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    CHENG FENG NON LASCIA LA PRESA SULLA AS ROMA - BUFFETT FREDDO: BERKSHIRE HATHAWAY RISCHIA DI NON CENTRARE I TARGET - NODO PERIODICI IN MONDADORI - CARNE DI VOLPE PER WAL MART…


     
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    Da ‘Il Sole 24 Ore'


    BUFFETT FREDDO
    Warren Buffett rischia di non centrare i target finanziari per la prima volta in 44 anni. Berkshire Hathaway, la società del finanziere americano, potrebbe infatti non aver aumentato la ricchezza della sua società (il cosiddetto net worth) più di quanto l'indice Standard & Poor's 500 ha fatto nel corso degli ultimi cinque anni. Dalla fine del 2008, infatti, l'S&P 500 ha restituito un incremento di valore del 128%, inclusi i dividendi. Il valore di libro delle azioni di Classe A di Berkshire Hathaway sono invece salite dell'80%. Se fosse così, sarebbe il primo mancato obiettivo in oltre 40 anni di attività per l'83enne miliardario guru di Omaha.

    WARREN BUFFETTWARREN BUFFETT

    CHENG FENG NON LASCIA LA PRESA SULLA AS ROMA
    Avanti adagio. Il magnate cinese Cheng Feng, presidente di Hna Group, e il suo staff starebbero secondo le indiscrezioni continuando a lavorare per subentrare a UniCredit (su tutta la quota di Piazza Cordusio o solo in parte) come azionista della As Roma. Da ultimare ci sarebbero ancora alcuni aspetti sia economici, sia legali, sia di governance.

    Non bisogna infatti dimenticare che tutta l'operazione è subordinata anche al via libera di James Pallotta, l'uomo d'affari statunitense che resta assieme ad altri soci americani l'azionista di riferimento del club giallorosso e che è assistito dall'avvocato e direttore generale Mauro Baldissoni. Insomma, l'architettura dell'operazione (studiata dal deputy general manager di Unicredit Paolo Fiorentino e dall'advisor Rothschild) dovrebbe richiedere ancora un po' di tempo prima di essere completata. Ieri alcune indiscrezioni davano come imminente la conclusione delle discussioni. In realtà, le parti torneranno a trattare alla fine della prossima settimana. (C.Fe.)

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    PER MONDADORI I NODI LIBRERIE E MAGAZINE
    È un lavoro complesso quello di Ernesto Mauri, Ad di Mondadori. Il manager punta a cambiare il modello di business dell'azienda, puntando sul digitale. Da sciogliere ci sono alcuni nodi, come quello dei periodici, in affanno per la crisi del settore: nei primi 9 mesi 2013 i magazine hanno avuto in Italia un giro d'affari di 253,1 milioni (in calo del 14,2% sul 2012) per la discesa dei ricavi diffusionali e pubblicitari. E anche i periodici francesi, che fino a poco tempo fa si erano difesi, hanno risentito della crisi.

    Come arginare il momento-no? Tra le ipotesi (sempre smentite) si è parlato di un matrimonio dei periodici con quelli di un altro gruppo editoriale oppure la cessione delle attività transalpine. Dall'altro lato Mondadori ha avviato una riorganizzazione del retail (565 punti vendita). In settembre Mario Maiocchi è diventato Ad di Mondadori Direct e Mario Resca presidente. L'obiettivo è puntare sulle location più centrali e sul franchising, con la chiusura delle strutture meno redditizie. (C.Fe.)

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    WAL-MART E IL MENU ISPIRATO A ESOPO
    A confronto, con le famose polpettine svedesi che furono ritirate dall'Italia e da altri 12 paesi perchè erano risultò che contenevano carne di cavallo, il passo falso di Ikea fa quasi sorridere. Perché, nelle frodi alimentari, il premio dell'anno (quello nuovo, mica quello vecchio, anche se iniziato da soli 2 giorni) viene assegnato a Wal-Mart. La super-catena statunitense di supermercati vendeva ai cinesi, il più grande mercato alimentare del mondo (1.500 miliardi di dollari), carne di somaro.

    E già qui ci sarebbe da ridire. Ma in Cina piace: è considerata un prelibato snack. Solo che non era mica somaro quella che Wal-Mart vendeva: si è scoperto che era carne di volpe. Da decenni il colosso americano è per molti l'incarnazione del lato peggiore della globalizzazione e del capitalismo rapace (a partire dalle polemiche sugli stipendi bassissimi dei dipendenti). E l'incidente della volpe, più che una «furbata», è l'ennesimo colpo alla sua immagine. (R.Fi.)

    STEVEN COHEN LASCIA MA BATTE GLI ALTRI HEDGE
    Steven A. Cohen sta per lasciare il palcoscenico degli hedge fund in grande stile. La performance della sua Sac Capital, accusata del più grande caso di insider tranding nella storia Usa e firmataria di un maxi patteggiamento con le autorità, ha battuto i rivali in termini di performance nel 2013. Al 27 dicembre scorso il fondo di punta del gruppo vantava guadagni del 20%. Il dato si confronta a un +9% registrato da altri hedge fund fino a fine novembre.

    LOGO MONDADORILOGO MONDADORI

    Cohen ha messo a segno tale performance nonostante uno staff più piccolo: in molti sono passati alla concorrenza dopo che in novembre il gruppo si è preso la responsabilità degli atti criminali compiuti negli ultimi 10 anni da almeno sei dipendenti. Dal mese prossimo Cohen inizierà a gestire solo il denaro di sua proprietà, così come previsto dal patteggiamento. Il denaro di investitori esterni al gruppo verrà restituito. Cohen nel frattempo rischia una causa civile da parte della Sec, la Consob Usa, che potrebbe radiarlo dal settore finanziario. (R.Fi.)

     

     

     

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