BARI E I SUOI DERIVATI: DOV’ERA BANKITALIA?

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Vincenzo Rutigliano per "Il Sole 24 Ore"

Punta in alto l'indagine della procura di Trani sui derivati, fino a far emergere profili relativi ai compiti di vigilanza propri di Bankitalia. Nelle indagini in cui sono coinvolte, in diversa misura, Bnl, Credem, Unicredit, Intesa San Paolo e Mps, la procura procede per il reato di truffa pluriaggravata dal danno rilevante e dal rapporto fiduciario con il cliente, ipotesi di reato che il Pm, Michele Ruggiero, contesta, in particolare, a dieci tra funzionari e dirigenti bancari di medio livello.

I diversi fascicoli aperti per i derivati o swap emessi a più riprese - a copertura di mutui e finanziamenti - a carico di clientela retail e corporate del nord barese, e conclusisi con forti perdite, sono stati riuniti in un unico procedimento e le verifiche sono in corso da settimane. Su due livelli. Su quello «orizzontale», cioè legato a responsabilità territoriali, il Pm, Antonio Savasta, ha indagato 61 persone di Banca Intesa (tutti direttori e funzionari di filiali del Nord Barese) per usura e truffa semplice ed in 150 casi, verificatisi tra il 2008 ed il 2010, sono già state definite le transazioni con i clienti (le querele saranno quindi rimesse) per un valore reale, commercializzato, di swap di circa 20-30 milioni di euro.

Sui livelli di responsabilità «verticale», cioè sul management di livello delle banche e quindi sull'accertamento di responsabilità più ampie è impegnato invece l'altro pm, Michele Ruggiero, noto alle cronache per le inchieste sulle agenzie di rating, sulle revolving card di American Express e Barclays e sulle manipolazioni del tasso Euribor. Ruggiero ha avviato una serie di verifiche e riscontri ed attende dettagli sulla composizione degli organigrammi insediati al vertice degli istituti di credito quando i derivati sono stati emessi e collocati.

Il suo obiettivo è verificarne il grado di coinvolgimento e quindi se la c.d. «ingegnerizzazione» dei derivati si sia verificata e se ci sia stata cioè la loro utilizzazione, consapevole, su larga scala. Tutto questo con l'obiettivo, appunto, di effettuare ulteriori verifiche oltre il livello territoriale dei funzionari ed ascoltare i vertici bancari, come persone informate sui fatti. Un profilo perciò diverso, che alza il tiro dell'indagine anche perché riguardando un reato procedibile d'ufficio, come la truffa pluriaggravata, non si estingue con il ritiro della querela che di solito segue la transazione tra le parti.

Insieme ai cinque istituti l'indagine punta anche a verificare le modalità ed il grado di approfondimento con cui la Vigilanza di Bankitalia avrebbe seguito, o seguito solo in parte, l'evolversi del collocamento dei derivati.

 

procura traniIL PM MICHELE RUGGIEROBanca IntesaMARIO DRAGHI ANNAMARIA TARANTOLA