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1. QUEL FILO NERO CHE LEGA UBI BANCA A CALVI E AMBROSIANO
C’è un filo nero che lega Ubi Banca, il terzo gruppo bancario del Paese, ai misteri del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, trovato impiccato a Londra nel 1982, e alle vicende di Michele Sindona, il banchiere della mafia legato alla P2, morto in carcere dopo aver bevuto un caffè avvelenato.
Report ha scoperto documenti inediti sui conti e sulle società offshore di Ubi, una banca nata dalla fusione di istituti di credito bresciani e bergamaschi e che sarebbe coinvolta in operazioni di compravendita di armi, sebbene annoveri tra i suoi soci con quote minori la Diocesi di Bergamo, le suore Ancelle della Carità di Brescia e decine di altri istituti religiosi.
Nel processo in corso al Tribunale di Bergamo, secondo l’accusa per anni Ubi Banca sarebbe stata segretamente gestita da un patto occulto capeggiato da Giovanni Bazoli, il potente banchiere bresciano che nel frattempo ha mantenuto anche la carica di presidente di Banca Intesa San Paolo, di cui oggi è presidente emerito. All’interno della banca, secondo la testimonianza di un ex dirigente apicale, mancavano controlli adeguati in materia di antiriciclaggio.
2. BAZOLI QUERELA «REPORT»: UN INAUDITO ATTACCO DIFFAMATORIO
Sergio Bocconi per il ''Corriere della Sera''
I legali di Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, hanno comunicato ieri che «il loro assistito ha deciso di avviare un' azione giudiziaria nei confronti del Servizio pubblico televisivo e dei responsabili della trasmissione "Report" a seguito di un inaudito attacco diffamatorio messo in atto nella puntata di andata in onda lunedì scorso in prima serata».
Il riferimento è alla puntata della trasmissione del primo aprile che ha aperto con un servizio dal titolo «La Sacra banca», nel quale si profilavano legami fra Ubi, il gruppo bancario, terzo per capitalizzazione di Borsa, nato nell' aprile 2007 dalla fusione della bergamasca Bpu, Banche popolari unite, e della bresciana Banca lombarda, e le vicende relative al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi e a quelle del banchiere della mafia Michele Sindona.
«In tale servizio», proseguono i legali di Bazoli, «si presentano al pubblico versioni e rappresentazioni aventi per oggetto la nascita e l' attività di tale banca, alcune delle quali completamente false e altre riguardanti fatti ai quali il professor Bazoli è del tutto estraneo. In più si accenna in modo allusivo alla possibile esistenza di rapporti di Ubi e dello stesso professor Bazoli con persone e ambienti legati a Sindona e a Calvi, alla mafia e alla P2. In tal modo si stravolge incredibilmente (ed è lecito aggiungere irresponsabilmente, trattandosi della televisione pubblica) la verità esemplare di una storia che vide il professor Bazoli scelto nel lontano 1982 dalle massime autorità dello Stato per dare vita al Nuovo banco Ambrosiano e per contrastare, attraverso rischi e difficoltà di ogni genere, proprio quel mondo malavitoso».
Dopo il crac dell' Ambrosiano Bazoli, su indicazione del ministro del Tesoro Nino Andreatta e del Governatore di Bankitalia Carlo Azelio Ciampi, ha guidato da presidente il difficile salvataggio e il rilancio dell' istituto. «Un impegno», concludono i legali «valso a restaurare il primato della legalità e ha contribuito a ricostruire da quel baratro alcune delle migliori banche del nostro Paese».
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