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UNO “SQUALO” PIÙ FORTE DEI GUFI - NIBALI SEMPRE PIÙ PADRONE DEL TOUR E I FRANCESI INIZIANO A ROSICARE, ‘’L’EQUIPE’’: “COL CALDO SI SQUAGLIERÀ”, “NELLA SUA SQUADRA QUALCUNO LO TRADIRÀ” - “È L’UNICO BIG AD ESSERE RIMASTO IN PIEDI: CADRÀ” (TIE’!)

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Gaia Piccardi per “Il Corriere della Sera

 

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È uno di quei giorni che ti prende la malinconia. Con 30 gradi a strapiombo sulla tappa, il gruppo avanza a onde girando intorno al massiccio del Giura, quattro colli negli ultimi 50 km con arrivo a Oyonnax, capitale della plasturgie (industria della trasformazione delle materie plastiche), raffica di attacchi alla maglia gialla da ogni fronte, ciascuno ha un buon motivo per scagliare una freccia addosso a Vincenzo Nibali che alla fine, accaldato ma non stremato, si rifugia nel focolare domestico. «Sì, ho una Bat-bici. È una storia particolare: l’idea viene da una poesia scritta da mia moglie e ispirata dalla nostra Emma. È arrivata l’estate da un giorno all’altro, l’obiettivo era non prendere rischi: ci sono riuscito, indosso la maglia e sono contento».

il ritiro di contadoril ritiro di contador

 

Tutti contro Nibalino, che tiene le unghie conficcate nel Tour. Il primo giorno da padrone (le domande su Contador ci accompagneranno fino a Parigi: «Certo, con Alberto in corsa ci poteva essere più spettacolo» ha risposto ieri Vincenzo, per farlo contento, a un giornalista spagnolo) è andato via liscio, nel martedì di riposo si è ritirato anche Cancellara e i superstiti dei Vosgi, in vista delle Alpi (domani e dopo), si lanciano ad elastico in fughe sparse senza effetti sulla classifica, prove tecniche di ribaltone che né Porte, secondo, né Valverde, terzo, sembrano avere il carisma di propiziare.

 

Ricade Scarponi (nessun danno), Talansky con il mal di schiena arriva ultimo dopo mezzora, a un pelo dal tempo limite. La nouvelle vague francese rimanda sul podio Tony Gallopin, già in giallo per 24 ore, che vince in volata dopo una fuga velleitaria di Roche: giusto per far sapere che la Tinkoff è viva e lotta insieme a noi anche senza Contador (aridagli). Tappa veloce (42.3 km/h di media) con finale velocissimo. La classifica non cambia.

 

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Cambiano, invece, le strategie per arginare il Gattopardo sempre più insediato sul trono: dopo i sorrisi di circostanza e gli applausi sinceri per le imprese (Sheffield, pavé, Planche des Belles Filles), l’Equipe ha cominciato a menar gramo. Ecco le gufate e le risposte di Nibali: 1) vai meglio con il fresco: ora che fa caldo ti squaglierai («Dipende: una grande crisi può capitare a tutti»); 2) l’Astana non è poi così compatta: qualcuno ti tradirà («Sulla squadra non ho dubbi»); 3) sei l’unico big ad essere rimasto in piedi: cadrai («Le cadute purtroppo sono imprevedibili…» allungando la mano sotto il tavolo).

 

RICHIE PORTERICHIE PORTE

Il solito Nibali, i soliti francesi. Bardet e Pinot, quarto e sesto, 47 anni in due, più Peraud, 37 anni, ottavo, sono gli enfant du pays da pompare per difendere il prodotto Tour dalle mire di questo italien silenzioso e determinato, Vincenzò Nibalì, devoto alle due ruote, alla famiglia e alla Madonna nera di Tindari. «Al Tour bisogna correre con intelligenza — spiega pacato, in italiano, a tutte le tv dell’orbe terracqueo —. Con l’Astana controlliamo la fatica perché non vogliamo arrivare logori alle grandi salite». La partita, è vero, andrà chiusa lì. E bon courage a tutti gli altri.