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Dopo la guerra del grizzly, quella dell’autostrada. Il Trentino e il Veneto sono ai ferri corti, anzi cortissimi. Prima a dividerli era l’orso Gené, un bestione che ha fatto razzia di bestiame (persino due asini) e ha aggredito un cercatore di funghi muovendosi sul Monte Baldo, a cavallo tra le province di Trento e Verona. Cosa che ha indotto uno zelante assessore trentino a insorgere e chiedere di abbatterlo, e quando i veneti, governatore Zaia in testa, si sono detti contrari, per tutta risposta gli altoatesini hanno intimato che almeno una parte della cinquantina di orsi che girano per i loro alpeggi se li prendano nella provincia di Belluno.
Non era ancora sopita la polemica che ecco spuntare l’autostrada della discordia. Si tratta della Valdastico, classica opera incompiuta all’italiana, che 40 anni fa doveva collegare il vicentino con il Trentino e che invece si è fermata a Piovene come Cristo a Eboli. Già del tutto finanziato, il completamento della Valdastico (39 km a Nord) che il governo si appresta a licenziare nell’ambito dello “sblocca Italia”, ovviamente sostenuto da tutto il Veneto stanco delle strozzature della Valsugana e indispensabile per decongestionare l’autostrada del Brennero perennemente intasata, trova l’ostilità della provincia autonoma di Trento.
Il motivo di questa piccola guerra? Soldi. Il fatto è che la Provincia di Trento (ma non dovevano essere abolite le province, e quelle autonome in particolare?) è azionista della Autobrennero (con il 5%, ma che sommato alle quote di Regione, Comune di Trento, Provincia e Comune di Bolzano, vede il Trentino Alto Adige al 54%) e teme che si riduca il traffico e quindi i guadagni della sua partecipata. E su chi fanno sponda i trentini? Su Graziano Delrio, per molti anni sindaco di Reggio Emilia.
Che c’entra Reggio? Semplice: la Brennero parte da Modena, e ha come azionista, seppure con solo il 2,5%, anche la Provincia di Reggio Emilia. Soci, insomma. Peccato, però, che il presidente della Regione trentina Rossi e gli altri pasdaran della Brennero abbiano fatte male i conti: Delrio è in disgrazia presso Renzi e c’è da scommettere che quando il fido Luca Lotti spiegherà a Pittibimbo che il suo quasi ex sottosegretario sponsorizza – e per ragioni poco nobili di campanile – la guerra trentina alla Valdastico Nord, il premier deciderà di schierarsi con i veneti. Persino anche sulla sorte dell’orso Gené.
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