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Leonardo Maisano per "Il Sole 24 Ore"
La priorità è Delta, il resto è nel regno del possibile, non ancora del probabile. Virgin Atlantic replica con un comunicato che sottolinea la centralità della joint venture con il colosso americano spiegando che le procedure presso l'antitrust americana saranno estese a possibili jv con Air France e Klm solo per ottenere «le più ampie autorizzazioni possibili» visto l'attuale contesto di intese incrociate fra le diverse compagnie aeree e nella consapevolezza che «il focus in questa fase è sull'accordo Virgin Atlantic-Delta».
Qualcosa si muove ma sui cinque lati di un deal tutto da decifrare prevale la cautela: da Londra a Roma, da Parigi ad Amsterdam fino agli Usa è un rosario di no comment. Resta la precisazione di Virgin Atlantic dopo le parole che Julie Southern responsabile commerciale della compagnia di Richard Branson ha affidato due giorni fa al Financial Times. «Siamo molto interessati ad esplorare future opportunità di cooperazione soprattutto con Air France-Klm e Alitalia. Ma non ci sono state discussioni specifiche». Per ora almeno visto che la top manager di Virgin spera di «avviarle nei prossimi mesi».
Lo scenario quindi di una partnership con i vettori franco-olandese e italiano per replicare il deal che Virgin Atlantic ha messo in piedi con Delta resta un'ipotesi forte, sebbene non imminente. Una mossa che si inquadrerebbe nella svolta strategica di una compagnia aerea pronta ad abbandonare le caratteristiche di indipendenza che la contraddistinguono per poter tornare all'utile, dopo gli 80 e più milioni di perdite fatte registrare nel 2011-2012.
Se cioè la jv con Delta dovrà garantire entro la fine del 2013 utili sulle rotte condivise fra Usa e Regno Unito, un accordo analogo con i vettori europei dovrebbe rafforzare Virgin sulle direttrici asiatiche, mediorientali, africane. Un paso doble che crea intrecci complessi avendo Delta già accordi con Air France, Klm e Alitalia. E ancora più complessi visto che la stessa Delta sta mettendo le mani sul 49% d Virgin Atlantic per 360 milioni di dollari, ovvero sule quote controllate da Singapore Airlines.
Che qualcosa si muova è del tutto evidente, in che direzione andrà a finire è troppo presto per dirlo anche se gli analisti del settore ipotizzano scenari già visti. Assisteremo cioè alla replica del deal con Delta nei confronti delle compagnie europee, non solo quindi possibili jv sulle rotte orientali ma anche partecipazioni dirette magari con Alitalia?
«Potenzialmente sì - sostiene Ben Yearsley head of investment research del broker Charles-Stanley - visto che dal code sharing si passa sempre più all'investimento in equity. Il consolidamento è la linea che sembra affermarsi nell'industria del trasporto aereo».
à l'ora dei giganti, dunque. «Direi di sì, guardiamo all'evoluzione delle intese British Airways Iberia con la nascita di un gruppo unico. Quanto ad Alitalia nonostante i problemi del passato e del presente la considera un'opzione in uno scenario come quello che stiamo immaginando. Una, non l'unica».
Ma per oggi l'attenzione di Virgin Atlantic è ancora sull'accordo con Delta capace di generare revenue annuali di 3 miliardi di dollari e per questo salutato come «l'inizio di una nuova era» da Richard Branson. L'inizio, appunto, a cui manca un seguito. Quella lungo la rotta ParigiAmsterdamRoma potrebbe essere la prossima puntata.
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