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ARNAULT SI INCHIODA ALLA POLTRONA – L’ASSEMBLEA DI LVMH HA APPROVATO CON IL 99,2% DEI VOTI LA PROPOSTA DI ESTENDERE L’ETÀ MASSIMA PER LA GUIDA DEL GRUPPO DA 80 A 85 ANNI. UNA MODIFICA CHE PERMETTE AL FONDATORE DEL COLOSSO DEL LUSSO, OGGI 76ENNE, DI MANTENERE L’INCARICO PIÙ A LUNGO – ARNAULT NON È PREOCCUPATO PER LA GUERRA DEI DAZI: “CREDO NELLA CRESCITA DEL NUMERO DI PERSONE NEL PIANETA POTENZIALMENTE INTERESSATE A ENTRARE IN UNA NOSTRA BOUTIQUE. E SPERO IN UNA ZONA DI LIBERO SCAMBIO TRA UE E STATI UNITI”
Estratto dell’articolo da “Il Sole 24 Ore”
Un’assemblea annuale generale molto attesa, quella di ieri, a Parigi, di Lvmh, il più grande gruppo di alta gamma al mondo, con 75 maison in portafoglio, raggruppate in cinque divisioni. Evento che si è svolto nell’auditorium del Carrousel du Louvre, nel cuore di Parigi, e al quale hanno partecipato oltre 2mila azionisti, piccoli e grandi.
Alcune novità non hanno sorpreso, altre sì: tra le prime, l’approvazione della proposta di estendere l’età massima per la guida del gruppo da 80 a 85 anni, permettendo così al fondatore Bernard Arnault, oggi 76enne, di poter mantenere l’incarico più a lungo, un’estensione approvata dal 99,18% degli azionisti.
bernard arnault con moglie e figli
Meno scontate le dichiarazioni di Arnault sul tema di attualità per eccellenza, la guerra commerciale globale scatenata da Donald Trump, accompagnate da parole di cauto ottimismo sul futuro a medio e lungo termine del settore del lusso e di Lvmh in particolare. «Fino alla fine di febbraio tutto andava benissimo. Poi la situazione geopolitica ed economica mondiale è stata stravolta da potenziali dazi e dalle crisi internazionali – ha detto Arnault, presidente e ceo del gruppo –.
Siamo comunque ottimisti e proseguiamo i nostri investimenti, restando radicati nei nostri valori, che ruotano intorno a creatività, capacità di innovare e alta qualità in tutto quello che facciamo». L’ottimismo è basato anche su dati demografici e sociali: «Credo nella crescita del numero di persone nel pianeta potenzialmente interessate e pronte a entrare in una nostra boutique per acquistare i nostri prodotti: questa desiderabilità e attrattività è il motivo del nostro successo da 30-40 anni e continuerà, con - certo - possibili alti e bassi».
Arnault si è spinto ad auspicare «l’instaurazione di una zona di libero scambio tra le due grandi potenze economiche dell’Occidente, Ue e Stati Uniti», aggiungendo che «gli Stati europei devono essere in grado di gestire il negoziato sui dazi, senza lasciarlo ai burocrati di Bruxelles».
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Dopo la doccia tiepida, se non proprio fredda, dei risultati trimestrali, con ricavi in calo del 3%, ma pur sempre superiori a 20 miliardi (si veda Il Sole 24 Ore di martedì 15 aprile) e quella decisamente fredda del giorno successivo, in cui Hermès aveva superato in capitalizzazione Lvmh, ieri è arrivata la notizia che i ruoli si sono di nuovo invertiti. [...]
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