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DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO…
1.AIRBUS, DASSAULT E ALENIA SVILUPPANO IL DRONE EUROPEO
r. e. "La Stampa"
L'Europa accelera sullo sviluppo di un drone europeo di nuova generazione. Le tre principali aziende aeronautiche del Vecchio Continente, Airbus Defence and Space, Dassault Aviation e l'italiana Alenia Aermacchi (Finmeccanica), hanno consegnato ai Ministeri della Difesa di Francia, Germania e Italia una proposta per portare avanti il programma per un aereo senza pilota «made in Europe», completando così la prima fase di definizione del progetto nato 11 mesi fa e stabilendo ulteriori dettagli per un approccio comune.
L'industria del Vecchio Continente - che vuole competere con Usa e Israele - è pronta per lo sviluppo di un sistema aereo avanzato a pilotaggio remoto di nuova generazione, denominato «Male2020». Il ministro della Difesa tedesco Ursula von der Leyen, però, ha frenato sul progetto: «Al momento - ha detto - non c'è alcuna fretta per una decisione».
2.BANCO POPOLARE LANCIA I "BOND DEL TERRITORIO"
teo. chi. per "La Stampa"
Un bond del territorio per aiutare le imprese, quelle micro, piccole e medie che stanno soffrendo la crisi da un punto di vista finanziario. A lanciare l'iniziativa a Genova sono il Banco di Chiavari (gruppo Banco Popolare) e la Camera di Commercio. Lo strumento consiste in un prestito obbligazionario a 3 anni a tasso fisso (1,60% lordo) emesso per un massimo di 5 milioni di euro che può essere sottoscritto da privati e aziende.
I fondi saranno usati per le aziende di Genova e provincia col l principio della leva 2 che garantisce in pratica un plafond di 10 milioni. «Si tratta - ha detto il presidente della Camera di Commercio, Paolo Odone - di un aiuto alle imprese che hanno difficoltà ad accedere al credito». Verrà formato un plafond per offrire alle imprese finanziamenti, da un minimo di 10 mila a un massimo di 200 mila euro a tasso variabile, per sostenere crescita, sviluppo e rinnovo delle scorte di magazzino.
3.LA CRISI PREMIA IL POLLO AMADORI INVESTE 200 MILIONI
Da "La Stampa"
Con la crisi e le diete più salutiste gli italiani riscoprono la carne bianca. E a beneficiarne sono le aziende di pollame. à il caso della Amadori che prevede investimenti per 200 milioni di euro in 5 anni. In particolare il colosso alimentare ha programmato nel quartier generale a San Vittore di Cesena investimenti importanti, anche nel settore energetico e ambientale come un nuovo rendering per la lavorazione dei sottoprodotti della macellazione costato 25 milioni, una centrale termica e cogenerazione da 8 milioni e un biodigestore anaerobico da 3,5 milioni.
«Nel periodo di crisi - sottolinea Francesca Amadori, responsabile corporate communication - hanno tenuto anche le vendite del prodotto top del gruppo, il pollo campese allevato all'aperto». In tredici anni si è passati da sei a 100 allevamenti. La produzione si attesta in circa 7,5 milioni di capi e rappresenta il 7% del fatturato globale di Amadori che nel 2013 si è attestato a 1,2 miliardi.
4.MONDADORI ACQUISTA IL PORTALE DELLE BOUTIQUE
Da "La Stampa"
Il gruppo Mondadori accelera lo sviluppo delle attività del «Grazia International Network» ed entra nel mercato dell'e-commerce della moda con l'acquisizione di London-Boutiques.com.
Il portale ha sede a Londra e offre la possibilità di acquistare sul web un'ampia gamma di capi di abbigliamento e accessori in vendita nelle migliori boutiques della capitale britannica. «Questa operazione si inserisce nel progetto di lancio della piattaforma globale di e-commerce del brand Grazia» dice l'ad del gruppo Ernesto Mauri. Dopo l'estate infatti sarà online la piattaforma internazionale graziashop.com.
5.ASTRAZENECA, ULTIMO NO A PFIZER
r. e. "La Stampa"
AstraZeneca ha respinto al mittente anche l'ultima offerta d'acquisto presentata da Pfizer, che ha rialzato la posta a 117 miliardi di dollari. Secondo AstraZeneca, anche questa proposta della concorrente Usa sottovaluta la compagnia.
Dovrebbe essere quindi tramontato il sogno di Pfizer di creare la maggiore compagnia farmaceutica del mondo, con quartier generale a New York e sede fiscale in Gran Bretagna (dove avrebbe beneficiato di tasse meno elevate). Il gruppo americano aveva infatti fatto sapere che, anche in caso di rifiuto di questa offerta finale, non si sarebbe rivolta direttamente agli azionisti con un'Opa ostile.
«Abbiamo rifiutato l'offerta finale di Pfizer perché è inadeguata e comporterebbe rischi significativi per gli azionisti, avendo inoltre serie conseguenze per la compagnia, i nostri dipendenti e il settore delle scienze della vita nel Regno Unito, in Svezia e in Usa», ha dichiarato il presidente di AstraZeneca Leif Johansson, che ha poi accusato la società Usa di volere la fusione solo per pagare meno tasse.
«L'approccio di Pfizer è stato guidato fondamentalmente dai benefici economici per i suoi azionisti legati al risparmio sui costi e alla minimizzazione delle tasse», ha infatti aggiunto Johansson, «dal nostro primo incontro in gennaio alla nostra ultima discussione di ieri e nelle numerose conversazioni telefoniche in mezzo, Pfizer non è mai riuscita a elaborare una strategia, un piano aziendale o una valutazione che fossero convincenti».
