BUFFON
Massimiliano Nerozzi per la Stampa
Cambia solo il numero e il mestiere, ma l' impatto sulle sfide è lo stesso: «Buffon è il nostro Cristiano Ronaldo», dice un compagno sull' aereo che riporta la Juve a Torino, dopo aver sbancato Montecarlo. In fondo, hanno graffiato ugualmente l'andata delle semifinali: il fenomeno del Real ha schiantato l' Atletico con tre gol, il portiere ha murato il Monaco con altrettante paratone.
«Non è anche questa una tripletta?» Di diverso, ci sarebbe pure il Pallone d' oro, di cui Ronaldo fa ormai collezione e che Buffon ha solo sfiorato, nel 2006. Vuoi mai che una Champions tra le mani non porti pure altro. Anche se sul tema bisognerebbe invertire il senso delle cose, e del ragionamento, viste le decisioni surreali di alcuni anni: non è il Pallone d' oro a mancare a questi guantoni, semmai il contrario.
CRISTIANO RONALDO
«Fuori dall' ordinario» Neutralizzato il Monaco, e arrivato a un passo dalla finale di Champions, Buffon s' è messo ai tasti del telefonino, per il tweet notturno: «Un viaggio fuori dall' ordinario, ma lo straordinario deve ancora venire». Da Manchester a Berlino, troppe volte in Europa s' è fermato a pochi metri dalla Coppa. Non s' è depresso, ha continuato ad allenarsi per darsi sempre una seconda occasione: «Faccio quello che mi si richiede per stare a questi livelli».
È più facile dirlo che farlo, perché poi il capitano sa sempre stupire, anche chi lo conosce da sempre, come Silvano Martina, procuratore, confidente, amico: «Ogni parata di Gigi sembra semplice e quasi ti viene da dire: questa la facevo anch' io. Ovviamente, non è così».
BUFFON POST
C' è un segreto, che è molta ispirazione e altrettanto sudore: «È sempre piazzato benissimo». I voli per i fotografi li lascia volentieri agli altri. E se para tutto, come l' altra sera nel Principato, non fa una piega, come chi ha fatto niente più che il suo dovere: «Devo dimostrare di poter stare a questi livelli, nonostante la carta d' identità». In poche parole: «Far dire "peccato che abbia smesso" quando dirò basta. Lavoro per questo e giocare in questa squadra mi aiuta».
Così, un portiere fenomenale si trasforma in leggenda nazionale: e, come per i monumenti italiani, te ne accorgi di più quando sei all' estero. Bastava guardare la faccia dei francesi a Montecarlo, tra tifosi, giornalisti, ex giocatori, da Henry a Trezeguet.
Quasi commossi. Perché quello che stoppava due volte il giovane Mbappé è lo stesso che nel 2006 deviava il colpo di testa di Zidane, nella finale Mondiale. Decisivo, tanto per cambiare. Sono passati portieri, squadre, campioni, eppure Buffon è ancora qui. Ovviamente diverso nel fisico, non troppo negli atteggiamenti: è lo stesso che faceva errori ma aveva la faccia di confessarli, che vince la Coppa del Mondo e scende in serie B. Che guadagna milioni e va a fare volontariato alla mensa dei poveri, senza dirlo a nessuno. Che ha la passione da ultrà, ma che alle cinque del mattino, «ancora in trance agonistica», scrive su Facebook per difendere la memoria del Grande Torino.
MONACO JUVE MARCHISIO BAKAYOKO GLIK
Collezione da completare Nella collezione non ci sono solo la Champions, ma si sta attrezzando, e il Pallone d' oro, appunto. «Ma quello non mi manca: io sono qui e spreco energie per fare partite come quella con il Monaco, o con il Barcellona. Per condividere le gioie con compagni e famigliari: gratificazione più grande, non c' è».
BUFFON MONACO JUVE BUFFON