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DAGOREPORT - I REPUBBLICANI ANTI-TRUMP HANNO TROVATO IL LORO ALFIERE: JD VANCE - IL VICEPRESIDENTE…
1. ALIBABA E L'IPO DEI RECORD
Trend Online – Manca veramente poco allo sbarco di Alibaba a Wall Street e già possiamo ipotizzare il valore per azione salire a 67-68 dollari, ben al di sopra dei 60-62 delle previsioni. Già da stasera la società dovrebbe comunicare il prezzo finale e da domani si inizierà a fare sul serio con l'ingresso ufficiale al mercato Nyse di quella che sarà la più grande IPO della storia.
Si stima infatti che l'IPO frutterà tra i 22 e i 25 miliardi di dollari, spiccioli in confronto al valore attuale della società, ben 170 miliardi. Tuttavia se le banche sottoscrittrici decidessero di soddisfare una domanda che sta diventando sempre più frenetica gli analisti ritengono che la capitalizzazione di mercato potrebbe anche arrivare a 200 miliardi.
In questo modo il gruppo dell' e-commerce made in CHINA riuscirebbe nell’impresa di doppiare Facebook che al suo debutto a Wall Street si era fermata a quota 104 miliardi di dollari.
2. CHI RENDERÀ RICCO LA QUOTAZIONE?
Rossana Prezioso per www.trend-online.com - L’Ipo di Alibaba scatenerà una marea di ricchezza per il suo fondatore Jack Ma e il suo socio Joseph Tsai, ma a differenza di quanto avvenuto in passato per altre celebri offerte del mondo hitech, questa marea pare non essere destinata a diffondersi anche tutta intorno. Infatti, al di là Ma e Tsai, non sembra esserci un altro amministratore o dirigente destinato a diventare un nuovo miliardario del Celeste Impero visto che tutti gli altri 10 dirigenti non arrivano al 2% della società.
I RECORD
Un successo clamoroso che si è visto già dal roadshow che gli ha permesso di ricevere ordini per oltre 2 miliardi, riuscendo a coprire l’offerta dopo solo due giorni, record che si va a sommare a quello che potrebbe renderla la Ipo più ricca di sempre, con una raccolta di 24,3 miliardi di dollari con oltre 320 milioni di azioni anche se sul mercato saranno quotate solo il 13% del totale.
I TIMORI
Una offerta davanti alla quale, però, non tutti sono entusiasti. Aswath Damodaran, professore di Finanza alla New York University's Stern School of Business, teme l’acquisto delle azioni perchè in realtà non si riceve una parte della società ma del guscio che contiene la società a sua volta controllata da un politburo che controlla direttamente il consiglio di amministrazione.
Pagare un prezzo alto per essere considerato un azionista di serie B è un rischio fin troppo alto, soprattutto considerando che, nonostante le dimensioni mostruose dei suoi numeri il suo modello di business in una prospettiva globale non è stata provata.
In altre parole: è pur vero che Alibaba ricopre il 75% della quota di mercato, ma questa, in realtà è falsata perchè non basata su un mercato sano e concorrenziale, focalizzata in primis sulla Cina e sul suo territorio. Prova indiretta ne è il fatto che nonostante il debutto record, il fatto che abbia un fatturato superiore a quello di Amazon e eBay insieme, l’88% degli americani non la conosce. Il portale di ecommerce che apre il mondo agli imprenditori cinesi non è Google e anche a causa della differenza abissale di culture, difficilmente potrà superare questi ostacoli.
ALIBABA NON È GOOGLE
Si tratta di una società di merchandising che vuole allargare il suo business al mondo ma non è detto che ci riesca. Le incognite per quanto riguarda le altre Ipo erano fin troppo, palesi, con una popolarità globale ma un’incapacità a monetizzare il tutto e in primis a far conciliare la raccolta pubblicitaria con le esigenze sempre più forti di un mondo perennemente connesso in mobile. Adesso (Xetra: A0Z23Q - notizie) , invece, la paura di Aswath Damodaran said Wednesday è un’altra e cioè che non si possa applicare il modello di business “cinesizzato” all’Occidente. Anche perchè in questo caso non si potrebbe trovare un trampolino di lancio vista la concorrenza spietata di Google, appunto, e la presenza di Amazon in Usa.
3. BORSA: DOPO ALIBABA, ARRIVA L'IPO DI ZALANDO
L’offerta parte oggi per gli investitori in Germania e in Lussemburgo (negli Usa è rivolta solo agli istituzionali) e si chiuderà il primo giorno del mese prossimo - Il prezzo delle azioni è stato fissato in una forchetta fra i 18 e i 22,5 euro - La valutazione dell’intero gruppo raggiunge la vetta dei 5,6 miliardi.
MARK ZUCKERBERG - ICE BUCKET CHALLENGE
Dopo l’Ipo di Alibaba a Wall Street, un'altra stella dell’e-commerce è pronta alla quotazione, stavolta alla Borsa di Francoforte. Si tratta di Zalando, che prevede lo sbarco sui listini il 3 ottobre. L’offerta parte oggi per gli investitori in Germania e in Lussemburgo (negli Usa è rivolta solo agli istituzionali) e si chiuderà il primo giorno del mese prossimo. Il prezzo delle azioni è stato fissato in una forchetta fra i 18 e i 22,5 euro.
Il flottante sarà pari all’11,3% del capitale del gruppo, che corrisponde a 28,1 milioni di azioni. La società dovrebbe quindi incassare dal mercato una somma compresa fra tra i 507 ei 633 milioni di euro. La valutazione dell’intero gruppo raggiunge invece la vetta dei 5,6 miliardi.
Zalando è nata solo sei anni fa e oggi è presente in 15 Paesi, guidata da un gruppo di trentenni. Ha sede a Berlino ed è specializzata nella vendita online di calzature, abbigliamento e accessori moda. Morgan Stanley, Goldman Sachs e Credit Suisse sono gli advisor dell’operazione, mentre Deutsche Bank e Jp Morgan saranno i joint bookrunners.
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