1 – BUGATTI VOITURE NOIRE, COM’È L’AUTO PIÙ COSTOSA DI SEMPRE
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Bugatti festeggia i 110 anni di storia e lo fa in grande stile. La casa automobilistica francese, in occasione del Salone di Ginevra, ha presentato Voiture Noire, l’auto più costosa di tutti i tempi.
Il cuore della nuova creazione è un motore a 16 cilindri, unico nel mondo dell’automotive, che sviluppa 1.500 CV e 1.600 nm di coppia. I sei terminali di scarico sul retro testimoniano la sua incredibile potenza, ma anche che non si tratta di un’auto elettrica, nonostante la tendenza del momento. La Voiture Noire è già stata venduta ad alcuni appassionati del brand per la cifra record di 11 milioni di euro.
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Con la parte frontale allungata e la caratteristica C-line Bugatti, la Voiture Noire ha i contorni della coupé. I paraurti sono perfettamente integrati nel corpo e il parabrezza sembra scorrere senza problemi verso i finestrini come la visiera di un casco.
Stephan Winkelmann, presidente della casa, ha affermato che l’auto è “molto più di un’interpretazione moderna” dell’iconica Type 57 SC Atlantic di Jean Bugatti, una delle auto più ambite dai collezionisti, e l’ha definita come “una festa dell’estetica”.
2 – BUGATTI VOITURE NOIRE: UNA SPLENDIDA FOLLIA
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Bugatti Voiture Noire: Quando si parla di Bugatti l’eccesso si trasforma in normalità. Parliamo di una diversa concezione dello spaziotempo, una zona in cui il tessuto dimensionale della ragione è deformato dalla forza di un buco nero che ne fagocita ogni frammento, tagliandola fuori dall’universo della vita normale. Materia ed energia si trasformano in follia pura, in una deflagrazione cosmica di esagerazione, distruggendo il buon senso con la violenza di una supernova.
Bugatti Voiture Noire
Perdonate queste iperboli, ma in che altro modo descrivere la Bugatti Voiture Noire, una cosetta venduta al modico prezzo di 11 milioni di euro tasse escluse? E’ stata mostrata al salone di Ginevra 2019, è l’auto stradale più costosa del mondo (ma guarda un po’).
Non una vettura storica venduta all’asta: è proprio il suo “prezzo di listino”, per modo di dire. Perché ne hanno costruita una sola, è un esemplare unico derivato dalla Chiron. L’occasione formale è la celebrazione dei 110 anni della casa francese. E l’hanno già venduta; il cliente ufficialmente resta riservato ma si presuppone si tratti nientemeno che di Ferdinand Piech, almeno secondo le voci che circolano nell’ambiente.
Cioè uno dei nipoti di Ferdinand Porsche e per diversi anni presidente del Gruppo Volkswagen, nonché a capo di uno dei rami delle due famiglie azioniste di riferimento del colosso industriale di Wolfsburg (l’altro è il ramo Porsche, le due cose non vanno confuse).
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Si dice che la sua fortuna personale si aggiri intorno ai 45 miliardi di euro. Soprattutto, è un profondo intenditore e appassionato collezionista di supercar. Non è quindi campata per aria l’ipotesi che lo indicherebbe come acquirente di questa follia suprema fatta vettura.
Qualcosa di incredibilmente speciale
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Ma cos’avrà di speciale la Bugatti Voiture Noire, a parte il prezzo? Si fa prima a dire cos’ha di normale: niente. Da un punto di vista estetico, i designer si sono ispirati ad un capolavoro del lontano passato, la Type 57 SC Atlantic progettata da Jean Bugatti, il figlio del fondatore Ettore. Quella vettura fu prodotta dal 1936 al 1938 in soli 4 esemplari, di cui ne sopravvivono solo due, uno dei quali appartiene allo stilista Ralph Lauren. E’ una coupé dalle forme molto allungate e armoniose.
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Si distingue per una specie di spina dorsale, un’appendice della carrozzeria che parte dal radiatore e attraversa verticalmente l’intero corpo vettura, dal cofano al tetto fino alla coda. L’omaggio della moderna one off è insito nel nome: infatti “La Voiture Noire”, la vettura nera, si riferisce espressamente alla seconda Atlantic prodotta, fatta costruire in colore nero per l’uso personale di Jean Bugatti. Di questo esemplare si sono perse le tracce durante la seconda guerra mondiale. Si dice che sia stato nascosto per evitare che i nazisti se ne appropriassero. Ma nessuno ne ha più saputo nulla. La sua sorte rimane un mistero ancora oggi.
Un design magico
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Se non fosse per la caratteristica calandra ad arco e per la grande scritta sulla coda, si faticherebbe a riconoscere una Bugatti nella Voiture Noire. La sua fisionomia infatti si stacca abbastanza decisamente dalla Chiron. Solo il tipico tema ovale del montante posteriore è appena accennato, per il resto il design, firmato da Etienne Salomé, è del tutto differente.
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I fari sono verticali e appoggiati ai lati del cofano sul limite esterno della carrozzeria; i LED sono a forma di diamante. Le prese d’aria inferiori sono ovviamente enormi, data la belva feroce che scalpita sotto; sono molto più grandi rispetto alla Chiron base anche perché qui il design ha sensibilmente ridimensionato le normali prese laterali in corrispondenza del motore (collocato in posizione posteriore centrale). Dallo stemma Bugatti in cima alla calandra partono tre linee molto dinamiche, le due nervature diagonali sul cofano e la linea verticale al centro che, come nella Type 57 SC Atlantic, attraversa l’intera carrozzeria.
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La vista laterale è di gusto abbastanza classico, ruote a parte; infatti il disegno dei cerchi a turbina ha anche una funzione aerodinamica, per dirigere l’aria verso i freni. Il cofano lungo slancia molto l’aspetto della vettura. Le linee combinate dello spiovente al tetto e delle nervature sulla fiancata rendono quest’auto leggiadra sopra e nervosa sotto. La coda è la parte più “cattiva”.
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E’ tutto un nido d’ape, per smaltire il calore da fornace sviluppato dal moloch che fa muovere le ruote. La linea di LED che attraversa l’intera larghezza dell’auto curva in basso creando un look tipo “stai-lontano-perché-ti-risucchio-in-scia-e-finisci-male”, qualora non bastassero i sei terminali di scarico al centro e le gomme larghe quanto una citycar messa di profilo.
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Sotto il cofano scalpita quella bestia feroce che è il motore W16 8.0 quadriturbo da 1.500 cavalli e 1.600 Newton Metri. Sembra che il cliente della Voiture Noire abbia chiesto un’erogazione più gentile e un comfort nelle sospensioni meno rigido, quindi è probabile che non abbia le stesse prestazioni della Chiron “ordinaria”. Del resto, se il proprietario è effettivamente Ferdinand Piech, a quasi 82 anni forse non ha voglia di spingerla a 380 Km/h come da limitatore elettronico. Forse.
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