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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
Paola Pica per il “Corriere della Sera”
La pay tv di Mediaset, Premium, si stacca dalla casa madre, diventa una società per azioni e una piattaforma aperta a nuovi soci industriali, oltre agli spagnoli di Telefonica, partner storici in procinto di acquisire l’11,11%. Mentre, non da oggi, si ipotizza l’ingresso nella nuova struttura di Telecom Italia e della tv francese Canal Plus, due gruppi che hanno in comune l’azionista Vivendi, gruppo che fa capo a Vincent Bollorè.
Il passaggio è di rilievo nel gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi che da mesi prepara il riassetto che porta dal prossimo primo dicembre al trasferimento in Mediaset Premium di giornalisti, tecnici, competenze. Lo scorporo è stato annunciato ieri, preceduto da un rialzo in Borsa di poco superiore al 2% dopo una fiammata del 6% messa in mostra mercoledì.
Entro il prossimo mese, spiega una nota, Telefonica (tramite la controllata Telefonica de Contenidos) acquisirà la quota dell’11,11% come annunciato in luglio. Il restante 88,89% rimarrà al momento in capo a Rti che ribadisce «la disponibilità a esaminare eventuali ingressi di partner industriali di rilievo per rafforzare la dimensione tecnologica e internazionale».
A Mediaset Premium spa vengono conferiti 267 dipendenti tra dirigenti, impiegati, tecnici e giornalisti già in forza a Mediaset. L’assemblea è convocata il 26 novembre per eleggere nuovo consiglio. Per il ruolo di di amministratore delegato è stato designato Franco Ricci, già responsabile delle attività nella pay tv.
A lui riporteranno il direttore contenuti Yves Confalonieri, il direttore commerciale Marco Rosini, il direttore tecnologie Eugenio Pettazzi e il direttore sistemi informativi Domenico Alessio Mediaset Premium, possiede già i diritti per la prossima Champions League e quelli della Serie A dei prossimi quattro anni e prevede « un generale innalzamento qualitativo del prodotto Premium che si svilupperà anche sulle nuove piattaforme di distribuzione», con l’offerta di «servizi innovativi a valore aggiunto, compresi abbonamenti integrati di nuova generazione».
La giornata di ieri ha portato poi altre novità nel mondo delle controllate Fininvest. Mondadori prevede di chiudere in pareggio l’esercizio 2014, dopo il ritorno all’utile per 3,5 milioni nel terzo trimestre. E la vicenda Mediolanum, la società controllata con la famiglia Doris nella quale Silvio Berlusconi deve cedere il 20% in seguito alla perdita dei requisiti di onorabilità, va verso una definizione. «Siamo pronti a rilevare qualche punto percentuale», il 2-3%, della quota Fininvest che sarà conferita a un trust, ha annunciato Massimo Doris, figlio del fondatore Ennio.
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