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Aspirina per Dagospia
francesco starace amministratore delegato di enel
La lettura delle cronache politiche e delle difficoltà (vere o presunte) di Matteuccio gelano il sangue nelle vene di quelli che, per semplicità, una volta erano definiti i boiardi di Stato. Con il rischio che il gioco di incastri già programmato per il prossimo anno possa incepparsi.
Chi rischia di più è Francesco Starace. L’amministratore delegato dell’Enel è nel cuore del premier. Da sempre. Un rapporto consolidato anche dalla presenza nel cda della società elettrica di Alberto Bianchi, custode della renziana Fondazione Open. Renzi vuole la banda larga? Ecco l’Enel pronta ad accontentarlo.
A Starace il Giglio magico di Renzi ha più volte prospettato l’idea di traslocare all’Eni nel 2017. Sembra infatti che il feeling fra gli uomini di Palazzo Chigi e Claudio De Scalzi si sia raffreddato. E non poco. Non per le inchieste giudiziarie che lo vedono coinvolto, ma proprio perchè non sempre un bravo tecnico (qual è De Scalzi) può essere anche un bravo manager.
Nel gioco dei quattro cantoni del prossimo anno si inserisce anche Mauro Moretti. L’ex ferroviere si sta rendendo conto che gestire Finmeccanica (azienda che è, o dovrebbe essere, sul mercato) è ben diverso che amministrare treni e stazioni in regime di semi monopolio. Le commesse languono, soprattutto nel settore aeronautico. A parte il contratto con il Kuwait, avviato nel 2012 e di cui lui ha solo staccato il dividendo, non ce ne sono altri all’orizzonte. Agusta è riuscita a perdere anche la gara a Singapore.
Per queste ragioni, è assai probabile che Moretti punti a traslocare nel 2017. Si ritiene un civil servant. Pertanto, l’idea di approdare al governo non gli dispiacerebbe, anche se dovrebbe fare i conti con un taglio netto dello stipendio.
Non è un mistero per nessuno che Francesco Caio ambisca a raggiungere Piazza Montegrappa. La sua esperienza in Avio (prima della divisione e cessione della parte motoristica a General Electric) gli ha fatto amare il mondo dell’industria della Difesa. Ora che ha privatizzato un pezzo di Poste si sente pronto a fare il grande salto.
A Renzi, però, sono giunte all’orecchio le lamentele sulla sua gestione delle risorse interne. Ha cambiato tre volte la sua prima linea. E’ sufficientemente fumantino. E forse a Finmeccanica farebbe più guai che bene.
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