AF-FONDAZIONE MPS! - MODELLO SIENA: SE NON SEI D’ACCORDO TI CACCIANO! - L’EX DG DELLA FONDAZIONE, MARCO PARLANGELI, NEL 2011 ESPRESSE DUBBI SULL’ENNESIMO INDEBITAMENTO PER L’AUMENTO DI CAPITALE. LICENZIATO IN TRONCO IL GIORNO DEL PALIO (2 LUGLIO), MENTRE TUTTA LA CITTÀ PENSAVA AI CAVALLI - IL SINDACO CECCUZZI, APPENA ELETTO, DOVEVA DIFENDERE IL 51% DELLA FONDAZIONE…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Rosario Dimito per "Il Messaggero"
 
Sulle modalità di reperimento delle risorse per sostenere a giugno 2011, la ricapitalizzazione di Mps imposta dall'Eba, la Super Autorità bancaria europea, si consumò uno strappo al vertice della fondazione senese. L'allora provveditore, l'equivalente del direttore generale, Marco Parlangeli, fu sfiduciato dal presidente Gabriello Mancini. Parlangeli era contrario al ricorso al debito bancario.

IL DIKTAT
Una rimozione peraltro che venne condivisa dagli azionisti forti della fondazione, a cominciare dal sindaco di Siena Franco Ceccuzzi. Ma perchè si arrivò al ribaltone, in una fase tanto delicata della vita dell'ente? Analizzando i verbali della deputazione amministratrice, cioè il consiglio di amministrazione, del 28 giugno di due anni fa, si apprende che si era incrinato il rapporto fiduciario tra l'ente e il suo timoniere.

Parlangeli era stato nominato provveditore della fondazione nella riunione del 28 maggio 2003. Presidente dell'ente era da due anni Giuseppe Mussari, passato al vertice di Rocca Salimbeni nella primavera del 2006. Parlangeli si insediò dal 1° giugno di dieci anni fa, al posto di Emilio Tonini, un manager della vecchia guardia senese, che era stato nominato a metà maggio direttore generale di Mps.

Il nuovo capo operativo della fondazione era un senese doc (aveva 43 anni) e aveva trascorso tutta la sua carriera al Monte dove è entrato, da impiegato, nel 1983 (due anni prima di finire l'università). Dopo aver fatto varie esperienze presso alcune filiali italiane del gruppo, il nuovo provveditore nel 1994 è stato promosso funzionario addetto al coordinamento del gruppo e all'ufficio partecipazioni della direzione generale dell'istituto.

Tre anni dopo è stato distaccato alla Fondazione Mps e poi è stato assunto alle dirette dipendenze dell'ente, dove prima della promozione, ha lavorato come direttore amministrativo. In questo incarico Parlangeli ha avuto, fra l'altro, la responsabilità della parte fiscale e contabile, del personale e della gestione del patrimonio strategico dell'ente.
 
IL DIVORZIO
Durante una riunione molto concitata della deputazione di fine giugno, Parlangeli si schierò contro la soluzione di indebitare la fondazione. Mps fu costretta a varare un aumento da 2,15 miliardi e l'ente, che controllava il 56% del capitale totale, aveva bisogno di 1,09 miliardi. Per rastrellare le risorse necessarie, la fondazione vendette innanzitutto il 6,7% delle azioni privilegiate a Goldman Sachs per un controvalore di 370,4 milioni. Poi procedette alla dismissione dello 0,34% in Intesa Sanpaolo a favore della fondazione Cariplo. Prezzo: 119,3 milioni.

Infine sottoscrisse con 11 grandi banche italiane ed estere, capofila Jp Morgan (tra le banche nostrane c'erano Intesa Sanpaolo e Unicredit) un finanziamento da 600 milioni, garantito da azioni Mps concesse in pegno, con un periodo di ammortamento parziale. Questo prestito è stato poi, a giugno 2012, rinegoziato per allungarne la scadenza al 2017-2018. Inoltre l'ente vendette le quote in Mediobanca, F2i, Cdp, Fontanafredda.

L'allora timoniere della fondazione propose alcune soluzioni alternative allo scopo di evitare di appesantire i conti e ridurre al lumicino (25,5 milioni) le disponibilità liquide. Mancini convocò Parlangeli notificandogli la rimozione dall'incarico seduta stante dal 1° luglio ma con efficacia fine ottobre.

 

MARCO PARLANGELImpsFRANCO CECCUZZIFRANCO CECCUZZIGiuseppe Mussari arriva al Tribunale di SienaLogo " Goldman Sachs "MARCO PARLANGELI