DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - ATLANTIA: CORRE IN BORSA (+3,4%) MALGRADO NO DEI BENETTON
(ANSA) - Atlantia parte di corsa in Borsa malgrado il no dei Benetton, affiancati da Blackstone, a Gip e Brookfield, i fondi alleati del presidente di Acs Florentino Perez. Il titolo guadagna il 3,4% a 20,9 euro. Per quanto un'opa ostile trovi in teoria diversi ostacoli, tra i quali si ragiona anche su un possibile esercizio del golden power da parte del governo, l'idea del mercato è che Edizione possa valutare un'opa difensiva.
2 - ATLANTIA: PEREZ CONFERMA OFFERTA, BENETTON, NO A SPEZZATINO
Da www.ansa.it
Il gruppo spagnolo Acs di Florentino Perez conferma di aver fatto una proposta preliminare non vincolante alla holding dei Benetton, Edizione, per una possibile offerta per Atlantia. I Benetton si dichiarano contrari ad operazioni che portino ad uno ''spezzatino''. Piazza Affari fiuta la battaglia con l'offerta e la possibile risposta dei Benetton. Il titolo apre in Piazza Affari con un balzo del 10,7%.
3 - ATLANTIA IL NO DI BENETTON
Francesco Spini per “la Stampa”
Ci sono due punti fermi nella disfida appena cominciata su Atlantia, finita nel mirino di due grandi fondi internazionali e di Florentino Perez. Il primo è che i Benetton, attraverso la loro cassaforte Edizione, non hanno alcuna intenzione di mollare la presa.
Anzi: il gruppo delle infrastrutture di cui hanno il 33%, dicono, «ha natura strategica» e ne vogliono mantenere «il radicamento italiano». La loro idea è «preservare l'integrità del gruppo» e dunque alzano un muro di fronte allo «spezzatino» prospettato dai fondi Global Infrastructures Partners (Gip) e Brookfield, che valutano, pur senza «aver preso alcun decisione in merito», di presentare un'offerta.
Con loro c'è, appunto, Perez che, con il suo gruppo Acs, mira alle autostrade spagnole di Abertis che la consocia Atlantia controlla col 50,1%. Il secondo punto fermo è che in questa storia ci sarà molto probabilmente un'Opa e forse non solo una. Chi muoverà per primo?
Tutto lascia pensare che ad aprire le danze possa essere, in chiave difensiva, proprio la famiglia di Treviso affiancata da Blackstone, altro superfondo con cui la famiglia Benetton ha consuetudine e che tra l'altro rileverà il 24,5% di Autostrade per l'Italia. I comunicati ufficiali parlano di «discussioni» in corso tra Edizione e il fondo «quale partner» senza che al momento «siano stati raggiunti accordi con riguardo ad operazioni relative ad Atlantia». Eppure, secondo alcune indiscrezioni, ancor prima che tutto divenisse di pubblico dominio le difese erano già pronte a scattare.
Che ci fosse un forte interesse per Atlantia e per la liquidità (8 miliardi) che essa riceverà con il closing, previsto entro il 5 maggio, della vendita di Aspi, alla famiglia era ben noto. La situazione si fa seria quando a marzo, Gpi e Brookfield - dopo un lungo studio preparatorio - approcciano Edizione «in modo non sollecitato» e «il 3 e il 23» del mese, come i fondi puntualizzano in un comunicato, incontrano i rappresentanti della holding guidata dal presidente Alessandro Benetton e dall'ad Enrico Laghi.
I due fondi parlano del loro progetto di acquisizione con la famiglia, che lo giudica fin dal primo momento ostile perché avvertito come alternativo alla permanenza di Edizione - che ne uscirebbe quantomeno assai ridimensionata - e per lo spezzatino previsto non solo con la dismissione di Abertis in direzione Acs, ma anche di altri asset del gruppo.
Insomma: un «break up» vero e proprio. Fonti vicine ai due fondi e Acs ieri parlavano invece di un progetto amichevole che, oltre al delisting e alla cessione spagnola, prevederebbe uno sviluppo della società su tre direttrici: aeroporti, ferrovie e servizi alla mobilità. Insomma evitano di mostrarsi ostili, sebbene il loro progetto resti eterodosso rispetto ai piani di Treviso.
Ciò detto, il primo tentativo di dialogo dei due fondi e di Acs con i Benetton finisce con un diniego finale alla «proposta preliminare non vincolante» presentata il 30 marzo. Edizione nella nota diramata ieri spiega di aver comunicato a Gip e Brookfield di «non ravvisare nel progetto» elementi «di interesse alla luce del proprio orientamento strategico».
Ma intanto i Benetton corrono ai ripari. I due fondi respinti non solo vengono a sapere che Blackstone è in campo con Edizione, ma anche che una loro Opa difensiva (con cui togliere Atlantia da Piazza Affari e metter fine alla caccia grossa) sarebbe stata programmata a breve, addirittura per la settimana di Pasqua, la prossima, a un prezzo - secondo alcune indiscrezioni - di 22 euro per azione che, rispetto ai corsi di fine marzo, avrebbe portato a un premio di oltre il 20%.
L'operazione, se mai è stata in calendario, viene però disturbata dall'uscita delle prime voci, mercoledì, sull'interesse di Perez e dei due fondi. Anche perché in Borsa, dove dal 7 marzo la salita di Atlantia prosegue pressoché ininterrotta, il titolo corre: in giornata tocca il record dal febbraio 2020 a 21,26 euro, poi a sera si ferma a 20,30, +6,87%. Tutto da rifare. Gli schieramenti in campo si preparano.
Al fianco di Edizione e Blackstone come advisor ci sono Mediobanca, Goldman Sachs e Jp Morgan. Gip e Brookfield contano sui consigli di Credit Suisse, Morgan Stanley, Citi e Rothschild. Tutto lascia presagire una partita fatta di offerte e rilanci. Anche se molti addetti ai lavori prevedono un finale con un grande tavolo in cui tutti gli attori proveranno a trovare un posto in un'unica commedia corale. Ma prima, un braccio di ferro a colpi di miliardi appare inevitabile.
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