RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Edoardo De Biasi per www.corriere.it
Un vero e proprio rullo compressore. Più che una portacontainer, il gruppo di Gianluigi Aponte sembra una nave rompighiaccio. Avanza tranquillo e senza fretta, ma è inarrestabile. Il 2022 però sarà ricordato come un anno particolare per Mediterranean Shipping Company (Msc) che ha messo in fila una serie impressionante di operazioni molte delle quali andate in porto.
L’ultima è la trattativa per un pezzo della logistica del gruppo Gavio. Per la precisione il terminal di Rivalta Scrivia. I termini dell’operazione sono ancora riservati, ma sarebbe l’ennesimo colpo dell’industriale italo-svizzero. Gestire una stazione intermodale nel Nord Ovest è un’operazione coerente vista la futura apertura del terzo valico dei Giovi. Msc ha peraltro in cantiere un mega terminal nella zona di Cortenuova che sarà costruito da Vitali, l’impresa che sta riqualificando l’Hennebique, l’ex silos del porto di Genova.
Rimorchiatori Mediterranei
gianluigi aponte giovanni toti
Nei giorni scorsi poi l’impero ha acquisito una nuova importante provincia. La controllata Shipping Agencies Services ha acquisito da Rimorchiatori Riuniti e dal fondo Dws (advisor Lazard Italia, guidata da Flavio Valeri) il controllo di Rimorchiatori Mediterranei, leader nei servizi portuali. Il gruppo Aponte ha rilevato l’azienda superando la concorrenza di fondi come Gip, Icon e F2i. La valutazione ai aggirerebbe attorno al miliardo. Le prime trattative erano iniziate alcune settimane fa, dopo che Dws ha deciso di cedere la quota di minoranza.
I traghetti Moby e i container di Bolloré
Ma non basta. Con una mossa a sorpresa, Msc è entrata anche in Moby (prima con il 25%, salendo poi al 49%) con un esborso di 150 milioni. L’ingresso di Aponte ha consentito a Vincenzo Onorato di ottenere la fidejussione richiesta dai commissari di Tirrenia per evitare il fallimento.
Subito dopo l’ingresso nella «Balena blu», sono state acquistate le infrastrutture in Africa di Vincent Bolloré. La capogruppo ha comprato la Bolloré Africa Logistics per 5,7 miliardi. La società gestisce 16 stazioni container, sette terminal ro-ro, tre concessioni ferroviarie e magazzini.
Il sorpasso su Maersk e l’ex Alitalia
Adesso Msc è al vertice nel settore container, dopo aver superato la danese Maersk per capacità di trasporto. E non è finita qui. C’è l’interessamento per Ita. La partita però sembra tramontata. Il governo Draghi ha privilegiato la cordata Certares. Il team formato da Greg O’Hara, Air France e Delta Airlines ha quindi avuto accesso ai documenti dell’ex Alitalia per verificare i conti e redigere l’offerta finale.
A questo punto i nodi da sciogliere dovrebbero essere solo tecnici. Ma è davvero chiusa la gara? Vedendo la battaglia che si è scatenata al vertice della compagnia e i documenti che cominciano a girare sembra di no.
Recentemente il board ha sfiduciato il presidente Alfredo Altavilla. Lo scontro si è consumato nel pieno della transizione tra vecchio e nuovo governo. I consiglieri, espressione del Mef, hanno deciso di togliere al presidente esecutivo le deleghe che riguardano le strategie (alleanze comprese) che sono state trasferite all’amministratore delegato, Fabio Lazzerini. Obiettivo: velocizzare la vendita al consorzio guidato dal fondo Usa. Non resta che aspettare e vedere se il nuovo ministero dell’Economia cambierà idea e riaprirà il caso.
La divisione cargo
Va ricordato che il gruppo italo-svizzero sta sviluppando in modo autonomo una divisione cargo. Il decollo dell’attività avverrà dopo la consegna del primo dei quattro Boeing. Lo sviluppo è stato affidato a Jannie Davel che ha già ricoperto incarichi in Delta Cargo, Emirates SkyCargo e Dhl. L’iniziativa rientra nella strategia di estendere il controllo su tutte le fasi della catena logistica integrando le diverse modalità di trasporto.
