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LE BANANE NON SONO IL FRUTTO CHE CONTIENE PIU' POTASSIO
2. IL LATTE FA MALE?
dieta del latte 4
Come per tutti gli alimenti, anche nel consumo di latte è bene seguire la bussola della moderazione, come puntualizza la dottoressa Zoni: “Quello che è importante – come per l’assunzione di qualsiasi alimento e per ogni forma di nutrizione – è che ci sia varietà, senza eccessi. Questo garantisce l’introduzione di molecole diverse in dosi corrette. Se non ci si abbuffa di determinati alimenti, in genere poi si riesce a tollerare tutto.”
latte
Anche per il latte e i suoi derivati, inoltre, vale la regola qualitativa. Non esagerare nel consumo e preferire latticini di qualitàè certamente una scelta consigliabile.
3. LE BANANE SONO LE PIU' RICCHE DI POTASSIO
Quando si parla di potassio si indica sempre la banana come la regina degli alimenti. Vero? In realtà, non è l’alimento più ricco del prezioso sale minerale. È bene dunque sapere che 100 grammi di banana ne contengono circa 350 milligrammi, quota che non pone il frutto sullo scalino più alto di un’ipotetica classifica. E così, nonostante le continue smentite da parte della scienza dell’alimentazione, i consumatori rischiano di credere nell’ennesima leggenda metropolitana.
nadal che mangia la banana
Non a caso quando si hanno crampi per un’attività sportiva molto intensa – come quella dei runner – pressione alta o problemi di circolazione si raccomanda di consumare due banane al dì. E poi ci sono i fanatici per i quali la banana può risolvere ogni tipo di male. Così ci si sente raccontare che è un frutto insostituibile per tenere lontani i dolori muscolari, l’emicrania, i cali di concentrazione. Qualcuno la consiglia anche per l’unghia incarnita! Sempre per la solita storia del potassio.
banane
Il potassio è di fatto un sale minerale indispensabile per il nostro organismo: agisce sul controllo della contrattilità muscolare, è alleato del sistema nervoso e aiuta a mantenere i valori corretti della pressione sanguigna. Ma “il vero responsabile della falsa credenza è l’indimenticabile campione di tennis svedese, Björn Borg, che nella pausa delle partite si faceva inquadrare dalle telecamere mentre mangiava due banane. Eppoi, anche se è vero che le banane contengono il prezioso potassio, al confronto con altri prodotti si collocano al nono posto”, ricorda il professor Giorgio Calabrese, noto nutrizionista.
nadal che mangia la banana
Gli spinaci crudi, seguiti da rucola e cavolini crudi, ma anche da kiwi, grano saraceno, noci, olive nere, indivia, finocchi hanno la leadership tra ortaggi e frutta fresca e secca. Leader assoluti per il potassio, infine, sono i pistacchi.
kiwi
4. LO ZUCCHERO DI CANNA NON FA INGRASSARE
Ma quanto c’è di vero nelle leggende che circondano lo zucchero di canna? Proviamo ad analizzarne qualcuna: lo zucchero di canna non fa ingrassare? Beh, non esageriamo. La stessa leggenda circondava il consumo del miele negli anni 80, epoca da cui è partito il salutismo. Tutti si chiedevano come mai la dieta andasse a rilento nonostante avessero sostituito lo zucchero col miele, e poi si prendevano la briga di controllare le tabelle per scoprire che il miele ha 304 calorie per 100 gr, contro le 392 dello zucchero comune. Meno, ma non molto meno. Tenete conto, quindi, che lo zucchero di canna grezzo fa 370 calorie per 100 gr. Molto meglio lo zucchero di canna integrale, che ne fa 275.
zucchero di canna
5. LE UOVA FANNO MALE AL FEGATO
La risposta di Marcello Ticca, nutrizionista e dietologo
È uno dei “falsi miti” alimentari più duri a morire. In realtà si tratta di una affermazione estremamente generica, ed anche ingenerosa verso un alimento importante come l’uovo, il cui valore nutritivo è elevatissimo. Non è vero che le uova facciano male al fegato. Va anzi detto che, al contrario, le uova contengono molte sostanze che, oltre ad essere utili per un corretto funzionamento del fegato stesso, sono anche dotate di azioni protettive nei riguardi delle cellule che compongono il tessuto epatico: ad esempio fosfolipidi (sostanze grasse contenenti fosforo, costituenti essenziali di tutte le membrane biologiche), colina (una sostanza organica essenziale, che viene sintetizzata nel fegato ed è coinvolta in molte reazioni metaboliche) e metionina (un aminoacido essenziale contenente zolfo).
uova
In particolare, una carenza di quest’ultima facilita la degenerazione grassa del fegato, prima tappa verso una possibile cirrosi. Insomma, consumare uova, nelle dosi e con la frequenza che le Linee Guida suggeriscono (ossia un uovo da due a quattro volte a settimana) è possibile senza nessuna riserva, ed anzi può essere addirittura vantaggioso anche per chi soffra di malattie del fegato. Le uniche cautele ed eccezioni riguardano le persone portatrici di calcoli della colecisti o di infiammazioni acute o croniche delle vie biliari. Le uova infatti, come qualunque altro alimento contenente quantità non trascurabili di grasso, possono stimolare le contrazioni della cistifellea e provocare dolorose coliche.
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