L’ITALIA È ORMAI UNA SUCCURSALE DEL BRASILE – LO SPAGNOLO ALIERTA LANCIA UN BOND TELECOM PER SCENDERE DAL 15 AL 10% E PLACARE L’ANTITRUST VERDEORO

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Antonella Olivieri per “Il Sole 24 Ore

 

telefonica telefonica

Una cosa è certa. Telefonica non ha nessuna intenzione di compromettere la propria leadership in Brasile, mercato che contribuisce a un quarto dei suoi ricavi. L'emissione del bond convertendo (vale a dire che deve essere obbligatoriamente convertito) in azioni Telecom è un chiaro segnale in questa direzione, perchè lo strumento è "funzionale" a vendere a termine quel pacchetto in eccesso di circa il 5% e tornare intorno al 10% nel capitale della compagnia italiana. In sostanza, funzionale a ripristinare la situazione di un anno fa, precedente cioè agli accordi Telco del 24 settembre che sono stati censurati dall'Antitrust brasiliano.

 

Lo scorso autunno il gruppo presieduto da Cesar Alierta si era sostanzialmente prenotato il ruolo di azionista di riferimento di Telecom Italia, con l'opzione per rilevare tutto il 22,5% in pancia a Telco. Ma il Cade aveva bocciato quell'intesa partendo dalla base: neanche a parlarne dell'opzione, già il fatto di essere salita indirettamente (cioè sempre tramite Telco) quasi al 15% di Telecom, pur con un pacchetto aggiuntivo sterilizzato momentaneamente nei diritti di voto, era stato considerato una violazione degli accordi presi a suo tempo con le autorità brasiliane.

ALIERTA ALIERTA

 

Il ricorso di Telefonica al consiglio superiore del Cade contro la delibera che disponeva di cedere le azioni Telco senza diritto di voto rilevate a settembre dai soci italiani della holding (Generali, Mediobanca e Intesa) è stato respinto poche settimane fa. In parallelo restava in piedi l'aut-aut dell'Antitrust brasiliano a Telefonica: di uscire cioè da Telco-Telecom o rivendersi il 50% di Vivo acquistato da Portugal Telecom tre anni fa. Tempo residuo per adeguarsi: ancora un anno. Troppo poco per ribaltare la situazione appellandosi al Tribunale, dato che i tempi della giustizia brasiliana sono ben più lunghi.

 

Così, Telefonica prima ha rivenduto – questa volta almeno guadagnandoci – il convertendo emesso da Telecom lo scorso autunno, che era stato sottoscritto dal gruppo iberico per non diluire la propria quota in Telecom in seguito alla conversione obbligatoria del bond. Cosa che di fatto "aggravava" in Brasile la posizione di Telefonica, "accusata" di tenere il piede in due scarpe, con il controllo totalitario del primo operatore mobile Vivo e il controllo relativo del secondo operatore mobile, Tim Brasil, tramite Telco e, in prospettiva, subentrando a Telco nel ruolo di azionista di riferimento grazie all'opzione concordata a settembre.

MARCO PATUANOMARCO PATUANO

 

Ma, appunto, il convertendo Telecom è andato. Poi ieri, con il "suo" convertendo, Telefonica si è messa nelle condizioni di ripristinare a termine la situazione precedente nel capitale Telecom, mantenendo nel contempo "sterilizzate" le azioni sottostanti, destinate alla conversione tra tre anni. In questo modo la compagnia spagnola agevola anche l'iter di scissione di Telco, già deliberata con l'unanimità dei soci, che è appesa all'ok delle autorità sudamericane, sia in Brasile sia in Argentina dove i due gruppi europei operano in competizione tra loro.

 

tim logo tela tim logo tela

Non è ancora detto però che ora la strada sia spianata. La scissione di Telco resta sempre subordinata all'ok delle autorità sudamericane, se si perfezionerà la cessione della partecipazione in Telecom Argentina (il termine del contratto con Fintech è il 12 agosto) essenzialmente di quelle brasiliane e cioè Cade (Antitrust) e Anatel (Authority delle tlc). Ma un conto è avere Telefonica "ingabbiata" in Telco, con azioni di serie "B" che limitano il socio nelle aree in concorrenza con la partecipata Telecom Italia, e con gli altri soci italiani a garantire sul rispetto degli impegni di assoluta separatezza.

 

E un conto, invece, è avere Telefonica azionista a pieno titolo di Telecom con una quota diretta di circa il 10% che ne fa comunque il primo singolo azionista. Situazione che dovrà essere comunque vagliata dalle autorità brasiliane, anche se, dopo la mossa di ieri, gli spagnoli sperano di aver tolto argomenti alle posizioni più oltranziste.

 

vivo BRASILEvivo BRASILE

È evidente, infine, che se si è arrivati a questo è anche perchè la cessione di Tim Brasil, che avrebbe risolto il problema degli spagnoli alla radice, è finita nelle secche. Il candidato alla parte del leone nell'ipotizzato spezzatino della controllata carioca di Telecom Italia era Oi, il "campione nazionale" di suo già sufficientemente impegnato a districarsi nella complicata fusione con Portugal Telecom.