Estratto dell'articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
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Schaerbeek una Molenbeek 2.0. La realtà del quartiere (un vero e proprio comune) in cui abitava Abdesalem Lassoued è forse l’emblema di come è cambiata la presenza araba e musulmana a Bruxelles. È una zona sociologicamente ed economicamente mista, dove il disagio dell’emarginazione si coniuga con la “gentrificazione” del XXI secolo, la trasformazione da luogo popolare a uno più elegante e di moda.
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È il secondo Comune brussellese per percentuale di musulmani, oltre il 37 per cento. Molenbeek conserva il primato, quasi il 40. Conta quasi 120 mila abitanti. Ma è spesso associata alla “gemella” Molenbeek anche in riferimento agli attentati del 2016. Alcuni dei terroristi infatti venivano e abitavano a Schaerbeek. E poi si sono rifugiati nel “rione” adiacente.
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Ecco la gigantesca contraddizione della Bruxelles musulmana. Una comunità integrata e schegge impazzite. […] Un po’ come la circoscrizione di Schaerbeek, sostanzialmente spaccata in due. La zona Est, confinante con il quartiere europeo (quello delle istituzioni Ue), è ormai assolutamente adeguata agli standard dei quartieri più in voga. Basta leggere i prezzi delle case per capire che ormai anche i funzionari europei stanno scegliendo questa periferia diventata elegante. […]
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La zona Ovest, quella scelta dall’attentatore, conserva invece i tratti della periferia ghettizzata. Nella comunità araba quella parte viene chiamata “Little Anatolia” per il numero cospicuo di residenti di origine turca. Insieme a marocchini e tunisini. […] A Schaerbeek c’è anche una delle moschee più frequentate di Bruxelles, Fatih Camii. Sebbene la Grande Moschea, […]
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Anche se quella più frequentata è nel cuore di Molenbeek. Basta allora attraversare il canale di Bruxelles per superare il confine tra il quartiere arabo e il centro cittadino. […] tra quei vicoli si nascondono molti dei dubbi che stanno accompagnando le indagini su Abdesalem Lassoued. Le autorità del Belgio, infatti, hanno mostrato molte lacune nella prevenzione nonostante l’esperienza del recente passato. Ma ci sono molte incertezze anche nelle investigazioni. Prima è stato smentito il nesso con la recrudescenza del conflitto israelo-palestinese e poi è stato confermato.
bruxelles schaerbeek
L’attentatore tunisino viene definito un “lupo solitario” e poi vengono arrestati due complici. Ma soprattutto le attenzioni si stanno concentrando su taluni aspetti dell’attentato. Come ha fatto Abdesalem a procurarsi un kalashnikov? Come è stato possibile che certi passanti fossero nel posto giusto al momento giusto per riprendere con il telefonino i due omicidi? Perché in alcuni video si sente una lingua apparentemente di una delle ex repubbliche sovietiche dell’Asia? È possibile il ruolo di servizi e Paesi stranieri? E come si può spiegare che il tunisino si sentisse così tranquillo il giorno dopo da andare a fare colazione in un bar qualsiasi? Interrogativi che iniziano ad accompagnare più intensamente le indagini che non hanno ancora toltoil velo su molti punti oscuri.