Anna Lombardi per la Repubblica
buruma
Non è ironico? Volevo dedicare una copertina al caso degli uomini che sull' onda del movimento MeToo, anche se non sono stati condannati dalla legge, sono stati falciati dai social. E ho subito la stessa sorte: stanno mettendo alla gogna anche me».
A 24 ore dall' abbandono della direzione della New York Review of Books, Ian Buruma affida a un giornale, olandese come lui, le uniche dichiarazioni. Parla a Vrij Nederland - storica rivista culturale, nata durante l' opposizione nazista - non per campanilismo, ma perché una sua intervista era già in programma ed era necessario aggiornarla. Poche battute dopo le polemiche per quella copertina intitolata La caduta degli uomini: dove il pezzo più contestato è dell' ex conduttore radiofonico Jian Ghomeshi, che in Canada 24 donne avevano accusato anche di percosse. In otto lo avevano denunciato: ma era stato prosciolto.
La scelta di dargli la parola era stata discussa in redazione e decisa, dice Buruma, col consenso dell' editore Rea S. Hederman. Che nel frattempo ha cambiato idea: «Non mi ha licenziato» chiarisce l' ex direttore «mi sono dimesso io. Ho capitolato davanti alle pressioni dei social e degli editori universitari che minacciavano di boicottare la rivista».
Ian Buruma
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