprese. E senza neppure parlare di lockdown. Da noi l’obbligo c’è per i medici e dal 15 dicembre ci sarà per la scuola e per le forze dell’ordine».

     

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    Avete rinunciato a estenderlo a tutti i lavoratori?

    «Al momento l’obbligo vaccinale è sullo sfondo, non siamo in difficoltà come la Germania. Col super green pass avremo un Natale totalmente aperto. Nessuna restrizione per i vaccinati per le attività sociali, culturali e del tempo libero e consumi da boom economico».

     

    Draghi non impone l’obbligo per non scontentare la Lega in vista del Quirinale?

    «No, voi giornalisti siete troppo maliziosi. L’obbligo in questo momento non serve, stiamo meglio degli altri. Mettere in campo una decisione che non migliora le performance, produce multe che probabilmente non sarebbero pagate e fa incattivire le frange non vaccinate, non serve a nulla».

     

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    È riuscito a convincere Draghi a non rinnovare lo stato di emergenza?

    «Draghi ha ascoltato e ci sta pensando. Rinnovarlo darebbe un segnale sbagliato. Non siamo più a due anni fa, adesso conosciamo il virus. Il problema dei prossimi mesi non sarà interno ai Paesi ricchi e vaccinati, ma sarà implementare la vaccinazione a livello planetario per non lasciare campo libero alle varianti, con il rischio di vedersele tornare dentro casa. Magari a bucare i vaccini».

     

    Il virus costringerà Draghi a restare a Palazzo Chigi?

    «Io spero che abbiano ragione gli scienziati, persuasi che la variante Omicron possa risolvere il problema Covid. Avendo una diffusione molto più alta potrebbe vincere sulla Delta, e poiché sembra meno pericolosa da noi potrebbe diventare come un’influenza.

     

    La politica italiana non strumentalizzi la pandemia e si assuma le sue responsabilità: credibilità, riforme, mantenere gli impegni con la Ue e consolidare la ripresa. Il governo Draghi è una storia di successo che continua, sulla pandemia e sulla crescita al 6,3%».

     

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    Sul fisco centrodestra e renziani hanno bocciato il premier. È un segnale, in vista del Quirinale?

    «No, Draghi ha di nuovo dimostrato di saper ascoltare e decidere per il meglio e si è ancora una volta rafforzato come capo del governo».

     

    Il governo non cadrà?

    «Assolutamente no. Con Fitch che dopo 20 anni migliora il rating dell’Italia facciamo cadere il governo? Suvvia, siamo seri!».

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