Paolo Berizzi per ‘La Repubblica'
Metti che sei uno scienziato e ti occupi di proteomica, una branca della biologia molecolare che identifica e caratterizza le proteine. Metti che devi presentare alla comunità scientifica il tuo ultimo studio dal titolo (suggestivo ma di non facile presa)
Harry Belafonte e il proteoma segreto del latte di cocco.
Quale grafico o immagine sceglieresti per accompagnare la ricerca e renderla ancora più autorevole? Immaginiamo, ovviamente, la foto di una bionda fanciulla, senza veli e con il seno coperto da due noci di cocco con tanto di cannuccia. Se la risposta è esatta, allora potete comprendere e apprezzare lo sforzo del professor Pier Giorgio Righetti, docente presso il Dipartimento di Chimica del Politecnico di Milano, già ricercatore associato al Mit e all'Università di Harvard, e autore di decine di pubblicazioni scientifiche.
Oltre a un curriculum lungo 57 pagine, Righetti vanta una sfilza di riconoscimenti e premi per i suoi studi (proteomica, biomarker, patologie dei globuli rossi, allergeni negli alimenti). Il che, in qualche modo, fa apparire il tutto ancora più curioso, fino a far guadagnare al ricercatore un servizio sul Times.
Accade questo. Sul Journal of Proteomics, la rivista ufficiale dell'European Proteomics Association (EuPA) - della quale è co-direttore scientifico - Righetti pubblica il suo ultimo lavoro sul proteoma (l'insieme delle proteine di un organismo o di un sistema biologico). Lo chiama appunto Harry Belafonte e il proteoma segreto del latte di cocco. Sotto, campeggia una coconut woman, e Righetti scrive: «Ecco la vostra donna coconut, come forse è stata pensata da Belafonte. Però per il suo proteoma, date uno sguardo al report dentro!».
La citazione del Re del Calypso, come era soprannominato Belafonte, il cocco e la coconut woman. E la musica caraibica. Un ensemble perfetto per indagare i misteri delle proteine prodotte dal genoma. La provocazione - a cui Righetti non è nuovo - è bastata a "stimolare" il dibattito: ma soprattutto a tirargli addosso un mare di critiche. Dopo una pagina del Times, la pubblicazione è stata additata in rete come esempio di «pessima informazione». E l'ortodossia scientifica, via fb e twitter, ha accusato Righetti, oltre che di cattivo gusto, anche di sessismo. E lui? Imperturbabile. Pronto a tenere su il livello dello spirito (il suo).
PIER GIORGIO RIGHETTI COCONUT GIRLA una ricercatrice che gli ha chiesto il perché della scelta editoriale, ha risposto: «Hello prof. Rao... Mi chiedo se lei abbia studiato Vaticano. Siccome afferma di essere professore di biologia, mi lasci avvisarla che questa immagine è il meglio della biologia. Take care». Quel che più interessa allo scienziato, pare, è il successo mediatico. «Grandissimo! Non vi dico twitter, hashtag proteomics sexism... », ha commentato.
Dopo poche ore il direttore responsabile di Journal of Proteomics ha ritirato l'articolo della discordia e i fantasiosi "graphic abstract" con cui Righetti adora lanciare i suoi studi. Per esempio quello del 2012 sull'origine floreale del miele. In quel caso la foto allegata ritraeva due donne in posa sexy con chitarra in mano. Ieri al Politecnico di Milano sembrava che nessuno lo conoscesse, Righetti: «Non abbiamo contatti, è in pensione ed è solo un docente a contratto».