Paolo Conti per il Corriere della Sera -Estratti
gennaro sangiuliano
«Devono passare sul mio cadavere….». Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano usa un’espressione colorita, ma decisa per respingere la richiesta dei vertici della Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek di Monaco di riavere il Discobolo Lancellotti, del II secolo dopo Cristo, considerata la copia romana più bella dell’originale bronzeo perduto di Mirone.
Aggiunge Sangiuliano: «L’opera deve assolutamente restare in Italia perché è patrimonio della Nazione. Spero ci venga restituita la base settecentesca. Penso che la ministra federale della Cultura, Claudia Roth, non sappia nulla di questa storia. E sono certo che la collaborazione tra Germania e Italia, già ottima in tanti campi, migliori ancora in futuro anche in quello culturale».
discobolo lancellotti
La lettera dalla Germania
Tutto nasce da una lettera inviata dal direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphan Verger, al suo collega Florian S. Knauß , direttore della Gliptoteca di Monaco, cioè delle Collezioni statali di antichità e della celeberrima raccolta bavarese di marmi fondata da Luigi I di Baviera nel 1815: lì sono esposti capolavori come il Fauno Barberini e la Medusa Rondanini.
(...)Adolf Hitler rimase colpito dalla statua durante la sua visita a Roma nel maggio 1938: era già da tempo l’emblema dell’estetica nazista, la regista Leni Riefenstahl trasformò il Discobolo nell’ideale ariano nel suo documentario «Olympia» dedicato alle Olimpiadi di Berlino del 1936.
La statua venne pagata 5 milioni di lire e consegnata da Hitler al museo di Monaco come dono al popolo tedesco. Rimase lì fino al 16 novembre 1948 quando il ministro plenipotenziario Rodolfo Siviero riuscì a inserirlo nella lunga lista delle opere d’arte illegalmente trasportate nella Germania nazista e che rientrarono nel nostro Paese.
gennaro sangiuliano foto di bacco (1)
L’acquisizione «legale»
Nella sua risposta Florian S. Knauß non solo nega la restituzione della base marmorea settecentesca ma scrive: «Non sono nella condizione di abbandonare la nostra rivendicazione legale di una restituzione del Discobolo al nostro museo. La scultura venne legalmente acquistata dallo Stato Tedesco (non nomina né il regime fascista né quello nazista, ndr) dopo essere stata offerta al Metropolitan Museum di New York. Le istituzioni italiane al potere in quel momento furono d’accordo con l’esportazione. Non è stato nemmeno un “regalo” a Adolf Hitler.
Il rimpatrio in Italia ha violato la legge, secondo l’opinione legale dello stato bavarese e del nostro museo». E cita due saggi che ricostruiscono le vicende del Discobolo firmati da Raimund Wuensche, archeologo, ex direttore del museo, e dello scomparso studioso Guenter Grimm. Quindi niente restituzione della base ma richiesta formale di rientro del Discobolo in Germania.
Il pericolo
adolf hitler benito mussolini
Come ha documentato la recente mostra «L’arte liberata 1937/1947» alle Scuderie del Quirinale, Hitler, Göring e altri gerarchi nazisti depredarono l’Italia di splendidi capolavori: Göring aveva in camera da letto la Danae di Tiziano e in giardino il Cerbiatto bronzeo di Ercolano. La richiesta della restituzione del Discobolo apre un capitolo rischioso: parlare di vendita regolare ad Hitler quando l’opera venne esportata per ordine di Mussolini e di Ciano significa negare una delle pagine più buie — le ruberie delle opere d’arte — del tragico rapporto tra fascismo e nazismo.
IL DISCOBOLO discobolo di mirone discobolo di mirone hitler