I treni ad alta velocità
Grandi manovre anche sui treni ad alta velocità Italo. Global Infrastructure Partners e Msc hanno aperto un dossier per una possibile collaborazione. L’obiettivo è creare un nuovo veicolo dove la stessa Gip avrebbe dovuto reinvestire il 50% delle risorse, mentre una quota paritetica doveva essere a carico di Aponte.
Si è parlato di una valutazione tra i 5-6 miliardi. Nel 2018 Gip ha rilevato Italo da azionisti italiani (tra i quali Luca Cordero di Montezemolo, Flavio Cattaneo, Gianni Punzo, Isabella Seragnoli e Alberto Bombassei che poi avevano reinvestito circa 150 milioni) sulla base di una valutazione di quasi 2,4 miliardi. L’operazione stenta però a decollare. Alcuni soci avrebbero frenato sulla vendita per ridisegnare il piano industriale che prevede lo sviluppo di sinergie con Itabus, compagnia di bus che ha come soci gli stessi fondatori italiani di Italo.
Il memorandum con Fs
Infine, a settembre è stato firmato un memorandum d’intesa tra Fs e Msc. Il documento servirà in prima istanza a verificare la possibilità di realizzare un progetto di partnership finalizzata allo sviluppo del trasporto combinato marittimo. Il memorandum sarà reso operativo con specifici accordi che coinvolgeranno da una parte le società della logistica Fs e dall’altra le aziende Medway e Medlog che si occupano di trasporto ferroviario, autotrasporto, intermodalità e logistica.
Dalla Costiera alla Svizzera
Ma chi è Aponte? Nato nel giugno 1940 a Sant’Agnello, sulla costiera sorrentina, da oltre 50 anni abita in Svizzera, a Ginevra. Il polmone finanziario dell’impero è in Lussemburgo, in un edificio di Boulevard Joseph II situato di fronte all’ambasciata francese.
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La Shipping Agencies Services, holding che gestisce gli affari del gruppo, si è trasferita qui da circa un anno. Motivo? Ragioni di governance, fiscali e giuridiche consigliano sempre l’esistenza di una holding nel Granducato. Le decisioni strategiche, però, si prendono in terra elvetica, per la precisione sul lago Lemano, dove ha sede il quartier generale.
La moglie Rafaela e la prima nave
Riservato, sempre garbato, attaccato ai valori familiari e all’Italia, l’armatore ha poche e selezionate amicizie. Il segreto del suo successo sta nella visione strategica e nella capacità di navigare nelle agitate e oscure acque dello shipping.
Qualità che ben si accoppiano con le doti della moglie Rafaela Diamant, figlia di Denat Diamant, uno dei fondatori dello stato di Israele. Nel 1969, dopo il matrimonio, Aponte lasciò Sorrento, seguendo la moglie che aveva residenza in Svizzera. Ben presto si trasferì a Londra e poi a Bruxelles, dove intraprese la professione di broker di carichi marittimi. Nel 1970 coronò il suo sogno: comprare una nave. Si trattava di un cargo tedesco, Patricia, che gli diede la possibilità di fondare la prima impresa. Costituì la Aponte Shipping Company, con sede a Monrovia, in Liberia.
La family company e il patrimonio da 100 miliardi
Così, passo dopo passo, Aponte ha costruito il colosso della blue economy che comprende portacontainer, navi da crociera, traghetti, aerei e terminal. Nel 2020 il gruppo fatturava circa 30 miliardi e impiegava 100mila persone. Alcuni giornali svizzeri sostengono che in questi anni il patrimonio dell’armatore sia molto cresciuto ed è stimato valere circa cento miliardi.
Il che lo renderebbe uno degli uomini più ricchi al mondo. Ma Msc resta una family company. I figli Diego e Alexa, insieme con il genero Pierfrancesco Vago, ricoprono i ruoli chiave. Aponte è il chairman, il figlio Diego è diventato il presidente operativo mentre Soren Toft, ex capo di Maersk, è l’amministratore delegato.
Campione dei trasporti
Per l’Italia avere un leader nei trasporti delle merci e nella logistica è fondamentale. Perché la globalizzazione, intesa come scambi commerciali, sarà ancora un acceleratore dell’economia. E poter contare su un campione europeo dei trasporti sarà indispensabile per la ripresa del Continente. Evitando quello che sta facendo la Germania. Aprire i propri terminal (Amburgo) ai cinesi di Cosco che già hanno conquistato il porto del Pireo e di Valencia.
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