IL POST DI BARGIGGIA SU MANCINI
Luca Cirillo per www.areanapoli.it
La vittoria dell’Italia a Euro 2020 ha tra i protagonisti principali il CT Roberto Mancini, autore di una vera e propria impresa. In questi giorni di festa, però, all'occhio attento del web non è sfuggito un post del giornalista Paolo Bargiggia, del lontano 2018. Dopo la mancata qualificazione ai Mondiali in Russia (all'epoca il CT era Ventura), quello compiuto dal tecnico della Nazionale Italiana è un autentico miracolo.
Bargiggia, quando fu scelto Mancini, commentò così: "Dunque per rilanciare l’Italia, la Figc ha preso Roberto Mancini, un tecnico che brucia giocatori in un nanosecondo se gli stanno anticipatici, che sta sulle palle a quasi tutti i colleghi, ricambiando. E che non parla ai giornalisti che lo criticano. Io non tifo Italia”, scrisse il giornalista.
PAOLO BARGIGGIA
Immediate le critiche: “Sempre sul pezzo. Scrivilo anche quest’anno un post del genere, così magari vinciamo anche i Mondiali”. Oppure: “Grande Bargiggia, dalla parte sbagliata. Sempre”.
PAOLO BARGIGGIA
La replica di Bargiggia è arrivata: “Qualcuno, stamane, ha ripescato un mio tweet di tre anni fa, quando criticavo la scelta di prendere il Mancio. All’epoca era un altro Mancini, molto frettoloso nel bruciare calciatori e poco simpatico nei confronti della stampa. Non mi sono tirato indietro, durante il suo percorso, nell’elogiare il commissario tecnico e la sua evoluzione” – le parole di Paolo Bargiggia nel corso della trasmissione “Il Sogno Nel Cuore”, su 1 Station Radio -.
PAOLO BARGIGGIA IN VERSIONE SUPER SAIYAN
"Mancini in finale è stato geniale, quando si è accorto che non riuscivamo a sfondare con l’attaccante, ha tolto Immobile e ha messo il falso nove. Bisogna riconoscergli i meriti di questa vittoria con le scelte che ha fatto nel corso della competizione. Roberto è completamente cambiato, maturato, lavorare in Nazionale gli ha portato tranquillità, soprattutto nelle scelte, che in un club non può avere. Le nostre società partono dei gradini sotto rispetto a quelle degli altri campionati, causa risorse economiche inferiori, ma con la Nazionale siamo riusciti ad essere alla pari. Il loro successo è dovuto ad un cambio di mentalità, di strategia, di progetto che c’è in Federcalcio. Non dimentichiamo la caciara che c’era con Tavecchio, Gravina ha restituito credibilità”.
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