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ALT! FRANCESCO MILLERI NON CHIUDE LA PORTA ALL’OPS DI MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI: “SE CI SPIEGHERANNO CHE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE IN ENTRAMBE LE SOCIETÀ CI VEDRÀ SICURAMENTE FAVOREVOLI” - LA PASSIVITY RULE OBBLIGA MEDIOBANCA A SOTTOPORRE L’OPERAZIONE AL VOTO DEGLI AZIONISTI IN UN’ASSEMBLEA A MAGGIORANZA SEMPLICE: BASTERÀ UN SÌ DI UNA QUOTA PARI AL 35-40%, MOLTO VICINA A QUELLA RAGGIUNTA DALLA LISTA DEL BOARD NEL 2023 – “MF”: “PER COLMARE IL GAP AL FRONTE CALTAGIRONE-DELFIN SERVIREBBE UN ARROTONDAMENTO O L’INGRESSO DI NUOVI SOGGETTI. SUL MERCATO SI SPECULA ANCHE SULL’INGRESSO DI UN NUOVO INVESTITORE FORTE, E IL NOME CHE HA INIZIATO A CIRCOLARE È QUELLO DI UNICREDIT….”

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1. MEDIOBANCA-BANCA GENERALI, FRANCESCO MILLERI APRE ALL’OPS PROMOSSA DA NAGEL. «MA ASPETTO DI SENTIRE DONNET»

Estratto dell’articolo di Andrea Deugeni per https://www.milanofinanza.it/

 

BANCA GENERALI

«L’ops su Banca Generali? È veramente difficile dare un giudizio. Non abbiamo un minimo di dettagli sull’offerta. Come Delfin siamo coinvolti in entrambe le parti, Mediobanca e Generali, con un investimento più o meno simile. Gradiremmo che questo tipo di operazioni non avessero né un vinto né un vincitore».

 

Lo ha detto il presidente di Delfin ed EssilorLuxottica, Francesco Milleri, mercoledì 30 a margine dell’assemblea a Parigi del colosso dell’occhialeria a chi gli chiedeva un giudizio sull’ops appena lanciata da Piazzetta Cuccia sulla controllata di Generali attiva nel wealth management.

 

ALBERTO NAGEL

«Dovrebbe essere un’operazione di mercato che rafforza entrambe le società. Dal punto di vista della visione industriale quella di Mediobanca è la più facile da capire. Nagel alcune cose le ha fatte», ha continuato.

 

[…] «Dalla parte di Generali – aggiunge – non ho sentito alcun tipo di indicazione, né su come reagisce il board e non ho ancora parlato con Philippe Donnet. Quando capiremo dal board della compagnia se approva questo deal e se ci dirà cosa vuol fare con queste azioni, potremo esprimere un giudizio informato».

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

«Dato che sono professionisti che gestiscono questo business da nove anni e Philippe (Donnet, ndr) è una persona che ha dimostrato di fare le cose correttamente, aspettiamo che ci spieghino le loro ragioni. Alberto (Nagel, ndr) alcune cose per Mediobanca credo le abbia già fatte. Sta cambiando la forma della banca», dice ancora.

 

Poi aggiunge: «Forse è stato un po’ spinto, ma questo compito spetta agli azionisti finanziari che vogliono migliorare la performance delle società. Lui sta cercando di cambiare il ruolo di Mediobanca, c’è da apprezzarlo. Poi se questa operazione è giusta (l’ops su Banca Generali, ndr) lo vedremo quando avremo i dettagli».

 

FRANCESCO MILLERI E LEONARDO DEL VECCHIO CON I RAY BAN STORIES - GLI OCCHIALI SMART DI LUXOTTICA E FACEBOOK

[…]  Cosa farà quindi Delfin? «A oggi non abbiamo ancora preso nessuna decisione, ci manca un pezzo dell’informazione e quando avremo tutto, noi voteremo sempre nell’interesse delle aziende e a sostegno del management e dei piani industriali che portano valore. Se ci spiegheranno che questa è un’operazione che porta valore in entrambe le società ci vedrà sicuramente favorevole».

 

[…]

 

2. SOCI IN MANOVRA SU MEDIOBANCA

Estratto dell’articolo di Andrea Deugeni e Luca Gualtieri per “MF”

 

[…] La passivity rule obbliga Mediobanca a sottoporre l’ops al voto degli azionisti in un’assemblea a maggioranza semplice: con un capitale votante solitamente tra il 75 e l’80%, basta il sì di soci pari al 35-40%. La soglia è molto vicina a quella raggiunta dalla lista del board nell’assise del 2023, quando il fronte pro-Nagel coagulò il 40,4% contro il 32,06% racimolato da Delfin e da Francesco Gaetano Caltagirone.

 

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

Per colmare il gap al fronte Caltagirone-Delfin servirebbe un significativo arrotondamento degli attuali pacchetti o l’ingresso di nuovi soggetti. Se la Bce ha impedito a Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, il superamento del 20%, Caltagirone potrebbe proiettarsi dal 7,4% verso il 10%.  Anche le casse di previdenza potrebbero consolidare la propria posizione nell’azionariato, accanto all’Enpam che ha l’1%.

 

Sul mercato si specula anche sull’ingresso di un nuovo investitore forte in grado di puntellare il fronte Caltagirone-Delfin, e il nome che ha iniziato a circolare è quello di Unicredit. La banca guidata da Andrea Orcel, partecipata da Delfin al 2,7%, ha appena appoggiato all’assemblea Generali la lista di Caltagirone, cui ha fatto arrivare i voti del suo 6,5%.

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI

La mossa, pur giustificata con motivazioni industriali e finanziarie, ha sancito la creazione di un asse che potrebbe riproporsi anche in Mediobanca, condizionando l’esito dell’assemblea del 16 giugno. La contropartita? Forse proprio la stessa Banca Generali, che, sfumata l’ops di Mediobanca, i futuri proprietari della merchant bank potrebbero consegnare a Unicredit.

 

Ma c’è una lettura opposta che non riconduce gli acquisti solo al fronte Caltagirone-Delfin.

In vista dell’assemblea potrebbero rafforzarsi anche gli alleati di Nagel e gli occhi sono puntati sui membri dello storico patto di sindacato, oggi all’11,87%, su Unipol, che ha oltre il 2% e soprattutto sui fondi da sempre vicini a Piazzetta Cuccia (e magari anche a Generali): oggi pesano per il 35% del capitale. […]

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