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    BRUSH HOUR! LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI - PIER SILVIO ASSOLTO E FORZA ITALIA CHE NON CHIEDE LA TESTA DI ERRANI SONO UN SEGNO DEI TEMPI - SOLO GALAN METTE A RISCHIO LA PAX GIUDIZIARIA


     
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    Francesco Bonazzi per Dagospia

     

    PIERSILVIO BERLUSCONI COME RENZI PIERSILVIO BERLUSCONI COME RENZI

    Per una volta, Silvio Berlusconi non dovrebbe attaccare la magistratura e rischiare gli arresti domiciliari. Oggi il figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri sono usciti indenni dal processo Mediatrade, dove erano imputati di frode fiscale, con un misto di assoluzioni e prescrizioni. L’aria delle riforme condivise fa bene al neo renziano Pier Silvio, che in settimana si è spellato le mani due volte ad applaudire pubblicamente la sfida di Renzie per il cambiamento. E adesso gli avvocati del Banana tornano ottimisti, anche se non lo dicono, in vista dell’appello del processo Ruby, dopo la dura condanna a 7 anni in primo grado.

     

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    Una sentenza sfavorevole, oggi a Milano, avrebbe sicuramente esacerbato l’animo di un Berlusconi Senior che fatica a tenere unito il partito sul rispetto del Patto del Nazareno con Pittibimbo. Invece è arrivata un po’ a sorpresa una condanna a un anno per falso ideologico sulla testa del piddino Vasco Errani, che si è immediatamente dimesso da presidente dell’Emilia Romagna. Forza Italia non ha certo calcato la mano, il Pd gli ha chiesto di ripensarci e solo i grillini pretendono elezioni subito. Anche questo è un segno di tempi estremamente dialoganti.

     

    giancarlo galan giancarlo galan

    Il prossimo test sui rapporti tra giustizia e larghe intese sulle riforme, a questo punto, arriverà nel giro di un paio di settimane con la decisione sull’arresto del forzista Giancarlo Galan, indagato nello scandalo del Mose. Il Pd non può mostrarsi meno severo di quanto lo è stato con il suo Genovese, consegnato senza batter ciglio alla procura di Messina. Ma bisogna vedere come la prenderanno i deputati azzurri, che certo non molleranno il monumentale collega veneto con un passato da ministro della Cultura.

     

    Il fronte dei dissidenti sulle riforme, al Senato, intanto può sempre contare su circa 60 deputati e non sembra intenzionato a fare marcia indietro. E mentre i grillini aprono su doppio turno e premio di maggioranza per la legge elettorale, la riforma di Palazzo Madama rallenta in commissione, anche per via di una piccola frattura di uno dei relatori, il leghista Calderoli. L’arrivo in Aula, a questo punto, è previsto per martedì prossimo e le fibrillazioni continuano, tanto nel Pd quanto in Forza Italia.

     

    calderoliroberto calderoliroberto

    Il premier insiste comunque a ostentare ottimismo sui numeri, imitato da Madonnona Boschi, ma certo che tutto questo attivismo di un governo su una riforma costituzionale, per definizione appannaggio delle Camere, è davvero inusuale. Oggi Renzie è tornato a battere il tamburo con parole ai limiti della spavalderia: “Noi le riforme le facciamo, è giusto farle perchè l'Italia toni a essere leader. Piaccia o no a chi vuole frenarci, il risultato a casa sulla riforma costituzionale, sulla legge elettorale, sul lavoro, sulla giustizia, noi lo portiamo". E il governo è intenzionato a portare a casa “il risultato” perché "vogliamo troppo bene al Paese per lasciarlo a chi dice solo no e disfa i progetti altrui".

     

    JUNCKER STROZZA LUIS DE GUINDOS JUNCKER STROZZA LUIS DE GUINDOS

    La corsa di Renzie deve sempre fare i conti anche con la situazione economica e il peggioramento dei dati sul pil, che a ottobre potrebbero richiedere una robusta correzione nell’ambito del Def. Oggi però, per l’Italia profeta della “flessibilità” arriva una buona notizia da Bruxelles. Il futuro presidente della Commissione, il popolare lussemburghese Jean Claude Juncker, ha assicurato che il prossimo euro-ministro dell’Economia sarà un socialista. E da un socialista Roma si aspetta un occhio più indulgente sul nostro rispetto dei parametri di Maastricht.

     

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