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Umberto Mancini per "Il Messaggerso"
IL SALVATAGGIO
Air France alza bandiera bianca, annunciando ufficialmente di non voler aderire all'aumento di capitale di Alitalia. E spalanca così le porte ad Etihad, la compagnia degli Emirati, pronta a diventare il nuovo partner industriale della compagnia tricolore. Parigi ha fatto il gran passo al termine di una notte di riflessione e dopo il cda in cui ha bocciato - per l'ennesima volta - il piano industriale messo a punto dall'ad Gabriele Del Torchio.
Del resto i contrasti, tanto per usare un eufemismo, erano emersi sia in estate (con il no al primo piano di Del Torchio) che poche settimane fa quando, con due lettere di fuoco, proprio l'ad Alexander de Juniac contestò la gestione di Roberto Colaninno, colpevole, secondo Parigi, di aver portato l'azienda sull'orlo del fallimento.
Ora l'annuncio apre nuovi scenari. Difficilmente Air France, anche se c'è tempo fino al 27 novembre, scadenza ultima per sottoscrive l'aumento, potrà cambiare idea. Per questo il governo non ha perso tempo. Secondo quanto risulta al Messaggero, all'inizio della settimana prossima, probabilmente già lunedì 18, un emissario del governo, o forse dei soci italiani, partirà per Dubai per avviare la trattativa e convincere gli emiri a chiudere la partita in tempi stretti. Tuttavia Air France non appare ancora convinta del tutto a lasciare.
Da Parigi arriva infatti la conferma a convertire il bond e, soprattutto, la volontà , espressa in una nota ufficiale, di voler restare il partner industriale di Alitalia con una quota di capitale tra il 5 e il 10%. Del resto, de Juniac alle prese con la fronda interna (una parte del board della compagnia francese è contrario a puntare altri soldi su Alitalia) sa bene che abbandonare l'Italia potrebbe costare molto caro. Un prezzo forse più salato dei 75 milioni previsti per la ricapitalizzazione.
TEMPI STRETTI
Se il presidente del consiglio Enrico Letta giovedì ha rassicurato Roberto Colaninno sull'impegno di Poste (il 20 ci sarà l'assemblea per il cambio di statuto), anche dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, è arrivato un sostanziale via libera a muoversi senza remore: «Ora si possono cercare nuovi partner». «Prendiamo atto - ha aggiunto Lupi - della rinuncia di Air France a sottoscrivere l'aumento, ma ora sarà possibile effettivamente, per la società innanzitutto e il governo per quanto gli compete, avviare la ricerca di un altro vettore internazionale interessato a una forte partnership con Alitalia».
Parole che confermano in qualche modo l'invio di una missione a Dubai. Sulla stessa linea del ministro c'è il presidente di Intesa Sanpaolo del consiglio Giovanni Bazoli: «Se si ritira Air France si aprirebbe una gara che può essere interessante perché ci sono sicuramente delle compagnie europee e non che possono essere molto interessate ad Alitalia».
LA SVOLTA
Al di là delle dichiarazioni, da mesi Colaninno e soci sono alla ricerca di una alternativa forte ai francesi. Come noto sono stati avviati contatti con i cinesi di Hna, Aeroflot ed Etihad. Ma è verso Etihad che sono stati indirizzati gli sforzi maggiori per accelerare una partnership. Non è infatti un mistero che la compagnia del Golfo ha più volte ribadito di essere pronta a scendere in pista a patto di non doversi scontrare con Parigi. E di essere altrettanto pronta a rilevare una quota di minoranza. L'operazione potrebbe essere realizzata attraverso una combinazione di acquisto di azioni e aumento di capitale.
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