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    I CORSI ANTI-OMOFOBIA NELLE SCUOLE PREVISTI DAL GOVERNO SCATENANO I CATTO-BACCHETTONI: “È UN MODO PER INCORAGGIARE L’OMOSESSUALITÀ”


     
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    Vera Schiavazzi per ‘La Repubblica'

    Lotta all'omofobia nelle scuole o propaganda pro-gay in classe? Laici e cattolici italiani tornano a dividersi come non accadeva da anni. Al centro c'è il piano che burocraticamente viene chiamato ‘Strategia nazionale LGBT 2013'. Che il governo aveva varato con l'obiettivo di arginare l'onda di intolleranza e bullismo nelle aule. Ma che i cattolici avevano dall'inizio bollato come uno strisciante tentativo di incoraggiare i ragazzi all'omosessualità.

    Michela Marzano Michela Marzano

    L'ultimo episodio della battaglia risale a pochi giorni fa: il 20 marzo è arrivata a tutti i dirigenti scolastici di elementari, medie e superiori una circolare del ministero dell'Istruzione che "rinviava a data da destinarsi" i due giorni di corso di formazione per insegnanti previsti per questa settimana, confermando così una voce che circolava da tempo.

    A denunciare l'inconfessabile desiderio di lasciar cadere l'iniziativa era stata, a Montecitorio, la deputata Michela Marzano (Pd), con un'interpellanza, mentre Gabriele Toccafondi, sottosegretario all'Istruzione, vicino a Angelino Alfano, si impegnava da tempo contro "l'indottrinamento dei giovani" nelle scuole, remando contro l'intervento delle associazioni gay.

    L'interpellanza di Marzano, insieme alla pronta reazione di una parte delle associazioni impegnate per i diritti glbt hanno rotto il silenzio. Rivelando veti incrociati e lotte intestine che risalgono ai governi Monti e Letta, e all'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni del dipartimento Pari Opportunità del governo.

    «Il 19 aprile del 2013 - ricorda Marzano nella sua interpellanza - il governo ha formalmente adottato una "Strategia nazionale LGBT 2013-2015", un piano di azioni di risposta alle discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere». Il 18 dicembre 2013, il Ministero dell'Istruzione ha emanato un'apposita circolare a tutti gli Uffici scolastici regionali in cui si prevede lo svolgimento di una "Settimana nazionale contro ogni forma di violenza e discriminazione".

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    Ne è nato un progetto commissionato dallo stesso Unar e costato, così denuncia il quotidiano cattolico "Avvenire", 250.000 euro. Il titolo? "Educare alla diversità a scuola", a cura dell'Istituto Beck di Roma (una scuola di specializzazione accreditata dal Miur), che ha prodotto un kit di materiale informativo suddiviso secondo i diversi ordini scolastici.

    Il kit non è mai stato diffuso, il corso è stato rinviato. E la polemica si è fatta rovente, anche perché ci sono dieci milioni di euro stanziati per la "lotta al bullismo", e dunque anche per quella all'omofobia.

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    «Il Pd resta in silenzio - dice Enzo Cucco, presidente dell'associazione radicale "Certi diritti" - e ha firmato un patto elettorale di non belligeranza col Nuovo Centrodestra di Alfano. Ci aspettiamo un atteggiamento diverso da parte del ministro Giannini». E la vicenda ha già registrato un lungo elenco di reazioni.

    «Da parte mia c'è massimo impegno contro le discriminazioni - dice Toccafondi, finito nel mirino come responsabile del rinvio - Ma non possiamo usare la scuola italiana come un campo di battaglia ideologico, dobbiamo promuovere un confronto aperto tra docenti e famiglie».

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    A far reagire il sottosegretario è stata anche una sitcom in cinque puntate, "Vicini", che ha definito "di impronta culturale a senso unico". Ed è guerra tra sottosegretari, perché Ivan Scalfarotto (viceministro alle Riforme costituzionali e ai rapporti con il Parlamento) interviene così: «L'idea di un contradditorio nelle scuole tra posizioni diverse sulla lotta all'omofobia fa a pugni con il buonsenso. Toccafondi suggerisce forse di invitare i negazionisti quando si parla di antisemitismo?». Contro il rinvio dei corsi, intanto, sono intervenuti la Rete Studenti e molte altre associazioni.

     

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