
DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI…
BRUTTE NOTIZIE PER I PENSIONATI – LA CORTE COSTITUZIONALE HA STABILITO CHE “RAFFREDDARE” LA RIVALUTAZIONE ALL’INFLAZIONE DEGLI ASSEGNI PENSIONISTICI, COME DECISO NELL’ULTIMA LEGGE DI BILANCIO, NON È INCOSTITUZIONALE – LA SENTENZA È NATA DAL RICORSO DI EX PRESIDI DI SCUOLA PUBBLICA DELLA TOSCANA E DELLA CAMPANIA CONTRO LA SCURE DEL GOVERNO – LA CGIL: “QUESTO SISTEMA COMPORTA UN’EROSIONE DEL POTERE D’ACQUISTO PER CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PENSIONATI...”
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”
Tagliare le pensioni si può. “Raffreddare” la rivalutazione all’inflazione degli assegni non è incostituzionale. Anche se la penalizzazione vale «54 miliardi al lordo delle tasse al 2032». Lo dice la Consulta nella sentenza 19, depositata ieri. E nata dal ricorso di ex presidi di scuola pubblica della Toscana e della Campania contro la scure del governo Meloni.
Dice la Corte Costituzionale che la perequazione è uno strumento tecnico che serve a garantire l’adeguatezza delle pensioni all’inflazione nel tempo. Ma non è un obbligo costituzionale. E «non annulla la discrezionalità del legislatore nella determinazione del quantum di tutela di volta in volta necessario in base alle risorse disponibili ».
giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse 2
[…] La misura di Meloni «non rompe gli argini» della Costituzione, segue «la tecnica della progressione inversa senza escludere nessuno », è «rispettosa» dei cardini costituzionali. E salvaguarda l’equilibrio dei conti pubblici.
Una sentenza netta. Molto più di quanto i ricorrenti potessero immaginare. Gli avvocati promotori, Giorgio Seminara e Elisabetta Castilletti, scrivono ai pensionati e promettono di continuare la «battaglia» ricorrendo entro sei mesi alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo. Perché sono stati «lesi diritti acquisiti» e «si mette in discussione il tenore di vita e il diritto ad avere una pensione dignitosa». Ai pensionati «resta l’amaro in bocca, ma non devono rassegnarsi alle ingiustizie».
corte costituzionale magistrati
Preoccupata pure la Cgil. «Questo sistema comporta un’erosione del potere d’acquisto per centinaia di migliaia di pensionati, senza alcuna garanzia di recupero futuro», scrivono la segretaria confederale Lara Ghiglione e il segretario nazionale dello Spi Lorenzo Mazzoli. Solo in tre punti della sentenza la Corte Costituzionale sembra guardare al futuro. Quando non esclude che «il legislatore possa tener conto della perdita subita, nel calibrare la portata di eventuali successive misure».
[…]
La Consulta si fa forte di molte pronunce degli ultimi anni. Solo in un caso dichiarò l’illegittimità del taglio alla rivalutazione, quella decisa dal governo Monti-Fornero nel 2011, perché la garantiva in modo pieno solo alle pensioni basse e escludeva tutte le altre. Fu poi il governo Renzi a dover restituire una parte dei soldi e solo in una fascia limitata. Eventualità ora esclusa.
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