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    “E COSI’ UNA STORIA TRA UNA RAGAZZA E UN RAGAZZO TRANS È DIVENTATA UNA RELAZIONE TRA DUE LESBICHE” – BUFERA SUL TG1 CHE CHIAMA "CIRA" IL RAGAZZO TRANS DI MARIA PAOLA GAGLIONE - DIVERSI UTENTI CRITICANO IL SERVIZIO ANDATO IN ONDA NELL'EDIZIONE DELLE 13.30 SULLA MORTE DELLA RAGAZZA SPERONATA DAL FRATELLO PERCHÉ AVEVA UNA RELAZIONE CON UN RAGAZZO TRANS - VIDEO


     
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    Da today.it

     

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    Tg1 nella bufera per un servizio sulla morte di Maria Paola Gaglione andato in onda durante l’edizione di oggi delle 13.30. Il giornalista parla di “una storia d’amore gay finita in tragedia, un sogno spezzato dalla furia omofoba”, per poi riferirsi al ragazzo trans rimasto ferito insieme alla giovane morta chiamandolo “Cira”.

     

    Su Twitter sono comparsi decine di messaggi di utenti stupiti e arrabbiati dopo il servizio del Tg1. Tra questi anche quello del Signor Distruggere, che ha definito “vergognoso” il servizio, nel quale “una storia tra una ragazza e un ragazzo trans è diventata una relazione tra due lesbiche”.

     

    Secondo una prima ricostruzione, il fratello di Maria Paola avrebbe inseguito la sorella e il compagno trans cercando di farli cadere da uno scooter in corsa. Maria Paola è finita contro un tubo per l’irrigazione che le ha provocato una grave ferita alla gola mentre Ciro è finito a terra, riportando la frattura di un braccio e qualche graffio. Il fratello di Maria Paola avrebbe detto ai carabinieri: “Ho fatto una stronzata, non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e a quella là che ha infettato mia sorella”.

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    Su Facebook la madre di Ciro ha scritto un duro post contro la famiglia di Michele Gaglione, accusando il fratello di Maria Paola di averla uccisa perché frequentava un ragazzo transgender. “I figli si accettano come sono”, ha scritto la donna, che poi ha rivolto un pensiero alla giovane vittima: “Paola deve riposare in pace”.

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    “Intanto si consuma un dramma terribile, nella peggiore negazione, e Ciro in questa violenza inaudita subisce pure la condanna dell’ignoranza di pseudo giornalisti e l’omertà della stampa. Lui non viene descritto come Ciro, ma come la compagna della ragazza morta. Se vogliamo capire cosa vuol significare che bisogna avere una legge contro l’omolesbobitransfobia, questo è uno dei casi più espliciti. Qui c’è un omicida, c’è la violenza di genere, c’è la negazione da parte di una stampa che non sa definire fatti e persone e l’Italia da cambiare”

     

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