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    BUIO “FITTO” SUL PNRR! LA QUINTA RATA E’ A RISCHIO - A MENO DI UN MESE DALLA SCADENZA, PREVISTA PER IL 31 DICEMBRE, GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI SONO APPENA 21 SU 52. MENO DELLA METÀ. EPPURE IL PERCORSO DOVEVA ESSERE IN DISCESA RISPETTO A QUELLO PROGRAMMATO DALL’ESECUTIVO DRAGHI, CHE AVEVA PREVISTO 69 TARGET. LA QUINTA TRANCHE, PROPRIO PER IL TAGLIO DEGLI OBIETTIVI, AVRÀ UNA DOTE PIÙ ASCIUTTA: CIRCA 11 MILIARDI INVECE DI DICIOTTO. MA I PROBLEMI PER IL GOVERNO NON FINISCONO: DEVE TROVARE CIRCA 10 MILIARDI PER RIFINANZIARE I PROGETTI DEI COMUNI CHE SONO STATI STRALCIATI DAL PNRR. IL MINISTRO FITTO…


     
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    RAFFAELE FITTO E GIORGIA MELONI RAFFAELE FITTO E GIORGIA MELONI

    Giuseppe Colombo per la Repubblica - Estratti

     

    A Palazzo Chigi la conta dei ritardi sul Pnrr è già partita. Nascosta tra i festeggiamenti reiterati per il sì dell’Europa alla revisione.

     

    Ancora ieri Giorgia Meloni, a Tg Poste , autoelogiava il lavoro del governo su un Piano che - sono le parole della premier - «ci ha permesso di essere la prima nazione europea a ricevere la quarta rata». La quarta.

     

    La quinta, invece, balla. A meno di un mese dalla scadenza, prevista per il 31 dicembre, gli obiettivi raggiunti sono appena 21 su 52. Meno della metà. Eppure il percorso verso la meta doveva essere in discesa rispetto a quello programmato dall’esecutivo di Mario Draghi, che aveva previsto 69 target.

     

    fitto meloni fitto meloni

    Il rimescolamento generale del Piano ha infatti asciugato l’impegno per portare a casa la quinta tranche, che tra l’altro, proprio per il taglio degli obiettivi, avrà una dote decisamente più asciutta: circa 11 miliardi invece di diciotto. L’ennesima rincorsa è nel resoconto che Raffaele Fitto presenta alla cabina di regia con i colleghi ministri e i rappresentanti degli enti locali.

     

    Sala Verde di Palazzo Chigi, ieri mattina. Il fedelissimo della premier chiede di accelerare. Dei 31 obiettivi ancora sospesi, una decina non preoccupano più di tanto perché agganciati a passaggi formali. È il caso della riforma delle classi di laurea: al completamento della milestone manca solo il parere delle commissioni parlamentari. Le difficoltà maggiori si riscontrano sul digitale: 6-7 obiettivi fanno fatica ad avanzare. La lista degli impegni è lunga, va dalla digitalizzazione dei processi a quella di 2,5 milioni di documenti del Consiglio di Stato.

     

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    Al netto della distinzione tra chi è in regola e chi no, è il prospetto generale dei target a spiegare perché in ballo c’è un pezzo importante del Pnrr. Dentro ci sono, ad esempio, la riduzione delle discariche abusive, le borse di studio per almeno 55 mila studenti (al momento ne sono state assegnate circa 58 mila), l’aggiudicazione di tutti i contratti per le nuove scuole e per l’Alta velocità ferroviaria Salerno- Reggio Calabria.

     

    Ma i problemi per il governo non finiscono qui. Deve trovare circa 10 miliardi per rifinanziare i progetti dei Comuni che sono stati stralciati dal Pnrr.

     

    (...)

     

    Lunedì, al ministero dell’Economia, i tecnici della Struttura di missione di Palazzo Chigi incontreranno quelli di via XX Settembre. I margini sono esigui, al momento 2-3 miliardi, che si potrebbero recuperare dal Piano nazionale complementare e da economie del Pnrr. Troppo poco. Spazi extra sono interdetti dal Tesoro. Il titolare Giancarlo Giorgetti non vuole mettere a repentaglio il bilancio dello Stato. Ma Fitto ha una promessa da mantenere con i sindaci.

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