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    BRUTTE NOTIZIE PER I NO VAX - UN'OPERATRICE SOCIOSANITARIA DI TERNI, SOSPESA DAL LAVORO E DALLO STIPENDIO PER AVER RIFIUTATO IL VACCINO CONTRO IL COVID-19, HA FATTO RICORSO AL GIUDICE DEL LAVORO CHE LE HA DATO TORTO RITENENDO LA MISURA "ADEGUATA E PROPORZIONATA" - LA DONNA, ADDETTA ALL'ASSISTENZA DI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI, SI ERA DETTA CONTRARIA VACCINO GIUDICANDOLO "UN TRATTAMENTO SANITARIO ANCORA DI NATURA SPERIMENTALE"


     
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    Un'operatrice sociosanitaria di Terni è stata sospesa dal lavoro e dallo stipendio per aver rifiutato il vaccino contro il Covid-19. Non d'accordo con il provvedimento, ha fatto ricorso al giudice del lavoro che ha, però, ritenuto la misura "adeguata e proporzionata". La donna, addetta all'assistenza di anziani non autosufficienti, si era detta contraria al siero perché "è un trattamento sanitario ancora di natura sperimentale".

     

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    In un primo momento, l'operatrice socio-sanitaria aveva fatto ricorso alla Usl competente che aveva confermato lo stato di inidoneità, limitando però la sospensione fino al 31 dicembre, salvo un ulteriore protrarsi dello stato d'emergenza.

     

    A quel punto la donna si è rivolta al giudice del lavoro, ottenendo anche in questo secondo caso esito negativo. Nell'ordinanza si legge infatti che "il dipendente è tenuto a osservare precisi doveri di cura e sicurezza per la tutela dell'integrità psico-fisica e di tutti i soggetti terzi con cui entra in contatto".

     

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    La sentenza del giudice evidenzia inoltre "l'obbligo di prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere effetti di azioni negligenti. È quindi da ritenersi prevalente, sulla libertà individuale di non sottoporsi al vaccino, il diritto alla salute dei soggetti fragili che entrano in contatto con chi esercita professioni sanitarie.

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