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APPLE CAMBIA PER SALVARSI DALL’IRA DI TRUMP – IL COLOSSO DI CUPERTINO NOMINA UN NUOVO RESPONSABILE DELLA SUA FILIERA, NEL BEL MEZZO DELLA GUERRA DEI DAZI: SABIH KHAN, DA TRENT’ANNI NELL’AZIENDA, SARÀ IL NUOVO DIRETTORE OPERATIVO. PRENDE IL POSTO DI JEFF WILLIAMS, A LUNGO CONSIDERATO PROBABILE SUCCESSORE DEL CEO TIM COOK, CHE ANDRÀ IN PENSIONE– LA CATENA DI FORNITURA DI APPLE È FINITA SOTTO LA LENTE DI “THE DONALD”, CHE HA MINACCIATO LE AZIENDE AMERICANE DI SMARTPHONE DI IMPORRE TARIFFE DEL 25% SUI LORO PRODOTTI SE NON PORTERANNO LA PRODUZIONE NEGLI USA…
Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera”
Nel mezzo della guerra dei dazi, Apple cambia il responsabile della sua filiera. Il produttore degli iPhone ha annunciato ieri la nomina a direttore operativo (Coo) di Sabih Khan, un veterano dell’azienda.
Khan prenderà il posto di Jeff Williams, a lungo considerato uno dei più probabili successori del ceo Tim Cook, che invece andrà in pensione alla fine dell’anno. «Jeff ed io abbiamo lavorato da sempre fianco a fianco e Apple non sarebbe quella che è senza di lui», ha ricordato Cook.
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Da qualche mese, però, la catena di fornitura del colosso di Cupertino è finita sotto la lente di Donald Trump che ha minacciato Apple, Samsung e le altre aziende di smartphone di dazi del 25% se non porteranno la produzione negli Usa (e ha annunciato il prossimo lancio di un suo telefono tutto d’oro).
Non è forse un caso, perciò, che nell’accogliere la promozione a Coo di Khan Cook abbia tenuto a sottolineare il suo contributo nell’espandere «la presenza produttiva di Apple negli Stati Uniti» e nel «garantire che Apple potesse rispondere agilmente alle sfide globali».
Quella di Williams è la seconda uscita di peso da Apple nel 2025: a gennaio, infatti, il direttore finanziario, l’italiano Luca Maestri, ha lasciato il posto a Kevan Parekh.
Apple sta del resto attraversando un periodo complesso. Il consigliere della Casa Bianca, Peter Navarro, ha criticato l’azienda per non aver ancora spostato la produzione dalla Cina e l’ha definita «too big to tariff» , adombrando per Apple un trattamento doganale specifico.
Da inizio anno, così, il titolo ha perso quasi il 25% a Wall Street, scendendo a 3130 miliardi di capitalizzazione. Per uscire dalle secche, il ceo Cook sta puntando sull’intelligenza artificiale e sulla diversificazione dei ricavi: dopo aver prodotto il film sulla F1 con Brad Pitt, Apple è pronta a comprare i diritti tv della Formula 1 negli Usa.
tim cook donald trump
TIM COOK IL GIORNO DEL GIURAMENTO DI DONALD TRUMP
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