La società eventualmente nata dalla fusione sarebbe stata controllata dal gruppo americano con una quota del 73%. L'operazione era stata fortemente avversata sia dalla politica che dai sindacati britannici, nel timore di tagli all'occupazione e di danni al ruolo del Regno Unito come hub di ricerca e sviluppo.
Il corteggiamento di AstraZeneca nasce in un contesto che vede Pfizer e gli altri colossi mondiali del farmaco alla ricerca di maniere per compensare la riduzione dei ricavi legati ai tagli nella sanità pubblica in alcuni paesi e alla scadenza di numerosi brevetti.
PARTERRE
Da âIl Sole 24 Ore'
DEL PUNTA IN POLE PER IL CDG DI INTESA
Dopo la nomina di Omar Lodesani come coo, Intesa marcia verso una sostituzione lampo di Francesco Micheli anche per quel che riguarda il suo posto da consigliere di gestione. Si riunisce stamattina a Milano il comitato nomine del Consiglio di Sorveglianza della banca, che dovrà formulare una proposta destinata a finire sul tavolo del CdS nella riunione (già fissata) di dopodomani. A chi toccherà prendere posto vicino a Gaetano Miccichè e Bruno Picca? Guardando alla primissima linea dei manager, i papabili almeno sulla carta sono il cfo Stefano Del Punta, il chief governance officer, Paolo Grandi, e il chief lending officer, Eugenio Rossetti (oltre naturalmente a Lodesani, anche se pare improbabile una doppia promozione a distanza di una settimana).
In vantaggio è il primo, anche con un occhio alla Vigilanza: è noto, infatti, che Bankitalia preferisce vedere in Cdg manager con funzioni di controllo. Chiusa questa pratica, si ragiona in Ca' de Sass, per qualche mese non si vedranno nomine di peso: lo tsunami arriverà non prima dell'autunno, sotto l'effetto combinato del nuovo piano industriale e dei prepensionamenti. (Ma.Fe.)
FIAT, ALL'UTILE IN EUROPA MANCANO 250MILA AUTO
Fiat Chrysler perde ancora in Europa, come molte delle concorrenti, e al pareggio mancano 250mila auto. La cifra è stata fornita a Detroit dal direttore finanziario del Lingotto, Richard Palmer, in una risposta alla domanda di un analista. «Il punto di pareggio nella regione Emea - ha detto - è attorno agli 1,3 milioni di veicoli venduti». L'anno scorso Fiat e Chrysler ne hanno consegnati poco più di 1,05 milioni, con una perdita operativa calata a 470 milioni dai 703 del 2012 (il passivo è peraltro diminuito nonostante un calo delle consegne, per effetto del contenimento dei costi).
Se il pareggio è a quota 1,3 milioni, l'obiettivo di 1,5 milioni fissato dal piano 2014-2018 dovrebbe finalmente riportare in attivo i conti anche nel Vecchio continente. La strada però è ancora lunga: le vendite di Fiat Chrysler nei primi 4 mesi dell'anno sono sì cresciute a livello globale (+6% a 1,535 milioni) ma sono stagnanti in Europa (+0,5% nei Paesi Emea a 390mila unità ), e vedono anzi un calo ad aprile (-1% a 103.900 veicoli venduti). (A.Mal.)
MONTEBELLUNA «APRE» IL DIALOGO CON BANKIT
Un incontro «costruttivo». Così il nuovo presidente di Veneto Banca, Francesco Favotto, ha commentato l'incontro avuto ieri in Bankitalia con il direttore generale di Via Nazionale, Salvatore Rossi, e il capo della vigilanza, Carmelo Barbagallo. L'appuntamento, a cui ha partecipato anche il vice presidente di Veneto Banca Alessandro Vardanega, è servito al management di Montebelluna a presentare la nuova governance della banca e lo stato di avanzamento del progetto di rafforzamento patrimoniale, che comprende la conversione del bond convertibile da 350 milioni, l'aumento da 490 milioni e la cessione di Bim.
Un programma che, qualora venisse attuato per intero, dovrebbe portare Veneto Banca ad ottenere un Cet 1 superiore all'11%. «Nelle intenzioni mie e del Cda - ha aggiunto Favotto - quello di oggi è il primo di una serie di incontri diretti alla piena condivisione delle iniziative di carattere strategico che intendiamo avviare». Chissà se il dialogo, unito al rafforzamento patrimoniale, basterà ad evitare le richieste di aggregazione. (R.Fi.)
KERVIEL SI CONSEGNA ALLA GIUSTIZIA FRANCESE
Fine della corsa. Dopo un lungo viaggio mediatico a piedi fino a Roma, dove ha incontrato anche Papa Francesco, Jérome Kerviel, l'ex trader di Société Générale, è tornato in cella. Condannato a cinque anni di reclusione, di cui tre senza condizionale, lo yuppie pentito ha finito il suo lungo cammino al commissariato di Mentone, al confine con l'Italia, e adesso si trova nel penitenziario di Nizza.
Il trentasettenne, che fino all'ultimo era rimasto in Italia e aveva espresso l'intenzione di restarci fin quando il presidente Francois Hollande non avesse concesso un'«immunità » si è consegnato domenica notte alla giustizia francese, seguito da un codazzo di giornalisti e tv. Circa due mesi fa, il 19 marzo, la Cassazione ha confermato la sua condanna per aver fatto perdere alla Société Générale 4,9 miliardi di euro. La «libertà è prima di tutto nello spirito» dice ora Kerviel, «e da questo punto di vista oggi sono completamente libero». (R.Fi.)
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