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BANCHE, LA GRANDE PULIZIA (UMANA) - IN 10 ANNI 64MILA LAVORATORI IN MENO NEGLI ISTITUTI ITALIANI, CHE HANNO RIPULITO I BILANCI MANDANDO VIA I DIPENDENTI E LIBERANDOSI DEI CREDITI ''NON PERFORMING''. CHE È UN MODO CARINO PER DIRE CHE HANNO AFFIDATO LA RISCOSSIONE A SPIETATE SOCIETÀ SPECIALIZZATE SOLO NEL RECUPERO CREDITI - MA NEL RANKING MONDIALE SCIVOLANO Giù CON LE EUROPEE, DOMINANO CINESI E AMERICANE

Giusy Franzese per “il Messaggero

 

Perdiamo posti nel ranking mondiale, ma i bilanci sono più puliti e più sostenibili. È questa la situazione delle banche italiane confrontate con il resto del mondo, secondo quanto risulta dall'aggiornamento annuale dell'indagine dell'ufficio studi di Mediobanca. Nel 2018 - si legge - ci sono stati «enormi progressi nella riduzione dei non performing loan». Per le due maggiori banche, Unicredit e Intesa Sp, i crediti deteriorati netti nel 2018 sono passati dal 5,2% al 3,6% dei crediti complessivi (1,5% la media europea). Nel suo complesso il sistema bancario italiano lo scorso ha ceduto 84,2 miliardi di Npl (in aumento rispetto ai 68,4 miliardi del 2017).

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La ristrutturazione degli istituti di credito ha riguardato anche il personale. In dieci anni i dipendenti delle banche italiane sono diminuiti di ben 64.000 unità, il 18,9% del totale. In Germania il trend è stato simile (-17,6%), in Francia molto più attenuato (-3,7%). Ma c'è anche chi ha tagliato molto di più: è il caso degli istituti di credito spagnoli e olandesi che hanno ridotto i dipendenti di ben il 37,8% e del 35,2%. Complessivamente nell'Unione europea ci sono state nel decennio 470.000 uscite (17% in media).

 

Tra le big italiane, Unicredit ha quasi dimezzato i suoi dipendenti, passando dai 176.000 circa del 2008 ai 96.348 di fine 2018 (-45,3%). E altri diecimila esuberi, come è stato annunciato appena qualche giorno fa, sono in arrivo. Nei dieci anni, Intesa Sp ha diminuito i dipendenti del 15% (da 108mila a 92.117), Monte dei Paschi di quasi il 30% (9.738 dipendenti in meno). La riduzione dei dipendenti ha comportato anche meno sportelli, complice la spinta e la diffusione delle operazioni online. Nel decennio gli sportelli in Italia sono diminuiti del 27,7% in tutta Europa e del 25,5% in Italia (in termini assoluti 8.715 sportelli in meno). Anche in questo caso la Francia è stata la più cauta, tagliando solo il 7,5% dei suoi sportelli bancari.

 

SPORTELLO BANCARIO

Nonostante i miglioramenti su costo del lavoro e crediti dubbi, le banche italiane arretrano nel ranking mondiale.

 

LA CLASSIFICA

Sono le banche cinesi a restare leader al mondo per dimensione: occupano i primi 4 posti su cinque, e la prima in assoluto è Icb of China con 3.517 miliardi di euro di attivi, seguita da Agricultural Bank of China, China Construction Bank e Bank of China, rispettivamente seconda, terza e quinta. La prima banca americana in classifica è Jp Morgan (quarto posto). Gli istituti Usa sono comunque primi per redditività.

 

Nel 2018 i loro ricavi sono cresciuti del 4%. L'Europa prova a inseguirli con Bnp Paribas che nel 2018 ha raggiunto HSBC diventando la prima big europea (ottavo posto nella classifica mondiale). Le italiane invece arretrano. Per totale attivi, UniCredit e Intesa Sanpaolo perdono quattro posizioni ciascuna nel ranking mondiale e si piazzano, rispettivamente, alla 26esima e 29esima posizione. Per Unicredit hanno inciso le cessioni dell'ultimo anno. Per Intesa Sp, la diminuzione di alcune attività finanziarie e dei derivati attivi.

 

SPORTELLO BANCARIO

L'Italia entra però tra i top 5 per un altro aspetto: le riserve d'oro. Bankitalia, con 2.452 tonnellate, possiede la quarta riserva d'oro a livello mondiale. Prima della banca centrale italiana c'è l'Fmi, con 2.814 tonnellate, la Bundesbank, con 3.370 tonnellate e la Fed, con 8.133 tonnellate.

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